1 febbraio 2007

Amore e tosse non si possono nascondere

Ovidio aveva perfettamente ragione, nulla da ridire, ma in politica la tosse, specie se molto nervosa, riesce agevolmente a coprire i sospiri degli amanti. E questa mattina i colpi di tosse si sono diffusi come colpi di cannone esplosi da ogni postazione giornalistica, in un fuoco incrociato contro il Cavaliere Azzurro.

La lettera che, imprescindibilmente e inevitabilmente pubblica, Silvio Berlusconi ha inviato a Veronica stava colorando troppo di rosa e di azzurro, con qualche pennellata di rosso passione, il grigio orizzonte degli italiani.

I mass media planetari si sono svegliati più agguerriti che mai, con i redattori di Repubblica e Corriere impegnati a imbeccarli, come da sempre fanno, specie se di mezzo c’è l’odiato Cav. Ecco un esempio, in questo caso pubblico, di come Massimo Giannini prova a intortare gli ascoltatori della Radio Svizzera.

Ed ecco Stefano Folli, acido nel suo falso moderatismo; ecco Sergio Romano, fintamente dispiaciuto per il teatrino messo su da Berlusconi; scontato è arrivato l’editoriale di Merlo (ci si sarebbe stupiti non l’avesse scritto); e non poteva mancare il corrosivo Ceccarelli. Anche lui ha sparato le sue palle di fiele dentro il mare di miele delle parole del capo dell’opposizione che stava seducendo l’immaginario degli elettori, di ogni sesso e di ogni età.

Non si è trattato di sano cinismo uscito dalle menti di questi e di tanti altri opinionisti e politici, ma dell’uso chirurgico delle parole, per demolire, con raffinatezza o no, il sempiterno nemico.

Se Miriam Bertolini alias Veronica Lario in Berlusconi sia stata spinta da un bisogno violento di essere rassicurata dal suo amante distratto (qualche volta le donne passionali lo fanno nei modi più rabbiosi possibili, con tutti i mezzi a loro disposizione) o se invece la invidiatissima lady abbia voluto inviare minacce cifrate al patron della Fininvest, lo sapremo presto.

Qualunque sia stato il calcolo nella mente della first lady, certo non ha tenuto conto della reazione a catena che il suo gesto ha prodotto e continuerà a produrre. A meno che, come insinuano altri, il suo non sia stato altro che un assist al marito uomo politico.

Un assist che però non sarebbe giustificato da esigenze di maggiore consenso intorno al leader della Cdl, visti i sondaggi lusinghieri che rassicurano il Cav. e FI, in special modo.

Un’altra circostanza rende difficile da interpretare la lettera di Veronica, e cioè l’uscita in contemporanea (impossibile che le fosse ignota) dell’intervista al marito, che la Latella (vecchia conoscenza della signora Berlusconi) aveva appena pubblicato sul suo settimanale A.

Un’intervista dove il fedifrago si proclama felice e fortunato di avere una moglie come la sua. Alla domanda che sorge spontanea: “a chi giova?” una risposta potrebbe esserci: a tutti, tranne che a donna Veronica. Infatti questa pagina di amore/affari/politica ha giovato a Repubblica, ha giovato a Silvio Berlusconi che nonostante i suoi settant`anni si può permettere di parlare d’amore e scaldare i cuori di milioni di persone, come fosse una giovane star del cinema, di quello più romantico.

Ma ancor di più contano la sua autodifesa e le parole inequivocabili sull’amore per la famiglia inseritisi proprio nel giorno in cui il governo ha messo ai voti la mozione sui Pacs, che, a torto o a ragione, la sua parte politica indica come dissolutori dell’istituto familiare.

Amore o politica, quindi? Diciamo amore, di quell’amore insicuro che ha bisogno di grandi risposte per essere rassicurato.

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