30 dicembre 2006

Per Phastidio e per la libertà

Oggi parliamo di uno dei più intelligenti e autorevoli blogger che abitano il mondo del blogging, il grande Phastidio, e di un notissimo contenitore di blog, il network Blogosfere.

Premesso che mai ci si deve rassegnare agli ultimatum e alle minacce di indizione per vie legali, che sempre più di frequente colpiscono i blogger e la loro libertà di espressione e che, fino a ieri, sembravano provenire solo dal mondo esterno ai blogger.

Premesso altresì che ricevere querele per diffamazione da un politico o da altri soggetti che si sentono danneggiati da qualcosa che è stato scritto in un post è odioso quanto sempre più diffuso, ma subire censure e divieti alla libertà di espressione da parte di un network che vive proprio grazie ai produttori di idee a lui associati, nel mondo di Internet, il più insofferente a ogni forma di limitazione della libertà e della creatività, appare, a mio modo di vedere, intollerabile.

Eppure questo è quanto sta avvenendo in questi giorni, documentato con dovizia e molta ironia dallo stesso blogger, vittima di tanta scellerata azione di censura al suo sacrosanto diritto di espressione. Azione che rappresenta una palese limitazione della sua creatività, che è sua esclusiva proprietà.

Ciò che Blogosfere, come si apprende nel blog di Phastidio, ha causato, è difficile da comprendere e da accettare.

Non riporto qui i termini della questione, sarebbe inutile e li potrete trovare esposti con estrema chiarezza in Phastidio.net.

Pertanto non ho altro da aggiungere se non augurarmi che, in un moto di resipiscenza, Blogosfere receda da tutto e che lasci gli avvocati a occuparsi di difendere i blog e non di inibirne l’opera, invocandone la condanna alla perpetua interdizione dall’operare in tutta libertà nel web.

Forse assurdi contenziosi come questo si saranno già verificati da qualche parte della blogosfera, ma se così non fosse, come spero, sarebbe preoccupante pensare che siamo di fronte alla creazione di un ben triste precedente.

Non mi resta che esprimere a Phastidio tutta la solidarietà che merita, mentre attendo l’immediata quanto indolore chiusura di una vicenda che squalifica proprio chi l’ha innescata.

Aggiornamento: la professionaltà dilaga su Blogosfere.

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27 dicembre 2006

Maggio 2001: Pannella pronto a praticare l'eutanasia su Vesce

ROMA, 8 MAGGIO 2001 - Eutanasia: Marco Pannella si dichiara pronto a praticarla sull'ex militante radicale Emilio Vesce, in coma irreversibile dallo scorso novembre.

In una lettera - inviata per conoscenza al procuratore della Repubblica di Padova Calogero e ad Adriano Celentano - il leader radicale scrive con determinazione ai familiari di Vesce: "Come sapete, da mesi rifletto e soffro con voi sull'allucinante, indegna condizione cui leggi e bestialità della politica ufficiale hanno condannato voi quattro, a cominciare da Emilio. Voglio ripetervi, e assumermi la responsabilità di dichiararlo, che sono determinato a tentare di farla finita in qualsiasi modo mi sia possibile, con eutanasia o comunque la si possa chiamare o ritenere. “

PADOVA 12-05-2001 - "Emilio è morto, il calvario è finito". L'annuncio della morte dell'ex esponente radicale, colpito da infarto l'8 novembre scorso e da tre mesi in coma vegetativo, arriva per bocca della moglie Gabriella. E' lei che scrive la parola fine ad una vicenda umana che, nell'ultimo periodo, aveva assunto connotati politici. E' lei che sul necrologio che apparirà domani sui quotidiani scrive: Emilio Vesce è morto l'8 novembre scorso, quando è stato colto da infarto e arresto cardiaco”.

Questa è la prima tragica vicenda come è stata messa in scena da Marco Pannella già nel 2001! Sembrerebbe una sorta di copione pressochè identico da rivisitare in ogni opportunità simile.

Non è cinismo perlifero questo, ma semplice conoscenza e disincanto verso le sempre più controproducenti azioni pannelliane.

Se fossi stata un’intima amica di Welby sono certa che, se me lo avesse chiesto, avrei staccato quella orribile spina senza pormi problemi sui rischi giudiziari ai quali sarei andata incontro. Lo avrei fatto sapendo che quel gesto mi avrebbe tormentata per il resto della vita, perchè il mistero della morte non è nulla che si possa spiegare o trattare senza traumi profondi e profonde lacerazioni della nostra coscienza.

Però per lui avrei affrontato una vita di tormenti e di dubbi compiendo un gesto di pietà umana dalle conseguenze insondabili, sia psicologicamente che spiritualmente.

Ma se fossi stata un politico no, non l’avrei fatto! Nè per Welby, nè per Vesce, nè per nessun altro.

Avrei consigliato Welby di affrontare nel privato dei suoi affetti questo momento dilaniante, rassicurandolo sulla mia volontà di lottare per togliere allo Stato il suo disumano potere di vita o di morte che esercita su quelli che soffrono come lui.

Vesce e Welby sono morti “grazie” all’intervento di Pannella e dei suoi piccoli seguaci, ma ciò che, di conseguenza, forse sta per morire è la speranza per molti altri come loro di essere aiutati da molti compassionevoli medici a liberarsi dal dolore fisico e morale di un calvario che altrimenti apparrebbe senza fine.

Questi medici, segretamente ma “in scienza e coscienza”, oggi suppliscono a un pieno (non vuoto come usa dire) legislativo che condanna a una vita non vita migliaia di pazienti (dal latino patire), ma che se venisse istituita la commissione d’inchiesta urlata da Pannella sui loro atti di pietas non legali, si guarderebbero bene dall’intervenire ancora, sentendosi osservati , giudicati, processati e condannati.

Sia la famiglia di Vesce che Piergiorgio Welby erano consenzienti alla strumentalizzazione del loro caso, finalizzata ad ottenere la legalizzazione dell’eutanasia, ma questa strumentalizzazione, osservando attentamente, è andata ben oltre lo scopo idealizzato da loro stessi.

La prima vergognosa discrepanza che salta agli occhi è il silenzio mediatico che coprì la prima stesura del copione pannelliano sul dramma di Emilio Vesce. C’era una campagna elettorale in corso e soprattutto nessuno, tranne la “Lista Bonino”, riteneva opportunisticamente e partitocraticamente utilizzabile quella vicenda, nè a destra nè a sinistra. Forse che qualche lettore di questo post si ricorda quei giorni e quel nome?

Cosa molto diversa è stata la drammatizzazione della sofferenza Welby, la quale si è inserita nella piccola guerra di visibilità fuori e dentro via di Torre Argentina, dove si stava cercando da tempo di ridurre al silenzio Capezzone per il lancio mediatico in grande stile di Cappato (molto più a sinistra e fedelissimo di Pannella), per cui tutta la tragica sceneggiatura che ha commosso ed eccitato gli animi di milioni di italiani ha visto quest’ultimo sempre al centro della vicenda.

I nuovi alleati poi, si sa, detengono il controllo dei media italiani, con molte amicizie nelle redazioni della stampa estera, per cui è bastato lo schioccare di due dita e la grancassa mediatica è partita assordandoci, stordendoci e coprendo, proditoriamente, il disastro della finanziaria.

Tutti nell’Unione hanno recitato la loro parte a volte commossi, a volte arrabbiati, a volte persino poetici, ma sempre, irrimediabilmente, ipocriti!

Quanti cittadini in buonissima fede si sono lanciati a favore o contro la morte medicalmente assistita, intraprendendo guerre ideologiche su un tema, come quello sulla fecondazione (anche questa assistita), che mai troveranno un vinto e un vincitore.

I casi di coscienza come quelli scatenati dal mistero dell’inizio e della fine della vita umana poco si adattano a discussioni da blogger, se non, a mio modesto parere, quando incentrati sul principio liberale che vuole lo stato escluso da questi tormentati momenti privati di un individuo.

Tags: Eutanasia, Emilio Vesce, Piergiorgio Welby, Marco Pannella

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24 dicembre 2006

Buon Natale e Buon Anno !

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20 dicembre 2006

Di Pasolini, dei Pacs, dei conformismi, ecc

“Io conduco una guerra sui due fronti, contro la piccola borghesia e contro quel suo specchio che è certo conformismo di sinistra...”

Parole durissime di Pier Paolo Pasolini pronunciate in più occasioni, nella sua straordinaria vita di sé-dicente comunista ortodosso.

Ma ci sarà stato mai chi si è chiesto se quest’uomo fortemente individualista, non allineato, sconfinato nell’immaginazione, idealista, delicato nel cuore ma forte nella ragione, innamorato di quei contadini e di quei borgatari classificati marxianamente come proletari, si sarebbe riconosciuto anche solo un minuto di più nel comunismo, se avesse visto massacrare proprio loro, i proletari da lui idealizzati e venerati come angeli puri da proteggere dai tanti pericoli della modernità?

Probabilmente no, ma la sorte volle che venisse ucciso prima che cadesse il Muro e si cominciassero a contare i milioni di proletari sterminati da quell’ideologia da lui tanto amata.

PPP forse fu inconsapevolmente un liberale compassionevole, però l’aver vissuto il fascismo e aver abbracciato l’antifascismo (fonte di tutte le fortune del partito comunista più longevo d’ occidente) lo condussero inevitabilmente a riversare il proprio idealismo poetico in quella ideologia di cui la terra della sua giovinezza era pervasa.

Il poeta morì prima che quella sinistra conformista si rivelasse in tutta la potenza egemonica esercitata da padrona, coi padroni e per i padroni, da lui sempre definiti fascisti.

In questo gioco dei se e dei ma di una blogger randiana tutto è permesso, anche osare immaginare che se Pasolini nel suo sogno di giustizia avesse incontrato Ayn Rand invece che Carlo Marx avremmo avuto un conservatore compassionevole piuttosto che un utopista egalitario.

Pasolini era omosessuale e amava i ragazzi, fino a morire dell’amore per quel mondo violento e notturno popolato dai “ragazzi di vita”, dove ogni notte rischiava di perdersi per sempre.

Ma nessuno lo avrebbe mai chiamato gay! Da scrittore e da poeta fu un feroce difensore della lingua e dei dialetti italiani; come avrebbe potuto, un siffatto esteta, tollerare l’imperversare del termine gay?

Lo avrebbe probabilmente bollato come insulso prodotto del genocidio culturale operato dalla borghesia dominante, poiché non si avvide mai del genocidio reale che devastava le coscienze dei giovani, vittime dell’egemonia di quella intelligencjia di sinistra sulla quale riponeva le speranze, sempre tradite, di “redenzione” del mondo.

Chissà cosa penserebbe oggi il “Corsaro” a proposito del conformismo di cui sono affetti gli omofili del 2000? Lui, che avrebbe abrogato l’istituto del matrimonio, detestava persino i primi sparuti e coraggiosi gruppi organizzati, rei ai suoi occhi di voler scimmiottare il conformismo piccolo borghese degli eterosessuali.

Pier Paolo Pasolini è morto prima di poter assistere alle nozze dei gay spagnoli e alle battaglie di Grillini per i Pacs, ma non è difficile immaginare cosa ne avrebbe scritto.

Avrebbe ancora denunciato il genocidio culturale, il conformismo di sinistra e la coazione sociale, esortando a minore ipocrisia i movimenti e i loro sostenitori politici, i quali, dice bene Benedetto Della Vedova, fingono di non accorgersi di proporre un istituto matrimoniale parallelo a quello già esistente, noto come matrimonio civile.

In fondo le coppie gay dovrebbero avere più coraggio e chiedere un ordinamento ad hoc che le tuteli, senza nascondersi dietro le coppie di fatto eterosessuali che di un Codice già si possono avvalere.

Apparirebbe peraltro paradossale e contraddittorio, da parte delle coppie unitesi liberamente fuori dalle tutele e dai doveri imposti dalle unioni civili, rivendicare un succedaneo di questo istituto, del resto alternativo ai matrimoni religiosi.

Verrebbe inoltre da eccepire che una tale rivendicazione non sarebbe coerente con una scelta responsabile di libertà, quasi sempre motivata dal desiderio di affrancarsi da ogni convenzione sociale imposta con la carta bollata.

Quindi i Pacs solo alle coppie gay e al grande artista Pier Paolo Pasolini la meritata pace, sperando che possa perdonarmi per questo azzardo di post.

Da Pasolini.net: la canzone da “Cosa sono le nuvole?”, il film più poetico del grande regista, parere personale.

Aggiornamento del 27 dicembre 2006:

Dal Corsera: Paolo Poli e le unioni omosessuali

Tags: Italia, Politica, Pacs, Pier Paolo Pasolini, Gay, Ayn Rand, Comunismo

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18 dicembre 2006

Jesse Tex, il Navajo soldato di Israele

La storia della nascita e della contrastata esistenza dello Stato di Israele è anche questa, raccontata qui da Rodolfo Ballardini per RID-Rivista Italiana Difesa).

L’epopea millennaria del popolo ebraico ci ha sempre emozionati e stupefatti per la sua mirabile e immensa gamma di personaggi che l’hanno animata e condotta fino a noi, rendendola immortale e facendocela rivivere attraverso milioni di pagine ancora vive nelle antiche scritture.

Grandi nomi, grandi imprese e grandi miracoli di cui conosciamo forse troppo poco ma dai quali, ebrei o no, credenti o no, siamo stati toccati e plasmati tutti.

Ma anche per chi non crede ai miracoli o alle casualità dell’esistenza, scoprire un’altra piccola meraviglia nell’oceano delle gigantesche o ordinarie imprese dei figli di Abramo è comunque causa di rinnovata fascinazione.

E’ naturale, in un simile contesto, chiedersi come sia potuto accadere che un indiano navajo, nato e vissuto amando religiosamente le terre e gli spazi sconfinati della sua Arizona, abbia sentito il richiamo degli “angusti” deserti pietrosi della terra di Israele e sia partito, abbandonando i suoi fratelli e la sua tribù, per arruolarsi nell’IDF e combattere contro gli Arabi per la sopravvivenza del nascente Stato ebraico.

Come scrive Ballardini Jesse Tex Slade era un “soldato solo” che, come tanti altri uomini e donne, solitariamente aveva abbandonato tutto per la causa sionista, con una non trascurabile evidente differenza dagli altri: lui non era ebreo!

Quello che ci incanta oltremodo è il sapere che il guerriero Jesse Tex Slade andava in combattimento recando le insegne sacre della sua tribù, un Crocefisso e una Mezuza, piccolo contenitore di brani dell’antica Bibbia ebraica.

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13 dicembre 2006

Norvegia: 13 dicembre, Santa Lucia

Questo video molto amatoriale vi racconterà di una dolce Norvegia sempre fortemente legata alla tradizione (non al culto) della santa amata, insieme a S. Hans, nei Paesi delle lunghe notti nordiche: Santa Lucia, la portatrice della luce.

Questi bambini (quest’anno un tantino indisciplinati e con vocina fuori dal coro) sono i piccoli messaggeri dell’avvento del solstizio d’inverno che un tempo era la vera grande festa pagana (in fondo lo è anche oggi, anche se si chiama Natale) del popolo scandinavo.

Le immagini sono state riprese in uno dei tanti posti di lavoro nei quali, allo stesso modo che nelle scuole e in quasi tutti i luoghi pubblici, i bambini portano la loro infantile compunta esibizione canora in cambio dell’incontro con Julenisse (non letteralmente: Babbo Natale) che distribuisce loro regali e scherzi.

Questo post semplice e improvvisato, per chi lo gradirà, sarà un piccolo regalo pre-natalizio offerto agli amici da Perla.

Tags: Cultura e tradizione, Norvegia, Bambini norvegesi, Santa Lucia, Solstizio d'inverno, Natale

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12 dicembre 2006

I soci in affari

Pare che finanziare i dittatori comunisti sia un bisogno irrefrenabile al quale i governi di centrosinistra non possano resistere.

Tutti i governi, s’intende, anche quelli dei comuni e delle regioni amministrate da lorsignori biancorossi.

Naturalmente Fidel Castro è tra i maggiori, se non il maggiore, beneficiario di tanta munificenza italiana concessa col denaro sottratto alle casse dello Stato e degli enti locali, nelle quali il centro sinistra sa mettere le mani con sempre esemplare destrezza.

Ed è peraltro singolare che questi amorosi sensi verso il dittatore cubano (a carico dei contribuenti italiani) non suscitino mai scandalo e generale riprovazione nei media, tra gli opinionisti e neppure tra i politici del centrodestra.

Telekom Serbia e Telecom Cuba sono state partorite entrambe nel 1997 dalle stesse menti perverse dell’Ulivo di Prodi-Dini-Ciampi, eppure non ci fu nessuno scalpore per il finanziamento al regime repressivo castrista, anche se venne elargito con le stesse modalità surrettizie applicate per sostenere l’altro criminale Milosevic.

La STET, acquisendo una forte partecipazione della società telefonica Etecsa di proprietà della famiglia Castro, compì un’altra operazione finanziaria fallimentare, sia economicamente che politicamente, attirando per giunta sul nostro Paese le dure critiche degli Stati Uniti che contro quella dittatura attuavano un rigoroso quanto arcinoto embargo.

Questi fatti si sono consumati nel silenzio della grande stampa e di tutti i massmedia, che, come è internazionalmente noto, vengono controllati e pilotati dal Cavaliere Berlusconi, vero nemico della libertà di informazione.

In realtà quando nel 2003 l’on. Perrotta di Forza Italia sollevò la questione in Parlamento e Giorgia Meloni organizzò una manifestazione di protesta di Azione Giovani, allo scopo di conoscere la verità su questo inquietante affair, l’opinione pubblica fu ancora lasciata all’oscuro di tutto.

A nulla valse neppure l’appello di “Reporters sans Frontières”

che denunciava la “compartecipazione” di Telecom Italia alla repressione della dissidenza cubana.

Sorda a ogni appello la Telecom ha continuato e continua a foraggiare il regime di Fidel Castro, finanziando l’Etecsa e supportandola, con la sua tecnologia, nel controllo e nella censura di ogni espressione di libertà del popolo cubano.

Quanto l’operazione Telecom Cuba sia nata in perdita è evidente anche a chi non abbia specifiche nozioni di mercati e di finanza.

L’espansione delle reti telefoniche e telematiche e in diretto rapporto col grado di libertà di parola esistente in una nazione.

Come ci si è potuti attendere che questa espansione avesse corso a Cuba dove il regime comunista reprime con tutti i mezzi quel fondamentale diritto? Nè Prodi nè i suoi alleati comunisti ce lo potrebbero mai spiegare.

Qui alcuni bilanci e contenziosi che la Telecom Italia sopporta, a testimonianza dell’uso surrettizio della sua partecipazione nell’Etecsa finalizzata a sostenere il regime di Fidel Castro.

Ed ecco qui un quadro della situazione nella quale versa la telefonia nell’isola cubana, offerto da un italiano innamorato di Cuba.

Nei giorni scorsi i Radicali, in preda a un’ennesima crisi di identità da schizofrenìa politica, hanno invitato in Italia alcuni dissidenti cubani in esilio, per farli incontrare con le autorità italiane alle quali poter rivolgere accorate richieste di aiuto. Peccato però che le autorità in questione siano le stesse che da sempre sostengono con ogni mezzo il regime del loro implacabile oppressore,. Ma tant’è...

Tags: Ulivo, Telecom Cuba, Telecom Serbia, Dissidenti cubani, Fidel Castro, Dittatura comunista

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8 dicembre 2006

Onu: ancora troppe barriere all'accessibilità web

Dal blog di Phastidio.net i sorprendenti e un po' scoraggianti risultati di uno studio commissionato dalle Nazioni Unite per valutare l'accessibilità nei siti Internet nel mondo.

Ciò che più fa riflettere, dopo aver letto il post, è constatare come bastino piccole omissioni o altrettante piccole intrusioni informatiche per creare strappi importanti alla trama della rete super globalizzata di Internet e alle sue potenzialità di business e di totale libertà di interazione tra i navigatori.

Ovviamente i c.a.p.t.c.h.a. ottici sono annoverati tra i peggiori intrusi che inceppano gli ingranaggi del magico sistema del network.

Sul blog di Libertyfirst troverete i codici per copiare il banner della Campagna contro i captcha ottici.

Tags: Onu, Internet, Accessibilità web, Captcha ottici

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5 dicembre 2006

Verrà il giorno in cui i pm processeranno Dio

Ci siamo! Li hanno rinviati a giudizio! Pollari, Farina e alcuni agenti della CIA saranno processati!

La Giustizia con la g maiuscola, appunto, vince ancora!

L’infallibilità e l’intangibilità dei pubblici ministeri resistono e trionfano. Persino ai Papi sono state disconosciute tali prerogative delle quali si sono avvalsi per secoli, ma ai magistrati italiani no, essi sono al di sopra anche di Dio.

Nonostante ieri scrivessi questo post mentre attendevo la lettura di questa notizia, ora che è stata diffusa e commentata da molti politici, tra i quali Silvio Berlusconi, resto comunque sbigottita.

Rimane da chiedersi se la sicurezza nazionale e l’incolumità del singolo cittadino non siano sempre più a repentaglio, insieme a un’incertezza di giustizia nelle mani di individui senza controllo e, come concede anche Mastella qui, immuni da ogni chiamata di responsabilità.

Quando il direttore dei Servizi di Sicurezza di uno stato deve trovarsi un avvocato il quale, come se difendesse un qualunque imputato, afferma: “...rimaniamo convinti di dimostrare la nostra innocenza...” (?!) vuol dire che le istituzioni sono alla follia.

Ma quale cittadino di buonsenso vorrebbe Pollari e Farina riconosciuti colpevoli e condannati per aver fermato con ogni mezzo un terrorista?

Un liberale concede poche deleghe allo stato, una di queste è la tutela della sua sicurezza, pertanto pragmaticamente riconosce che certe minacce possono essere affrontate solo con mezzi di contrasto non ordinari e, senza ipocrisie, insindacabili.

Tags: Italia, Politica, Sismi, Pubblici ministeri, Nicolò Pollari, Renato Farina, Silvio Berlusconi

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4 dicembre 2006

Segreti di Stato

Porta ancora il n. 9520/95 il fascicolo secretato dai pm Boccassini e Colombo, mai espugnato da nessun potere dello Stato.

Per anni i difensori di Silvio Berlusconi e Cesare Previti si sono battuti affinché si potessero conoscere i misteriosi contenuti dell’inchiesta avviata contro di loro e coperti dal segreto istruttorio più ridicolo, patetico, inutile e lesivo del diritto fondamentale di difesa di qualunque imputato.

In un clima di attentato contro “potere” giudiziario e contro la tenuta stessa della Democrazia, che ha visto trionfare i pm milanesi sui veri Poteri costituzionali, legislativo ed esecutivo, il fascicolo contro ignoti relativo alle inchieste SME e IMI SIR protetto più dell’oro di Fort Knox, è rimasto inconsultato e inconsultabile.

Neppure la sentenza della Cassazione che sottrae Previti dalle grinfie delle due toghe rosse della Procura di Milano, aprirà mai quello scrigno dove, alla luce degli ultimi avvenimenti, si può immaginare con quante bufale possano essere stati riempiti quei faldoni.

Nessuno osi violare il tempio milanese della Giustizia, quindi! A meno che non sia il tempio stesso a violare sistematicamente il segreto istruttorio corrispondendo fittamente coi direttori dei quotidiani amici!

Ma ciò che prova quanto i rapporti di forza tra istituzioni, in Italia, siano fuori controllo e fuori dalla ragione, sono le inchieste partite da quella blindata Procura contro il SISMI!

I dirigenti dei servizi segreti, dai quali dipende la sicurezza della nazione, costretti ad apporre ufficialmente il timbro “secretato” sui documenti relativi a delicatissime azioni intraprese nella loro attività di spie, per non essere processati dai colleghi di quelli del “giù le mani dal fascicolo 9520!” (?!)

Evidentemente Pollari si era sempre occupato di inezie e di piccoli ladri di galline. Nulla pertanto che avesse potuto giustificare segreti di Stato imperscrutabili, come quelli determinati dalla pericolosità di due feroci criminali del calibro di Cesare Previti e Silvio Berlusconi!

L’ultima riflessione, ma forse la più logica, deriva dalla constatazione che, grazie all’ennesima azione dei pm, questa sinistra si è impadronita anche dei vertici dei Servizi segreti.

Tags: Politica, Toghe rosse, Berlusconi, Previti, Boccassini, Pollari, CSM, SISMI, Fascicolo 9520

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Quelli del no ai captcha ottici

Ovvero:

why does you use CAPTCHA?

Da un’idea di Kaelidan, grazie alla creatività e alla competenza informatica di Libertyfirst, con la supervisione di Phastidio (primo e importante co-promotore della campagna anti captcha ottici), è nato questo banner a favore dell’accessibilità completa al web.

La soluzione che viene proposta è di gran lunga più fruibile di quella con guida audio molto poco agibile e funzionale.

-Il logo è già stato adottato da:

Phastidio.net

Ventinove Settembre

Kaelidan

Mattinate Fiorentine

Quartierelibertarian

I Diavoli Neri (Bisquì si è sempre impegnato molto nel cercare alternative ai captcha ottici)

John Christian Falkenberg

-Si stanno organizzando:

Lontana

e

Monica

-Hanno già provveduto a rimuovere i captcha:

Lo Pseudo Sauro

Blacknights

Abr Neoquidnimis

Sgembo

SmokeAndThink

...e molti altri.

Infine un’altra testimonianza sull’inutilità degli antispambot ottici:

AlastairC

Tags: Internet, TocqueVille, CAPTCA ottici, Accessibilità, Barriere informatizzate, Banner intelligenti, Abili, Disabili

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