31 gennaio 2007

I rassegnati

Da oltre vent’anni, da quando cioè Marco Taradash lanciò la prima rassegna stampa, non ho mai smesso di appassionarmi a questa lettura mattutina dei giornali.

Capire di politica, in una sorta di “Selezione Reader Digest parlata” dei quotidiani, diventava ancora più facile, grazie alla focalizzazione critica, impostata dal redattore, degli argomenti affrontati dagli opinionisti e politici in modo diverso e, molto spesso, opposto.

Taradash ha insegnato a molti a sviluppare un maggior senso critico nel leggere la cronaca della politica anche, o soprattutto, tra le righe e le pieghe delle notizie. Nelle parole dure degli oppositori egli scovava la volontà di compromesso con la maggioranza e tra le parole tranquillizanti di alleati di governo vedeva celarsi il veleno del ricatto dell’opportunista di turno.

Quella Radio Radicale regalò agli ascoltatori anche un altro spietato lettore, munito di lente di ingrandimento, che ogni settimana svelava quanto veniva scritto su Israele e dintorni dai giornali, in grandissima parte inconfessabilmente antisemiti senza volerlo dare a vedere.

Angelo Pezzana smascherava, con puntigliosa analisi persino dell’uso della sintassi e della semantica presente in quegli articoli, l’ipocrisia a volte patente e a volte latente dell’informazione scorretta.

Da allora, da prima di allora, fino ad oggi, nulla è cambiato, salvo il consolidamento del regime di sinistra e la perdita di controllo di ogni freno inibitorio da parte della grande e piccola stampa fiancheggiatrice.

Oggi siamo all’apoteosi. Le rassegne stampa ci inondano da ogni dove si faccia informazione o intrattenimento e seguirle tutte diventa un esercizio estenuante quanto inutile. E’ il caso di dire che, ascoltata una, sentite tutte! A parte Taradash (ascolto non più quotidiano su RR), tutti gli altri autori di questa rubrica danno una lettura unionecentrica delle notizie.

Conoscere le iniziative dell’attuale opposizione è impresa impossibile, forse perchè sono scarse, o forse perchè non notiziabili quando non sono funzionali a creare consenso intorno a Prodi.

L’unica opposizione che trova spazio nelle prime pagine è quella stessa sostenuta dagli alleati dell’attuale maggioranza. Come dire? Se la suonano e se la cantano da soli, togliendo alla minoranza anche la soddisfazione di opporsi, visto che lo spazio di quest'ultima è già occupato dai partiti interni alla maggioranza.

Tre sono i canali radio che più esemplificano quanto sopra: Radio Radicale, GrParlamento e Radio3.

RadioRadicale all’Unionecentrismo unisce un parossistico Pannellocentrismo; secondo la sua rassegna stampa, intitolata paradossalmente ancora: “Stampa e regime” dagli stessi uomini del regime che sta imperversando nel Paese, il mondo si è concentrato su due soli eventi: le iniziative di Marco Pannella e l’epopea del governo Prodi coi suoi partiti satelliti.

Gr Parlamento, schierata senza se e senza ma col centrosinistra, è la prova dell’uso allegramente clientelare che l’azienda pubblica Rai fa del denaro dei contribuenti. In Rai, è notorio, le mansioni che possono essere svolte da un solo impiegato vengono affidate finanche a quattro, per accontentare questo o quel politico di turno, e lo stesso avviene per la lettura dei giornali su Gr Parlamento, dove, unico esempio nel panorama generale, a leggere gli articoli si trovano fino a tre giornalisti per volta!

Tutto sommato, l’unica rassegna dell’informazione che merita un certo apprezzamento è quella di Radiotre, dove i titolari della trasmissione si alternano settimanalmente, provenendo da tutte le testate giornalistiche del panorama informativo nazionale.

Quello che, in conclusione, trasmettono queste letture giornaliere è la rassegnazione a uno strapotere di un centrosinistra senza opposizione, se non quella del re.

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