4 maggio 2007

Roma ladrona

In questi giorni è uscito “La Casta”, il libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo: I più informati o coloro che l’altra notte fossero stati davanti al teleschermo fino a ora tarda, angosciandosi e indignandosi mentre a Matrix Mentana intervistava i due giornalisti del Corriere della Sera autori dell’inchiesta, sanno già molto bene di che tratta il libro.

Le cifre, i palazzi e le condizioni di privilegio dei politici e della costosissima e varia umanità che per loro “lavora”, di cui due notti fa parlavano Stella e Rizzo, rappresentano un patrimonio sconfinato degno dei lussi delle antiche corti imperiali.

Visti dalla Norvegia questi dati assumono una dimensione ancora più gigantesca e inaccettabile.

Per fare un solo esempio, diciamo che nessun eletto, nessun amministratore locale o nazionale norvegese concepisce anche solo l’idea di avvalersi di un’auto, foss’anche un’utilitaria, con o senza autista, a carico della collettività.

Risparmio, trasparenza dei bilanci, senso di responsabilità e rispetto per l’esigente e occhiuto suddito del regno dei fiordi sono fondamentali nel bilancio del tesoro sempre in attivo.

Nella gestione del denaro pubblico gli italiani no, non assomigliano agli scandinavi, come d’altronde, affermano Rizzo e Stella, non assomigliano a nessun’altra popolazione occidentale.

Sembra che nel nostro dna sia presente solo il gene dell’irresponsabilità e del disprezzo verso la sacralità del denaro che ogni cittadino versa copiosamente all’erario.

Una malattia genetica che si manifesta ogni qualvolta ci troviamo a maneggiare i proventi delle pubbliche casse, con ingordigia e menefreghismo astutamente legalizzati.

Nel libro di Rizzo e di Stella c’è moltissimo materiale ma ancora non sufficiente (non basterebbero dieci volumi) per illustrare come il mostro dello spreco e del privilegio muove i suoi milioni di tentacoli tra i macro e micro sperperi delle entrate.

Dispiace che “La casta” non sia stato scritto da giornalisti ispirati e appoggiati dalla Lega Nord, né da quelle forze politiche del centrodestra sempre sensibili al grido di dolore che sale dal mondo dei Produttori, che rischiano il loro denaro nelle proprie imprese mentre quotidianamente debbono ingaggiare una lotta impari contro il parassitismo dello stato avido e bulimico.

Gridare “Roma ladrona!”, garantendosi le pensioni super baby ma legiferando l’innalzamento dell’età pensionabile per tutti, pranzando a Montecitorio al prezzo di 9 euro tutto compreso tranne i costi per gli 88 addetti alle cucine, spartendosi il sempre più ricco finanziamento pubblico dei partiti, giovandosi di un numero di benefit e di rimborsi spese che sono un insulto al tartassato contribuente, significa tradire il proprio elettorato.

L’attuale governo sta facendo lievitare ancor di più queste spese di casta; sarebbe perciò quanto mai urgente che dall’opposizione partisse finalmente l’atto più coraggioso e dovuto di un eletto: rinunciare ai privilegi indecenti di cui gode ogni politico e, con determinazione, cancellare le migliaia di voci di inutile e immorale spesa, volute contro ogni buonsenso e che scavano ogni giorno la voragine del debito pubblico.

Ma se a dilapidare così il bene comune, dimostrando disprezzo per i connazionali che hanno lo stesso diritto a goderne, sono gli stessi uomini delle istituzioni, come stupirci degli atteggiamenti violenti e distruttivi dei militanti di sinistra contro i treni che vorrebbero utilizzare gratis?

Chissà, mancheranno mica al Bel Paese cultura della legalità e senso dello stato, inteso come servizio pubblico?

Tags: Politica, La Casta, Stella Rizzo

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