28 marzo 2007

Stampa libera...di tacere

In molti pensiamo che su tutta la grottesca vicenda di Vallettopoli dovrebbe calare un tendone pietoso, visti i registi e tutta la varia umanità che ogni giorno la anima.

Un’altra inchiesta che agiterà (come ciclicamente avviene già da prima dei tempi di Fanfani e le belle di giorno degli anni cinquanta) gli sfavillanti palazzi della politica da sempre visitati dalle signore/i desiderabili e desiderate dagli uomini tanto stressati e tanto bisognosi di sciogliere, tra accoglienti e costose braccia, le proprie opprimenti tensioni accumulate nel loro ruolo di potenti.

Da infiniti decenni si replica, a ogni fiammata giudiziaria cambiano gli attori ma non cambia il copione, se non nel titolo.

Chi ricorda i famosi “Balletti rosa” o quelli più imbarazzanti “Balletti verdi”?

Gli ingredienti erano sempre gli stessi: sesso, droga e rock & roll, il tutto ad uso e abuso dei vip del momento.

La coltre di omertà è ogni volta totale e le sue trame hanno sempre come garanti proprio gli stessi operatori dell’informazione.

Ogni fase si è consumata per anni in una sorta di normalità e di pratica diffusa e, in parte, ostentata di dolce vita condivisa, tollerata, accondiscesa in tutti gli ambienti coinvolti.

Quasi mai questa cortina è stata strappata da un’inchiesta giornalistica, ma piuttosto dal “tradimento” di qualche “gola profonda” che si scagliava in tremende vendette personali di sempre difficile interpretazione.

Oggi, volenti o nolenti, siamo tutti a conoscenza

dell’uso spregiudicato delle intercettazioni telefoniche a gò gò disposte dai pm, con buona pace della privacy, affetti da protagonismo e solleticati da strani individui che protagonisti ormai non sono più.

E ancora volenti o nolenti, certo più nolenti, assistiamo, impotenti, all’ennesima dilapidazione dei nostri sudati contributi all’erario, ad opera, questa volta e non per la prima volta, del pm Woodcock.

Intanto puntualmente i giornalisti amici scendono in campo quando gli scandali non sono più disinnescabili, indossano il trucco da verginelle strappate ai loro sogni di educande e cavalcano la tigre nazional-popolare avida di pruriginosità e generosa di ogni sorta di ricompense.

Le testate in servizio permanente effettivo a difesa del regime ci hanno abituati alle manovre di salvataggio del potente di turno, sia in pubblico che in privato.

In pubblico ci distraggono additando i personaggi di contorno e in privato utilizzano ogni informazione utile per mettere sull’avviso l’amico referente politico.

Clemente Mastella ce lo ha confermato. Non è dato capire se, più con calcolato candore o più con spudorata arroganza di potente, egli ha reso pubbliche le telefonate degli amici giornalisti pronti a metterlo in guardia su una spiata che lo iscriveva, alla grande, nell’ultima replica dell’eterno spettacolo di cui sopra, proposto, riveduto e corretto col solo cambio degli attori e delle coreografie.

E dopo aver letto del pronto soccorso al potente di Ceppaloni, si rimane perplessi e logicamente esterrefatti , quando ci viene imposto di credere alle dichiarazioni del direttore del settimanale Oggi, il ben strano Belleri.

Egli afferma, sfidando il ridicolo e la vergogna, di aver acquistato, per la modica cifra di centomila euro, le foto che ritraevano il portavoce (si fa per dire) del governo Prodi a “innocente” colloquio con una persona transessuale e di essersi macerato la coscienza in assoluta solitudine e nel totale silenzio!

Non fece cenno, millanta, a nessuno di questo suo atto eroico, neppure all’”ingenuo” on. Sircana!

E noi dovremmo crederci? Certo che no! Non esiste al mondo, soprattutto in quello giornalistico, nulla che neppure si avvicini a uno scenario come quello che il dott. Belleri ci vuol far intendere.

Quello che invece appare chiaro è che gli ambienti politici dell’area di centrosinistra godono dell’omertà vasta e rigida di buona parte della stampa e che nessuno riesce a scardinare questo meccanismo di complicità.

Eppure esistono giornalisti d’inchiesta diversamente orientati, fuori dai salotti cultural-politici del falso perbenismo di sinistra e lontani dalle barche ancorate a Saint Tropez, determinati a rompere il patto stretto da decenni tra stampa e regime.

Come si muovono costoro? Devono forse fermarsi quando il cordone di protezione dei potenti rischia di stritolarli?

I casi Sircana e Mastella sono solo la punta dell’iceberg che ci permette di intravedere qualcosa che va oltre le abitudini e i gusti sessuali di alcuni uomini di governo e di sottogoverno.

Ciò che allarma seriamente è la consapevolezza di come questo potere goda di una rete di protezione estesa dalle procure e dalle redazioni giornalistiche e come essa sia in grado di coprire altri illeciti di ben più grave portata e direttamente legati a un certo modo di amministrare la politica e le piccole e grandi istituzioni.

E se il caso Belpietro è la più eclatante forma di intimidazione operata in pubblico dai titolari e dagli emissari del regime, non meno inquietanti sono le pressioni che si indovinano inferte in privato ad altri protagonisti di quest’ultima inchiesta, destinata ad arenarsi sull’isola dei famosi, ex famosi e sconosciuti, qualche volta prestatisi alla politica, o, sarebbe meglio dire, ai piaceri dei politici.

Aggiornamento: i compagni del Tg3 bruciano sul tempo il Garante della privacy del centrosinistra e annunciano al popolo, nell'edizione delle 19, che il politico in crociera con trans, ninfette e coca sarebbe il forzista Martusciello. Attendiamo con ansia di capire quale trattamento la stampa di regime di cui sopra riserverà all'esponente del centrodestra.

Tags: Politica, Centrosinistra, Stampa e Regime, Vallettopoli

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