28 settembre 2006

Prodi oltraggia il Parlamento

Questo Presidente del Consiglio continua a dare un tristo spettacolo di sè e del suo senso delle istituzioni.

Col suo atteggiamento provocatorio nei confronti dell'opposizione, mentre ripeteva ossessivamente e arrogantemente una frase relativa alla sua storia professionale che offendeva l'intelligenza dei Deputati non solo del centrodestra, era riuscito a sottrarsi, temporaneamente,  al dibattito sullo scandalo Telecom Italia.

Provocare metà dell'aula rientrava probabilmente nel tentativo di Prodi di stringere intorno alla sua persona la solidarietà della sua stessa maggioranza, tutt'altro che convinta.

Dopo la terza infantile ripetizione della frase autocelebrativa che causava forte irritazione nell'Aula, Bertinotti avrebbe dovuto chiedere al "premier" di non ritornarvi più per rispetto della dignità dei Deputati. Sarebbe bastato. Al contrario la seduta interrotta è ripresa con la decima reiterazione della inopportuna frase di Prodi.

Purtroppo, ormai è noto, anche l'attuale Presidente della Camera non brilla per rispetto e tutela della sovranità dei rappresentanti del popolo italiano.

Ma l'oltraggio più grave al Parlamento e a tutti gli elettori è nelle continue menzogne di Romano Prodi su tutte le oscure vicende Telecom Italia, Telekom Serbia, IRI, SME, Fiat-Alfa Romeo, ecc.

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26 settembre 2006

Eutanasia di uno scandalo politico

Potenza mediatica del centrosinistra!!

Non c'è nulla da fare, per quanto tu li possa cogliere con le mani nella marmellata, da padroni incontrastati e incontrastabili della scena, con un solo gesto e un: "A me gli occhi, please!", riescono magicamente a circondarsi di una coltre impenetrabile di fumo.

Chi si ricorda più del caso Prodi-Tlc-Rovati? Nessuno! Un abracadabra e il caso si è trasformato in una vicenda scabrosa di intercettazioni telefoniche (come scrive Mario Sechi), venute alla luce proditoriamente solo in questi giorni per scalzare dalle prime pagine persino il ricordo delle prossime audizioni del "premier" nei due rami del Parlamento.

E allora via con proposte di legge, con dibattiti parlamentari, con gustosi contrasti all'interno della maggioranza e del suo teatrino, tutto pur di non parlare di Palazzo Chigi e del piano di gestione della Telecom.

E se le intercettazioni da sole non bastassero? Pronto un altro di quei temi che dilaniano il centrodestra e l'opinione pubblica più sensibile e accorta, cioè l'eutanasia. Il toccante appello del buon Welby era lì pronto nel cassetto, bisognava solo dargli il miglior lancio possibile, farlo partire dal "trampolino" più alto. L'efficientissima cintura di trasmissione di tutti i rapporti fra le istituzioni in mano a un unico centro di potere con sede nell'Unione, ha trovato il soldato Napolitano pronto a fare la sua parte. Il Presidente della Repubblica è uso a interferire col Parlamento dettandogli l'agenda e lo ha fatto anche questa volta. Di tanti drammatici appelli e dolorose suppliche che il popolo italiano gli rivolge ogni giorno, questo di certo avrebbe avuto maggiori potenzialità di essere raccolto dal mondo politico.

Una breve ma incisiva dichiarazione mattutina dal Quirinale e il conformismo della sinistra giornalaia faceva il resto.

Vi sembra cinismo questo? Lo è, infatti. Perchè l'estemporaneità strumentale del dibattito lascerà ancora una volta il tempo che trova e, una volta di più, un liberale si sentirà frustrato dalla sterilità e dall'inutilità dello scontro messo ad arte all'ordine del giorno.

Purtroppo nessuna delle due coalizioni ha nel suo programma il riconoscimento del diritto all'eutanasia! Nessuno si prenderà mai la responsabilità di concedere per legge ciò che già esiste di fatto, la libertà della persona di decidere di porre fine a una non vita con una morte vera e liberatrice.

Intanto, salvo rare eccezioni come quella de Il Giornale, nessuno associa più il nome del Presidente del Consiglio alla Telecom, mentre di ora in ora Guido Rossi e compagni si prodigano nel rappresentare un'azienda sana e in ripresa, tutto per rendere molto meno ardua la posizione del Governo quando dovrà giustificarsi sia a Montecitorio che a Palazzo Madama, nei giorni prossimi.

 

Tags: Scandalo Prodi, Telecom Italia, Censura, Media, Unione, Eutanasia

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24 settembre 2006

L'operazione verità di Emilio

Prodi mente come bere acqua fresca? Niente paura, c'è chi veglia e sorveglia! Parliamo di Emilio Fede, naturalmente. Il mitico Emilio ha voluto sgombrare il campo da ogni equivoco nato dalle parole pronunciate a New York dall'attuale presidente del Consiglio. Cosa ha risposto esattamente alle domande sul problema della sicurezza di Benedetto XVI durante il suo prossimo viaggio in Turchia? Lo saprete grazie a questo video. Il direttore del Tg4 presenta il documento visivo da par suo e da par suo Prodi ci regala un momento di comicità naturale che produce un vero e proprio siparietto a distanza tra i due. Buona visione! Tags: , , , , ,

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23 settembre 2006

Asilo politico ai gay, tra omofilìa e omofobìa

Detesto cordialmente il Sen. Roberto Calderoli; non condivido affatto i suoi estremismi verbali e le sue intemperanze poco consone ad un rappresentante della Nazione.

Le sue ultime dichiarazioni, stigmatizate dalle associazioni per i diritti dei gay, sono state, ancora una volta, sgradevoli nel tono e nella forma.

In questa occasione però, è triste ammetterlo, non lo si può accusare di aver sollevato un'obiezione del tutto peregrina.

Lo status di rifugiato politico, in effetti, non è mai stato concesso sulla base di un'autocertificazione dei richiedenti, neppure quando si è trattato di cittadini provenienti da zone di guerra.

Questa sentenza del Consiglio di Stato, leggibile qui, può aiutarci a meglio comprendere come può essere complicato, e lo sarà anche per il futuro, il percorso da compiere per ottenere l'asilo politico.

Per la legge ogni persona in fuga dal proprio Paese deve provare di essere stata perseguitata e in pericolo di vita.

Ed è pur vero che qualche volta lo Stato è ricorso a controlli medici per appurare la presenza di segni di torture, denunciati da coloro che cercavano sicurezza nel nostro Paese.

Lo status di rifugiato politico è notoriamente molto ambito in quanto chi lo ottiene gode da subito degli stessi diritti di tutti gli altri cittadini, fino a riconoscimenti come questo.

Nessun immigrato regolare o clandestino regolarizzato potrebbe aspirare a tanto se non risponde a certi precisi requisiti.

Queste elementari considerazioni possono far ritenere quanto una volta ancora la demagogia unionista, prendendo a pretesto e manipolando una normativa europea, ha creato aspettative che saranno deluse tragicamente.

Nella globalizzazione mediatica che il mondo conosce le notizie viaggiano con la velocità della luce e arrivano anche là dove la vita degli omosessuali è ogni giorno in pericolo.

Può essere lecito pensare che sotto quelle dittature comuniste piuttosto che teocratiche si possa rendere l'esistenza dei gay ancora più difficile per impedire loro la ricerca di una salvezza, per quanto tristemente illusoria?

 

Tags: Asilo politico, Gay, Roberto Calderoli, Unione, Normativa europea

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20 settembre 2006

I Senatori salva-vita

Oggi il voto di quattro Senatori a vita ha salvato il Governo dall'andare in minoranza per la seconda volta in due giorni.

Stamattina la seduta era importante, riguardava le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalla Cdl contro il ddl del min. Mastella di sospensione della riforma Castelli.

Si tratta, per inciso, della tangente che ANM e vari organi dell'Ordine dei Magistrati attendono di incassare, a buon diritto, dai loro compagni oggi al Governo.

Nulla di cui stupirsi, quindi, se Palazzo Madama aveva registrato un pienone di presenze proprie delle grandi occasioni, dati i forti rischi di un'altra pericolosa sconfitta.

I Senatori a vita sono stati convocati con urgenza e trascinati in aula affinchè il loro determinante no venisse espresso, anche a costo di causare l'ultimo atto compiuto da questi anziani, sempre meno saggi e dignitosi, Senatori della Repubblica.

Tra loro soltanto Francesco Cossiga si è rifiutato di abdicare al suo alto ruolo istituzionale per non scadere in quello di patetica ruota di scorta di Prodi.

Secondo Cossiga il diritto di voto di cui egli gode non può essere utilizzato quando esso decide prepotentemente le sorti di un governo.

Al contrario Carlo Azeglio Ciampi ha disatteso sia al suo dovere di rappresentante super partes della nazione, sia a quello di coerenza con se stesso.

Egli ha, nei fatti, votato contro la stessa riforma giudiziaria da lui approvata e alla quale, da Presidente della Repubblica, aveva fatto apportare alcune modifiche.

Su questi paradossali bastioni si regge la sopravvivenza dell'Unione a Palazzo Chigi, la sua durata dipende solo dalla coesione e dalla volontà della Casa delle Libertà di proporsi presto come alternativa vera a questo governo, definibile a tutti gli effetti, un pericoloso regime.

Tags: Senatori a vita, Francesco Cossiga, Governo Prodi, Riforma giudiziaria

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19 settembre 2006

Prodi battuto al Senato 151 a 148 !!!

aLa maggioranza è minoranza sia nel Paese che al Senato e il voto di poco fa sulla Telecom lo conferma una volta di più.

Oggi Prodi aveva tirato un sospiro di sollievo quando i capi gruppo della Camera dei Deputati avevano votato per la sua audizione in aula solo il 28 settembre e solo in questo ramo del Parlamento.

Ma questa sera il sen. Schifani di FI ha chiesto e ottenuto che il Senato votasse una mozione per assicurare la presenza di Prodi anche a Palazzo Madama per il 21 settembre.

La mozione ha incassato 151 voti a favore e 148 contrari!

Ora si prevedono momenti duri per il Presidente del Consiglio, anche alla luce dello scontento dentro la sua coalizione, rappresentato da coloro che hanno votato con la Cdl.

Chi ne volesse sapere di più può leggersi, se non lo avesse ancora fatto, Mario Sechi e Phastidio.

Due articoli fondamentali per conoscere due aspetti diversi, quello politico e quello economico, del caso Prodi-Tlc.

Tags: Prodi-Gate, Telecom Italia, Senato, Schifani

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18 settembre 2006

Nessuno tocchi Bonino e la sua poltrona di ministro

In politica siamo pronti ad accettare cambi di posizione, di schieramento, di casacca, di pensiero, di giudizio sui fatti e le persone, senza per questo strapparci le vesti, gridando al tradimento. Con questo stesso stato d'animo, quindi, assistiamo indulgenti al trasformismo, quasi alla Fregoli, di Bonino e dei suoi compagni. Se la leader di quel Partito radicale transnazionale che ha scolpite nel preambolo queste parole: "...proclama il dovere alla disobbedienza, alla non-collaborazione, alla obiezione di coscienza, alle supreme forme di lotta nonviolenta per la difesa, con la vita, della vita, del diritto, della legge. Richiama se stesso, ed ogni persona che voglia sperare nella vita e nella pace, nella giustizia e nella libertà, allo stretto rispetto, all'attiva difesa di due leggi fondamentali quali: La Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo (auspicando che l'intitolazione venga mutata in "Diritti della Persona") e la Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo nonché‚ delle Costituzioni degli Stati che rispettino i principi contenuti nelle due carte; al rifiuto dell'obbedienza e del riconoscimento di legittimità, invece, per chiunque le violi, chiunque non le applichi, chiunque le riduca a verbose dichiarazioni meramente ordinatorie, cioè a non-leggi..", oggi, dimentica di tanto idealismo, stringe le mani di coloro che di quel preambolo sono i peggiori nemici, che importa mai? Tutto le è permesso. Più difficile è accettare l'insulto alla nostra intelligenza quando agisce millantando credito. Bonino lo fa, purtroppo, nell'identico modo in cui tutti i leader italiani lo hanno fatto (Bertinotti compreso, come ci racconta Zanzara), quando, perfettamente consapevole di parlare esclusivamente a beneficio dei media italiani e non di quelli cinesi (mai e poi mai trasmetteranno una sola parola del suo "richiamo"), con una buona dose di ipocrisia, finge di appellarsi al governo cinese in favore dei diritti umani del popolo sottomesso dalla più feroce dittatura comunista del mondo. Nessun Cinese che si stia battendo ogni giorno, a rischio della vita, per ottenere anche un minimo di riconoscimento dei suoi diritti alle tante libertà negate, saprà mai chi è quella donna e di che si era occupata in passato, ed è meglio così. Non sarebbe un grande esempio da seguire chi, come fa l'ex-radicale, chiede alle autorità della Cina, molto caldamente e reiteratamente, il rispetto dei diritti dei marchi italiani piuttosto che quello dei diritti umani di centinaia di milioni di persone. La ministra può allearsi con chi vuole e percui vederla al fianco di Romano Prodi (il boiardo di Stato, come lo scherniva Pannella, quello di Telekom Serbia, per intenderci, e della Telecom Italia dei progetti segreti di queste ore) può assolutamente starci bene. Quelle che non ci stanno bene sono le finte richieste di dimissioni o le critiche ridicole che i suoi compagni di partito rivolgono quasi ogni giorno ai colleghi di governo e di maggioranza, quotidianamente responsabili di ogni sorta di abuso di potere e di sfregio delle istituzioni. Col tempo diventa sempre più stucchevole ascoltare i collaborazionisti di questo regime unionista che ha usurpato tutti i posti di potere nel Paese, mentre fingono di attaccare i loro complici di coalizione coi quali spartiscono poltrone e privilegi. Una sola cosa ci si dovrebbe aspettare dai duri e puri della RNP: una presa d'atto dei mali che questo governo sta causando alla nazione e, secondo coerenza, dimettersi, dopo aver presentato una mozione di sfiducia. Tutto il resto è fuffa, della peggior qualità e se non si trattasse di fuffa si tratterebbe, come da manuale pannelliano, di bieco opportunismo per guadagnare la sempre tanto agognata visibilità mediatica. Dimentichiamo pure il 1994, quando Silvio Berlusconi (caso più unico che raro), rispettando gli accordi sottoscritti con la Lista Pannella, ricevette il Dalai Lama a Palazzo Chigi, nonostante le minacce del dittatore cinese Li Peng. Dimentichiamo che fu Silvio Berlusconi, sempre nel 1994, a designare Emma Bonino commissaria europea, Dimentichiamo che fu grazie a questa straordinaria opportunità che nel 1999 la Lista Bonino ottenne un grande successo alle europee. Dimentichiamo che fu nel 1995, durante il governo di Silvio Berlusconi, che l'estinto Partito radicale transnazionale potè riciclarsi in Ong presso l'Onu, dove ancora vegeta grazie a questa poco edificante condizione all'interno del più grande e inutile, quando non dannoso, carrozzone burocratico che sono le NU. Questa Ong, con sede a New York, è quanto resta del partito che avrebbe dovuto essere l'alfa e omega del futuro del mondo libero e liberato, guidato da Marco Pannella. Dimentichiamo questo ed altro, anche per non sentire il fastidio dei continui attacchi, spesso sarcastici e qualche volta volgari, rivolti all'ex grande amico Silvio da parte dei leader del fu partito radicale. Vorremmo però, in cambio, non sentire più impartire lezioni di coerenza, di liberalismo, quando non addirittura di vita da Bonino & co, grazie ai voti dei quali in Italia si è insediato il peggior regime illiberale e antidemocratico che abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni. **** Fondamentale questo post di Periclitor che mi ero persa

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14 settembre 2006

Missione Unifil: l'Italia vota al buio

Cosa si va a fare in Libano? A tutt'oggi non si sa o, più esattamente, sono pochissimi a saperlo. Tra questi pochi non figurano i parlamentari italiani, nè della sedicente maggioranza nè dell'opposizione, che hanno appena votato sì alla missione Leonte. Con queste parole registrate qui, (le sole chiare e inequivocabili della sua relazione) il ministro della Difesa aveva infatti il 6 settembre scorso incredibilmente, ma molto prudentemente, imposto il segreto sulle regole d'ingaggio dei nostri militari. Lo ha imposto, si badi bene, soprattutto alla sua coalizione! E, di questo, i comunisti di Diliberto e di Bertinotti, i Verdi e i sobillatori delle piazze pacifitonte e violente sono decisamente grati al governo perchè si tratta di una finezza che li toglie da un' imbarazzante e scomoda posizione di consapevoli guerrafondai. "...Sono regole robuste..." aveva dichiarato Parisi, nell'intento di rassicurare i suoi alleati, i quali si sono guardati bene dal chiedergli quale sia il significato politico degli inquietanti aggettivi "segrete" e "robuste". Fingono di non aver sentito, mentre nei loro interventi non sono più contemplate le assordanti, ossessionanti e imperiose pretese di conoscere ogni dettaglio degli allegati alla 1701, relativi ai compiti dell'Unifil nella terra degli Hezbollah. Già, la risoluzione 1701, dove, almeno a sentire l'on. Venier del Pdci, è scritto che i caschi blu saranno in Libano per proteggere quel Paese dall'ennesimo tentativo di invasione da parte di Israele (?!?!). E, mentre nelle commissioni Esteri e Difesa tutti (salvo poche defezioni) approvano a scatola chiusa l'invio del nostro contingente nel MO, gli eletti del Parlamento tedesco rifiutano di mettere la testa sotto la sabbia e, in cambio dell'invio delle loro truppe, chiedono di sapere molto di più di quanto non sia stato detto agli altri Parlamenti. Intanto i generali come Pellegrini parlano di licenza di uccidere chiunque, sia i terroristi che gli Israeliani, senza che si capisca in quali circostanze e per quali scopi. In questa missione tutta pace e fratellanza leggiamo inoltre che verranno impiegati i carri armati (da diporto, forse?). L'unica cosa che resta da fare è rinnovare la solidarietà ai nostri soldati che in Iraq e Afghanistan sanno chi è il loro nemico e da dove proviene il pericolo da affrontare, mentre oggi c'è una risoluzione ONU che, con grande ipocrisia e tatticismo, prevede solo non nemici a geometria variabile. Si sparerà sugli amici riottosi o sui civili complici degli amici e custodi delle loro armi?------------------ Tags: , , ,

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11 settembre 2006

Unifil: regole d'ingaggio segrete e in regime di par condicio

Ascoltate, prego, l'audio con queste dichiarazioni del ministro Parisi davanti alle commissioni riunite Esteri e Difesa! Se dopo averle ascoltate attentamente vi sentirete più confusi e perplessi di prima per questo ambaradan mediorientale messo su dagli sceneggiatori e cineasti dell'attuale governo, non fatevene un complesso, non siete i soli. Parisi parla per non dire nulla, con un linguaggio che ricorda le "convergenze parallele" di moroteiana memoria. Una cosa si capisce bene, comunque, cioè che le regole d'ingaggio sono top secret! Nulla da eccepire, mi pare, almeno da parte di noi elettori della Cdl! Ma da sinistra? Da sinistra sappiamo con quale sfoggio mediatico l'allora opposizione al governo Berlusconi avesse innalzato barricate furenti contro la non trasparenza degli ordini da impartire ai nostri soldati in Iraq. Qui e qui potrete, armandovi di buona volontà, leggere i resoconti delle sedute bicamerali che allora vedevano sul banco degli imputati il ministro Martino, vituperato, vessato e ostracizzato dalla opposizione, tutta pace e amore, pronta a gettarsi sul fuoco per conoscere nei minuziosi dettagli le mosse che gli alti Comandi avevano disposto per i nostri soldati di "Antica Babilonia" e persino quelle per i marine americani in servizio ai posti di blocco in territorio iracheno. Qui Martino si addentra nei particolari senza trincerarsi dietro nessun segreto militare, ma i duri e puri del senza se e senza ma (ora buttato distrattamente in cantina in mezzo agli altri ferrivecchi di matrice comunista) non si placarono affatto, nonostante tanta disponibilità e collaborazione. Oggi sì, oggi sono soddisfatissimi. Nessuno li metterà al corrente di nulla eppure questo gli appare come un dolce segreto che i “papaveri guerrafondai” potranno serbare nel cuore e condividere con pochi altri nel mondo. Però le dichiarazioni di Parisi più raccapriccianti riguardano quando e contro chi i militari dovranno sparare se le condizioni lo richiedessero. Egli è in evidente stato confusionale in quanto ignora per primo di che cosa stia parlando. Con un giro di parole acrobatiche e avvitamenti carpiati del suo eloquio, il ministro autorizza, inevitabilmente e drammaticamente, i “maligni” o i troppo logici a prefigurare un tragico quanto paradossale scenario come questo: non essendo, secondo la risoluzione 1701, la missione schierata con nessuno degli attori in campo, i nostri Caschi blu dovranno sparare a largo spettro, rispondendo alle azioni aggressive senza favorire gli attori presenti sul teatro del conflitto (?!?!?!) Cioè se ci si troverà costretti a uccidere due terroristi hezbollah, per non far torti a nessuno, si potranno e dovranno eliminare due soldati israeliani fermi sulla zona cuscinetto al sud del Libano? Si sa che i nostri attuali governanti sono grandi cultori del verbo scalfariano e del suo maggiore sforzo creativo, chiamato par condicio (piuttosto assonante con equivicinanza), per cui non stupirebbe che si fossero seriamente posti anche questa come risposta obbligatoria da dare in un teatro di guerra tanto complicato e pericoloso come quello libanese. A questo punto non resta che augurarsi che dal nostro esercito (con troppi generali politicizzati, purtroppo) partano ordini dettati dal buonsenso, dall'esperienza e dalla serietà, qualità che mancano a questa classe politica che lo appena costretto a una esibizione per la tv degna di un circo, non solo mediatico. Davanti ai telespettatori italiani i nostri, preoccupati dalla risacca del mare, sbarcavano con gli elicotteri a Tiro, novella Normandia, pavidamente rinunciando all’approdo coi mezzi anfibi. Ma, come dice il generale De Giorgi: “Mica siamo in guerra!”. Infatti è vero, si tratta di una scampagnata fuori porta! ---Se quanto avete appena letto non vi pare sufficientemente grottesco, seguite questo "skoop" di Phastidio su un fuori onda di Chirac.---------------------- Tags: , , , ,

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8 settembre 2006

FI e lo statuto dimenticato

Statuto di Forza Italia 1998. "Art. 1 - Finalità

Il Movimento Politico Forza Italia è una associazione di cittadini che si riconoscono negli ideali propri delle tradizioni democratiche liberali, cattolico liberali, laiche e riformiste europee. Essi ispirano la loro azione politica ai valori universali di libertà, giustizia e solidarietà concretamente operando a difesa del primato della persona in ogni sua espressione, per lo sviluppo di una moderna economia di mercato e per una corretta applicazione del principio di sussidiarietà."

Seguono le regole stabilite per dare al soggetto politico FI la forma organizzata del partito di cui oggi si parla come se non esistesse.

Basterebbe attenersi all'articolo 1 e gran parte del dibattito in atto a Gubbio sul futuro di FI potrebbe concentrarsi meglio sull'ordine del giorno che si sono dati gli organizzatori. Quell'articolo, con grande sollievo di quanti si sentono liberali, non promette il grande partito liberale di massa! In realtà i termini liberale e massa poco si sposano tra di loro e non trovare questo ossimoro presente nella costituzione degli Azzurri rende più credibile e attuabile il progetto riformatore nato nel 1994. In questi giorni ho letto molte proposte e consigli diretti a Forza Italia e al suo presidente, mi sarebbe piaciuto linkarne alcuni ma sono davvero troppi e mi è stato difficile scegliere tra tutti quanti.

Nel complesso posso dire che non sono tra quelli che rilancerebbero il partito liberale di massa, appunto, considerato che l'Italia non è l'Inghilterra e neppure gli Usa, dove la cultura protestante e l'assenza nella storia di partiti social-comunisti (quelli sì di massa) hanno determinato la nascita di una maggioranza liberale formata da individui educati alla responsabilità personale, alla competizione e alla meritocrazia. C'è chi invece ha affermato che la parola liberale dovrebbe essere espunta dal vocabolario del centrodestra (quindi da FI, immagino), come se ormai fosse stata logorata da chissà quale uso improprio.

Ma per fortuna rileggendo l'art.1 del su citato statuto, la parola è ben inserita e rappresenta la base sulla quale poggia l'articolato fondativo. E se si è liberali, come da dettato, lo si dovrebbe essere sia in economia che nei valori umani e civili, per cui poco convincenti sono coloro che si definiscono liberisti in economia e conservatori nei valori, peraltro sempre pochissimo condivisi in una società complessa, disomogenea e conflittuale come quella italiana.

Fortunatamente, come testimoniano gli ultimi risultati elettorali, non rischiamo di parafrasare Croce per dire: "Perchè non possiamo non dirci comunisti", nonostante cinquant'anni di egemonia culturale catto-comunista! Eppure i prodotti dell'egemonia di sinistra che occupano gli spazi nel tessuto sociale, non solo nelle istituzioni, sono illimitati. Solo tenendo la rotta liberale e liberista di cui alla lettera dello statuto del 1998, si potranno capovolgere le sorti di un Paese fossilizzato nel parassitismo burocratico e nell'assistenzialismo statalista.

In conclusione si potrebbe esortare FI a riconoscersi più nei Salmoni e meno nei baccalà, solo così. potremmo sperare in un'Italia davvero libera e democratica. Un Paese dove le idee liberali potrebbero davvero divenire patrimonio della maggioranza.

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4 settembre 2006

Lettere kafkiane da Torino - II episodio

- Qui il primo episodio - Sette anni or sono, dopo notevole dispendio di energie psico-fisiche e finanziarie, la vostra determinata Perla ha creduto di aver spezzato un orrendo giogo che la paralizzava, la vessava, la ricattava e la sottometteva ai suoi folli capricci. Un amante sadico? No, l'amministrazione pubblica italiana! Un giogo infernale che non conosce rivali neppure in molti Paesi del terzo mondo; un "luogo" dove il cittadino (qualunque cittadino) perde dignità e potere appena s'imbatte in uno delle centinaia di migliaia di sportelli di quella burocrazia parasovietica, che ogni giorno si alimenta con nuovi e più assurdi strumenti normativi che ne fanno un mostro irriformabile. Va bè, non voglio farla troppo lunga e ammetto subito la mia pesante sconfitta a vantaggio del mostro di cui sopra. Infatti, nonostante i sette anni e i tremila km di distanza, come un amante che non si rassegna all'abbandono, senza nessun ritegno e rispetto della mia persona, mi ha cercata e trovata accusandomi di colpe non mie e neppure di altri, pur di tenermi ancora sotto il suo potere. Quella che segue è la seconda lettera che mi manda e dalla quale traggo solo conferme ulteriori sulla bontà della mia decisione di lasciare la buona cucina italiana in cambio della buona burocrazia liberale norvegese!! .................................. SORIS Torino - .... SERVIZI TRIBUTARI Per informazioni sul pagamento rivolgersi al CALL CENTER: 848800141 (n.d.Perla: questi numeri verdi non sono validi all'estero). Per eventuali richieste di chiarimento o per informazioni sul tributo telefonare ai seguenti numeri: 011/4424847 - 4424848 - 4424849 - (n.d.Perla: chiamata internazionale a carico del già tartassato contribuente) - Per operazioni di sgravio o di rimborso ovvero di segnalazione di inesattezze od errori, occorre scrivere o recarsi alla Divisione Tributi, in Corso Vittorio Emanuele II, n.8 CAP 10123 Torino (Palazzo Tributi- 2° piano) dalle ore 8,30 alle ore 12,30 dal lunedì al venerdì. E-mail: TARSU@comune.torino.!t (n.d.P: sei in credito? Allora il telefono te lo scordi, e ti prendi il tuo bel aeroplanino da Oslo...Ah, no c'è la mail! Campa cavallo...!!). Tutte le comunicazioni relative agli avvisi di pagamento dovranno essere inviate esclusivamente al Settore TARSU. (n.d.P.: chi e cosa è Tarsu?) Codice RID per domiciliazione: ...(n.d.P.: codice di che?) COMUNE DI TORINO TARSU AVVISO Nr: ...: Importo totale €:131,70 (n.d.P: a me? E perchè e da chi?) Voce Anno Descrizione Importo ... 2005 TARSU 131,70 (n.d.P: giuro e ho i testimoni, io non ero in Italia già da 6 anni!). Gentile contribuente, (n.d.P.: però è ben educato) dal controllo dell'avviso di pagamento già inviatole (n:d:P.: mai ricevuto nulla in merito) e sopradescritto, risultano scadute delle rate senza essere state pagate e Le rimangono complessivamente ancora da pagare € 131,70 La preghiamo di verificare se quanto sopra corrisponde alle sue risultanze. Qualora Le risultassero pagamenti o sgravi che non abbiamo indicato, La preghiamo di comunicarcene gli estremi contattandoci al più presto al numero di telefono 848800141 (n.d.P.: inutilizzabile dall'estero!) per aggiornare la sua posizione, altrimenti La invitiamo a pagare la somma dovuta, mediante l'allegato bollettino, ENTRO E NON OLTRE la scadenza sotto indicata: 15~4-2006 (n.d.P.: peccato che l'avviso mi sia arrivato questo mese) da € 131,70 (l'importo comprende tutte le rate già scadute e l'ultima in scadenza) In caso di mancato pagamento SORIS SpA dovrà attivare il recupero coattivo delle somme descritte con addebito dei maggiori oneri relativi alle procedure instaurate. Ci è doveroso ricordarLe che la legge consente, in queste ipotesi, il fermo amministrativo degli autoveicoli, l'iscrizione di ipoteca sugli immobili nonchè il pignoramento del quinto dello stipendio. (n.d.P.: evvai con le minacce!) Dettaglio delle voci. Anno Trib Descrizione 2005 04--- (n.d.P.: ora è tutto chiaro ?!?!) CORSO... MESI 12 MQ. 60 Importo 131,70 Per ogni informazione inerente il pagamento può rivolgersi al nostro Call center al n. 848800141 a sua disposizione dalle 8.00 alle 20.00 dal Lunedì al Venerdì e dalle 8.00 alle 14.00 il Sabato ed i prefestivi (n.d.P.: come no?) Modalità di pagamento: il presente avviso può essere pagato: -presso tabaccai e ricevitorie del lotto.Il pagamento potrà essere effettuato presso tutti i punti della città convenzionati con LIS FINANZIARIA (n.d.P.: la Norvegia ha una copertura capillare di questi siti...). -in tutti gli uffici postali e presso gli sportelli delle banche convenzionate. Per l'elenco delle banche convenzionate può rivolgersi al nostro call center o consultare il nostro sito www.soris.torino.it -per titolari di conti correnti bancari o postali: dando incarico di domiciliazione.Per attivare l'incanco continuativo di pagamento con addebito del proprio conto corrente, occorre presentarsi con l'avviso, alla propria banca o all'ufficio postale dove si è aperto il conto, per sottoscrivere il modulo RID. L'incarico di pagamento SARA' ATTIVATO ALLE RATE SCADENTI OLTRE TRENTA GIORNI SUCCESSIVI ALLA SOTTOSCRIZIONE: le rate precedenti dovranno essere pagate con le altre modalita previste. L'incarico sarà valido anche per gli anni successivi fino a revoca. L'incarico di addebito si intende riferito al solo tributo contenuto nel presente avviso e dovrà essere rinnovato per tributi diversi. I codici SIA e RID sono indicati nel frontespizio del presente avviso. SI RICORDA CHE LE AUTORIZZAZIONI PRECEDENTEMENTE RILASCIATE A FAVORE DI UNIRISCOSSIONI NON SONO PiÙ VALIDE E PERTANTO PER MANTENERE IL SERVIZIO DI DOMICILIAZIONE DOVRÀ ESSERE SOTTOSCRITTA UNA NUOVA DELEGA A FAVORE DI SORIS. -presso gli sportelli di Uniriscossioni. Il pagamento potra essere effettuato dal lunedi al venerdi dalle 8.20 alle 13.00 presso tutti gli sportelli della provincia di Torino (n.d.P.: ma io sto in Norvegiaaaaaa!!!) -tramite internet collegandosi ai siti: www.soris.torino.it (n.d.P.: sorpresa! Semmai avessi avuto davvero qualcosa da pagare e avessi utlizzato questo mezzo avrei dovuto rincarare quei 131 E con almeno altri 2 e comunque il servizio costa l'1.5% della cifra addebitata!) www.torinofacile.it (n.d.P.: velo pietoso) www.poste.it !!! Insieme a SORIS per un servizio migliore!!! TUTELA DEI DATI PERSONALI In ottemperanza a quanto prescritto dal D.Lgs. 30.6.2003 n. 196, Codice della 'privacy", Soris spa , società concessionaria per la riscossione delle entrate del Comune di Torino, informa, che dispone dei suoi dati personali che provengono dalle banche dati del Comune stesso. I dati, vengono trattati dai soggetti abilitati anche con l ´ausilio di strumenti elettronici, per finalità strettamente connesse all'attività relativa alla riscossione volontaria e coattiva delle entrate comunali. (n.d.P.: no comment.). Tags: , , ,

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1 settembre 2006

The day after

Quando si conduce una vita molto ritirata può anche capitare che non si abbia contezza di una ricorrenza come "La giornata internazionale del blog", che coinvolge e diverte anche i Cittadini della Città dei Liberi.

A me è successo proprio questo e quando ieri "qualcuno" di molto caro mi ha detto: "Vai a vedere, sei su scherzi a parte!", ho realizzato cosa mi ero persa. E' stato bello uscire in piena notte e trovare che in casa di Inyqua e in quella di Cantor ero stata festeggiata come stellina fra le stelle!

Oggi tutto è finito, ma il link del mio blog rimarrà lì, nei post di Inyqua e di Cantor a fregiarsi della compagnia della mia pestifera e adorabile Zanzara, di Daw e di Otimaster.

Questi sono i blogger ai quali non ho bisogno di dire di più.

La prossima volta però, lasciatemi dormire!

Tags: amicizia, giochi, blogosfera

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