Il paradosso Levi Montalcini
Ieri Prodi ce l’ha fatta ancora e ha ottenuto la maggioranza al Senato.
Il decreto fiscale è stato approvato grazie all’interpretazione molto restrittiva del regolamento, attuata per impedire all’opposizione la possibilità di discutere il decreto per parti separate.
Questo modo di interpretare le regole o quello di violarle pur di battere l’opposizione ha contradistinto questo Governo fin dal primo giorno dell’elezione del Presidente Franco (o Francesco?) Marini.
Ma è Rita Levi Montalcini che, per la prima volta (almeno da quanto ne sappiamo), ci svela la strada del voto di scambio e del ricatto (a fin di bene, sia chiaro) che potrebbe portare verso chine pericolose.
Ce lo conferma indirettamente il senatore eletto Pallaro, protagonista di un episodio analogo a quello della senatrice a vita e che, giocoforza, ci fa immaginare un nuovo scenario istituzionale.
Mettiamo pertanto che questo Governo sia conscio di trovarsi in bilico sull’orlo
del baratro (con Mr. Magoo-Prodi non è dato per certo).
Mettiamo che sia retto solo dalla forza di volontà di qualche ultra ottuagenario
senatore solo di nomina.
Mettiamo che molti dei senatori eletti siano fortemente consci del proprio
stra-potere di veto.
Mettiamo che non tutti costoro siano degli extra-terrestri come Rita Levi
Montalcini, geniale come scienziata ma infantile come politica.
Mettiamo che tanti senatori assomiglino più al miliardario Pallaro, scafato e smaliziato uomo di mondo.
Mettiamo che a qualcuno non siano bastati vantaggi già acquisiti in cambio
della fedeltà assoluta al voto di coalizione.
Mettiamo che, parziali amministrative incombendo, un senatore decida di
fregiarsi di un bel risultato personale da offrire all’elettore del suo
collegio.
Mettiamo che tutto quanto sopra sia plausibile e ciascun membro o gruppo
del Senato voglia beneficiare del suo voto di scambio, cosa avverrebbe
della Costituzione?
Vivremmo il paradosso delle leggi varate sotto il ricatto del senatore più
scaltro, bramoso di visibilità e personale successo?
Metà del Senato diverrebbe sede del potere legislativo e di quello esecutivo
sostanzialmente sovrapposti?
Perchè non potrebbe succedere?
Paradossalmente parlando potrebbe succedere, a meno che a Prodi non riesca
ogni volta il giochetto delle tre carte che abbiamo visto vincente con Levi Montalcini e Pallaro.
O, paradosso nel paradosso, a meno che non succeda che l’UDC non faccia il salto sul carrozzone del centrosinistra, guidandolo lontano dal precipizio.
Tags: Politica, Governo Prodi, Senato, Maggioranza in minoranza, Rita Levi Montalcini, Luigi Pallaro
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