23 luglio 2007

Adinolfi e il nientismo virtuale

 

In questo blog non c’è e non ci sarà mai spazio per le critiche negative ai blogger, vicini o lontani, idealmente affini o opposti che siano alla nostra soggettivissima visione della vita.

Non ci piace ergerci a giudici del pensiero e del lavoro di chi, partendo dalle stesse identiche opportunità e mezzi informatici di questo blog, esprima le sue opinioni, per quanto intimamente ce ne sentissimo lontani e, qualche volta, avversi.

Siamo consapevoli che i riflessi tribali sono spesso in agguato nell’animo di coloro che scrivono e che tendono a formare la propria piccola o grande tribù virtuale, di link l’un contro l’altra armata.

Graffiarsi e mordersi, a volte con ferocia a volte col sorriso, via post sembra vivifichi la blogosfera.

Pertanto crediamo fortemente che Perlascandinava farebbe morire, causa assenza di tifoserie, il mondo dei blog, in quanto affetta da cronica pigrizia e un’irrefrenabile bisogno di sbadigliare se chiamata ad inutili contraddittori.

Giusto o sbagliato che sia, noi ci fidiamo solo del giudizio espresso attraverso gli accessi e quando qualcosa non ci piace semplicemente e serenamente non frequentiamo.

Qui ci sollazza parlare di politica e di politici, non dei loro simpatizzanti o elettori, e un politico che fa anche il blogger o un blogger che fa anche il politico come Mario Adinolfi è molto più sfizioso da seguire (non troppo però) in questi giorni densi di vacanziera vacuità.

Sotto gli ombrelloni spadroneggiano i rotocalchi e l’effimero è quanto di meglio assimilabile sotto il sole infuocato; ragion per cui, per battere la concorrenza dei giornaletti rosa, anche la cronaca politica si tinge di nientismo, trasformando anche i seriosi (ma non seri) quotidiani in megafoni dell’inutile!

Il blog, fino a quando non si picca di voler diventare un mezzo per cambiare il mondo a suon di sermoni, censure e lezioni di saper vivere, può essere divertente per chi scrive e per chi legge, a volte inconsapevole aiuto per qualcuno che vuol formarsi un’opinione su una o più questioni; è sicuramente un prodigioso veicolo di informazione e controinformazione ma è soprattutto il modo più formidabile e più libero di fare autopromozione.

Mario Adinolfi questo lo sa e lo stra sa!

Egli è un vero mostro del blogging, al punto da essersi lui stesso mutato in un essere virtuale che fa politica virtuale in un partito virtuale candidandosi in primarie virtuali nella sfida a un candidato vincente virtuale, risucchiando e perciò annullando dentro la dimensione puramente mediatica quella terrena, assillata dai bisogni reali di milioni di cittadini che forse non sanno neppure che esiste un mondo come quello del weblog, lontano anni luce da loro e dai loro problemi.

Ad Adinolfi, futuro presidente del PD, il partito tenuto in vita solo dallo spazio virtuale e dai giornalisti complici di questo insostenibile regime, possiamo dire che per quanto fosse pure perdente in partenza la sua candidatura a sindaco di Roma (o presidente regione Lazio?) quella la si poteva definire degna di rispetto e l’uso dei blog per raccattare voti assolutamente virtuoso; oggi però ci permettiamo di sorridere un pò ironici di questa beffa estiva, malinconica replica di quella prodian-unionista di due anni fa.

 

Aggiornamento:

Forse questo post Giornalettista prende troppo sul serio

 l'Adinolfi? Carino, però.

Aggiornamento 2:

Ismael docet

Aggiornamento 3:

Da Le Guerre Civili con levità

Aggiornamento 4:

Quando il blogging si fa carne:

il candidato alle primarie che, con rammarico,  da naturalizzata norvegese non posso più votare.

Aggiornamento 5:

Di lei dicono che è una fascista, allora lo saranno mica anche  le decine e decine di milioni di Repubblicani negli USA?

Aggiornamento 6:

Un rimbalzo da La Pulce di Voltaire  

 

Tags: Mario Adinolfi, Primarie, Blogosfera

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