Bonino? Senza offesa: ma vaffà
La Corte di Cassazione ha appena sdoganato il “vaffà””! Lo ha fatto con una sentenza molto divertente e che solo in Italia, crediamo, avrebbe potuto aver luogo.
Pertanto da oggi, considerato che questo invito non è più un’offesa, anche qui ci sentiamo liberi, visto che ci scappa, dopo aver ascoltato le parole che seguono, di lanciare al ministro Bonino un bel vaffà.
Ecco cosa ha detto esattamente:
“Io ho ritenuto corretto, necessario ed urgente, in questo contesto, non già minacciare alcunché, mi nac cia re alcu nché! Dimissioni o altro ma puramente semplicemente rimettere nelle sue mani il mio incarico perchè sia il presidente a decidere se il mio permanere al governo sia opportuno o comunque compatibile con le ragioni stesse per le quali abbiamo fin qui sostenuto e speriamo di continuare a fare, il suo compito e il suo mandato. O se invece lo siano le posizioni conservatrici quando non reazionarie della sinistra comunista e sindacale...”
”…Ripeto e l’ho scritto testualmente, lo ripeto non sto minacciando nulla, nè dimissioni nè altro, sto affidando al presidente del consiglio la valutazione sulle scelte che vuole fare sulla compatibilità, l’utilità della permanenza di una formazione riformatrice...”
“ma vaffà!”.
Eh, quando ci vuole ci vuole!
Tutte le rassegne stampa di ieri mattina sono state impegnate nella lettura di editoriali e cronache di ogni genere sul mandato rimesso nelle mani del capo del governo che però non sono neppure una minaccia di dimissioni! E cosa sono allora? Una scorciatoia facile per ottenere le prime pagine dei giornali? Un annuncio non annuncio rivolto ai pochissimi residui iscritti radicali e militanti stufi e scoraggiati dai troppi funambolismi filogovernativi, un giorno giustificati come scelta felice e consapevole, un giorno come scelta impostagli da quel cattivone di Berlusconi che non li ha voluti con sé?
Già durante la campagna elettorale, quando Emma Bonino cercò e ottenne visibilità, abbandonando platealmente il tavolo degli alleati dell’Unione dichiarando urbi et orbi che lei mai avrebbe firmato quel programma elettorale, ci sentimmo presi in giro. Infatti, uscendo dalla riunione, convocò tutti i media alla manifestazione della Rosanelpugno che si teneva al Teatro Eliseo di Roma, dove la ultrapannelliana Emma riaffermava tutta la sua stima e il suo appoggio a Romano Prodi.
Nel frattempo però tutte le agenzie avevano riportato il colpo di teatro della candidata nella lista dei sedicenti socialisti-liberali!
Ieri ha voluto replicare, nonostante che il terrore di perdere le poltrone scorra sulla schiena di ciascun eletto dei Radicali italiani, intorno ai quali si è ormai fatta tabula rasa.
Ma un altro vaffà lo merita, la signora Bonino, dopo la spudoratezza con la quale ha mancato di rispetto al Senato, dove le veniva chiesto di chiarire ai senatori dell’opposizione in quale veste fosse presente stamane in aula, se come dimissionaria o come ministro a tutti gli effetti.
La ministra ha pensato bene di non rendere conto all’assemblea di Palazzo Madama di quanto sta succedendo tra lei e il presidente del consiglio, visto che i fatti erano già stati trattati fuori dall’aula.
In pratica, secondo la liberalissima e democratica radicale storica, ai senatori doveva bastare leggersi i giornali dove, ha detto, è aperto un dibattito pubblico..
Evidentemente i media hanno diritti che sono negati agli eletti dal popolo e la poco onorevole ministra non si è sentita in dovere di dare comunicazioni ufficiali sulla pantomima di cui si è resa protagonista in queste ore.
Ma quel che più rende insostenibile la presa di posizione di Bonino è l’aver messo su l’aria di quella che si è svegliata ieri scoprendo improvvisamente che nella maggioranza della quale fa parte ci sono i comunisti che bloccano le riforme.
Pensare che noi tutti, persino da qualche migliaio di km di distanza, ce ne eravamo accorti da quel dì, cioé da quando nacque l’Unione!
Ministro Bonino, invece di minacciarle le dimissioni le dia! Le dia per le false liberalizzazioni, per la oscena controriforma della Giustizia, per aver lottizzato ogni istituzione nel Paese, per aver aumentato le tasse, per lo spettacolo indecoroso che tutti i giorni infliggono ai cittadini, perchè non si ha neppure la certezza che abbiano vinto le elezioni e per ancora tanti giustificati motivi.
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