19 febbraio 2007

Norvegia-Italia, mal comun...ista...?

Ebbene sì, costa fatica ammetterlo, ma anche la Norvegia si trova a fare i conti con un governo socialdemocratico nella quale maggioranza sono entrati i socialisti pacifisti, ambientalisti e demagogisti.

L’Arbeidspartiet (Partito del lavoro) che dal 1935 guida quasi ininterrottamente tutte le legislature norvegesi, dopo la risicata vittoria dello scorso anno, ha dovuto arruolare anche l’SV (Sinistra socialista) per formare il governo.

Purtroppo, per effetto di quella formidabile macchina politica (molto rafforzatasi in questi ultimi anni) chiamata Internazionale socialista, pare che, nelle pur numerose divisioni ideologiche e filosofiche, tutti i partiti social-comunisti europei finiscano sempre con l’accordarsi, accomunati dall'antico sentimento antiamericano e antiisraeliano.

Il povero primo ministro Jens Stoltenberg si trova quindi a fare i conti col mal di pancia della sua estrema sinistra e a doversi esibire in acrobazie verbali quando la NATO gli chiede più contributi in termini di soldati da mandare in Afghanistan.

Che fare? Nulla, secondo la SV, semplicemente non si inviano i 150 uomini pattuiti durante la conferenza dei 26 capi di stato del patto atlantico, svoltasi a Riga nel novembre scorso!

Nulla di più difficile! L’opposizione, Fremskrittspartiet (Partito progressista, liberale) in testa, accusa il governo di stupidità e di slealtà con gli USA che manda a morire i suoi cittadini mentre la Norvegia cerca di nascondersi dai pericoli dislocandosi a Kabul invece che nel sud del paese, dove i Talebani costituiscono la minaccia vera.

Fin qui lo spettacolo sembrerebbe praticamente identico a quello messo in scena dal barcamenante governo rosso-verde italiano.

Non è così. Il provincialismo della politica e del giornalismo italiani non si trovano nella piccola Norvegia, la quale, nonostante l’influenza dei redattori di Repubblica (privilegiati corrispondenti dall’Italia), mantiene la sua impostazione di pluralità di opinioni, nel dare una notizia. E se il tg della tv di stato diffonde la manifestazione dei giovani, anzi giovanissimi, militanti dell’SV che in duecento circa manifestano a Oslo, senza la presenza di deputati e tantomeno di ministri del partito, ritiene altresì utile trasmettere una lunga intervista al portavoce della NATO, mr. James Appathurai!

Capita, in questo modo, di sentir porre al severissimo esponente dell’organizzazione per la difesa militare dell’Occidente le stesse domande che vorremmo sentir porre dai nostri inviati del tg1 in questo frangente.

E quando mr. Appathurai si dice sereno perchè certo che il primo ministro norvegese ricorda bene cosa ha firmato a Riga viene automatico sostituire all’aggettivo “norvegese” l’aggettivo “italiano”.

Il giornalista scandinavo insiste e chiede se l’intervistato sa delle preoccupazioni che vive la Norvegia ed è allora che Appathurai dice qualcosa che il domestico Gianni Riotta non amerebbe mai far sapere e cioè che le uniche preoccupazioni che contano sono quelle dei paesi più generosi che vedono tornare i loro soldati dentro le bare.

Tags: Norvegia, Italia, Nato, James Appathurai, Informazione

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