27 giugno 2007

Disperatamente, mediaticamente Veltroni

Se qualcuno ricorda le prime convention di Forza Italia e il sarcasmo feroce che riempì i pochi spazi di informazione che se ne occuparono, forse potrà comparare quel clima di superiorità ostentata dagli aristocratici partitocrati e dalla loro intelligentja di supporto con quanto sta succedendo in questi giorni.

Pochissimi furono gli opinionisti e i politici che trattarono le manifestazioni dei primi azzurri, che si riunivano a Roma per ascoltare il nuovo leader antipolitico Silvio Berlusconi, con serietà e attenzione.

Al contrario quanta satira e quanti insulti accompagnarono i primi passi del partito di plastica, come veniva chiamato dalla vasta platea di denigratori!

L’inno degli azzurri fu il bersaglio di sfotticchiamenti e persino l’abbigliamento e il portamento dei primi attivisti furono oggetto di scherno. E che dire del quoziente intellettivo delle donne e degli uomini che gremivano quelle sale con quei ridicoli gadget di produzione Fininvest?

Nessuna utilità democratica, nessuna serietà istituzionale, nessuna qualità e prerogativa politica veniva riconosciuta al Cavaliere Nero della Brianza!

D’altronde, poco tempo prima, un grande congresso convocato dal segretario del Pci, Occhetto, in un quasi anonimo salone dei congressi della discreta Bolognina, immerso nella commozione di migliaia di delegati eletti e investiti di rappresentatività statutaria, provenienti dalle sezioni periferiche del partito comunista, aveva deliberato, con la morte nel cuore e la rabbia che ne dilaniava la leggendaria unità mai prima sacrilegamente minata dai suoi militanti, la cancellazione del troppo impopolare quanto elettoralisticamente impresentabile termine -comunista-!

Che serietà nella macchina da guerra del neonato Pds e che orrore nei toni da imbonitore di televendite di quel riccastro così ridicolmente prestatosi alla politica, signore dell’effimero e di un inconsistente elettorato!

Tutto questo avveniva quindici anni fa e avvenne ancora per tanti altri anni a seguire, finché gli ingessati congressi della sinistra e i partiti alleati cominciarono a subire una metamorfosi berlusconiana che prese origine coi fax, anzi col popolo dei fax (un nuovo soggetto non convenzionale e fuori dai dettati statutari) che plebiscitariamente designava il segretario più “telegenico” del momento!

In quanto a spettacolarità il Pds, Ds, Ulivo, Uniti per l’Ulivo, Fed, Gad, Unione ecc. superarono il loro nemico-rivale antesignano della politica alleggerita dei passaggi democraticistici e assemblearistici, prerogativa dei senili partiti burocratizzati.

Ma se Forza Italia non aveva alternative, in quanto non disponeva di nessuna struttura organizzata nel territorio, i dirigenti del partito azienda più sovieticamente e perfettamente radicato ovunque, bé ... una mattina si son svegliati e han trovato... quanto fossero invecchiati e obsoleti nel nuovo mondo di Silvio Berlusconi.

Quindi, messa da parte la sindrome della volpe e dell’uva, si gettarono a capofitto nella politica hollywoodiana!

Basta coi noiosi congressi fatti di segretari eletti attraverso le lunghe e pesanti discussioni diuturne sulle mozioni e basta coi discorsi troppo impastati nel politichese che il solito odiato Berlusconi aveva ormai resi invisi agli italiani, anche a quelli di sinistra!

E allora avanti coi nani e le ballerine! Con gli effetti speciali di ogni genere e soprattutto con le investiture telecomandate dei leader!

Nessuno, infatti, elesse Prodi a leader dell’Unione, salvo che non si vogliano definire elezioni quelle patetiche primarie di due anni fa e nessuno dei delegati rappresentanti degli iscritti eleggerà Veltroni per via assembleare, discutendo, emendando e votando la sua mozione, contrapposta a quella di un altro candidato.

Obbediente agli ordini il popolo della sinistra si è passivamente trasformato in tele-elettore, pronto ad acquistare il soap-leader che gli viene proposto. Prodi o Veltroni? Per lui pari sono.

In queste ore, grazie allo strapotere mediatico di questa dittatura della minoranza unionista, Walter Veltroni, il maestro incontrastato della spettacolarizzazione della politica, pagata anche a carissimo prezzo dai cittadini di Roma, sta esponendo la sua mozione programmatica all’intero Paese!

E’ inconcepibile quanto sta avvenendo.

Il futuro segretario di un’associazione non riconosciuta (così i partiti politici sono definiti dal diritto costituzionale), rappresentante di un gruppo di liberi e privati cittadini uniti da un sentire politico condiviso, senza essere egli vincolato dal voto e dal diritto dei rappresentanti degli iscritti che sovranamente, letta la mozione del candidato, dovrebbero decidere in congresso, sta parlando alla nazione intera come solo un candidato alla presidenza del consiglio potrebbe permettersi.

Ma, alla fine, che valore hanno le “suadenti” parole di Walter Veltroni dal Lingotto di Torino? Esattamente quelle di un televenditore che sa di dover indorare un prodotto scaduto e scadente con la sua “simpatia” personale!

Che dire quindi? Soltanto che il centrosinistra è veramente alla disperazione se non riesce a fare politica senza i fuochi d’artificio e gli effetti speciali che ormai tanto speciali più non sono.

E se oggi Veltroni si dice sia portatore di un dieci percento in più di voti all’Unione, contiamo tranquillamente sull’effimero e inconsistente peso di un uomo dall'infanzia devastata, vissuta negli studi di posa della Rai.

Ma scherzi a parte, checché ci provi e ci riprovi a fare il finto liberale, rimane fondamentalmente il giovane comunista della Fgci che mai alzò un dito quando l’Urss commetteva i peggiori crimini, o quando un ragazzo di nome Jan Palach si diede fuoco in piazza per protesta contro l’invasione dell’Armata rossa a Praga.

Nb.: chiedo scusa per i molti refusi ma sono davvero di corsa!

Tags: Veltroni, Partito Democratico, Berlusconi, Forza Italia

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