18 settembre 2007

Love and peace, compagno Kouchner!

Nei confronti di Massimo D’alema, Bernard Kouchner non è solo l’omologo ministro francese, è anche il compagno che gli sedeva forse proprio accanto in tanti congressi della condivisa Internazionale Socialista e che (se fosse stato deputato europeo insieme a D’Alema) avrebbe votato col compagno italiano le deliberazioni di Strasburgo, ubbidienti entrambi agli ordini di scuderia del gruppo parlamentare del Pse.

Sessantottini entrambi, figli della stessa ideologia sconfitta ma non doma, si sono trovati, benché formatisi culturalmente nel partito del pacifismo ideologicamente e unilateralmente antiamericano, a doversi schierare a fianco di quei guerrafondai di yankee, sì, proprio quelli stessi della sporca guerra del Vietnam.

Qualcosa però rende i due ministri degli esteri profondamente distanti tra loro: il coraggio delle scelte controcorrente e impopolari che da sempre contraddistinguono la vita politica di Kouchner, contro l’opportunismo politicante e l’ipocrisia pusillanime che altrettanto fortemente caratterizza il percorso politico di D’Alema.

Bernard Kouchner sfida il suo partito e la sua Medici senza frontiere schierandosi apertamente con Bush (vedi recenti deliri della Spinelli) nella guerra contro Saddam Hussein.

Bernard Kouchner sfida quelli del soft power che da anni rimestano l’acqua nel mortaio dell’annosa politica del dialogo con il governo terrorista dell’Iran.

Bernard Kouchner, proprio nel giorno in cui nella sonnolenta Vienna si alza il sipario sull’ennesima replica di quella nota commedia che da anni ci riserva un dispendioso quanto inconcludente finale, fatto di minacce di sanzioni, frenate della Russia e sberleffi dell’Iran, dichiara, senza mezzi termini, che i tempi della diplomazia stanno per scadere e che l’opzione delle armi potrebbe imporsi per porre fine alla follia degli Ajatollah di Teheran.

Strategia? Tatticismo? Solita cronica grandeur della politica estera francese? Coraggiosa realpolitik in stile neo con? Una mossa decisiva nella partita a scacchi che l’Iran sta giocando da anni con tutta la spregiudicatezza e l’arroganza alla quale ha abituato il mondo?

Purtroppo la risposta non arriverà neppure stavolta al domani della chiusura dei lavori dell’assemblea dell’Aiea, ma di una cosa siamo certi: Bernard Kouchner non è cittadino di Bisanzio e si espone (anche quando consiglia, pur senza imporlo, alle aziende francesi di non fare affari con l’ Iran) agli strali dei teocrati iraniani e dei loro instancabili rabbonitori onunisti; mentre, ancora una volta, l’Italia e la Farnesina dimostreranno tutta la proverbiale inadeguatezza nell’affrontare una crisi grave come quella con l’Iran e col conflitto mediorientale che, ormai è assodato, è condizionato dal governo di Ahmadinejad.

Ieri mattina il povero D’Alema dev’essere rotolato giù dal seggiolone quando i suoi collaboratori gli hanno letto le dichiarazioni di Kouchner. Deve aver chiesto aiuto alla buonanima di Berlinguer affinché quest’altra mina vagante non facesse saltare i nervi e le fragili fondamenta della sua coalizione. Si è chiuso, come tutti i suoi imbarazzatissimi alleati di governo, in un riserbo che avrebbe preferito non dover rompere.

A margine di una visita a un centro torinese noto per le sue battaglie pacifiste, è stato però, suo malgrado, costretto a esprimersi pubblicamente; e quindi, cosa ha detto l’uomo che ordinò (di nascosto dal Parlamento italiano) di bombardare il Kosovo? Ha dato una risposta in perfetto “stile Massimo Catalano” che, almeno per ora, non manderà completamente in frantumi la sua poltrona: la guerra è brutta e cattiva, invece la pace è bella e buona!

Un vero peccato che il ministro italiano ignori (o finga di ignorare) che intanto la Siria, come ci informa Fiamma Nirenstein, sta già attirando su di sé i raid israeliani, che hanno localizzato e distrutto materiale nucleare proveniente dalla Corea del Nord!

 

Aggiornamento:

"D'Alema frena Kouchner" è un titolo tanto servile quanto patetico, ma questa è Repubblica, questa è la stampa italiana.

 

 

Aggiornamento 2:

Grazie a Ilsignoredeglianelli ecco un editoriale del Foglio salvato dal metodo di archiviazione assurdo usato dal quotidiano di Ferrara. Lo linkiamo in quanto crediamo si integri perrfettamente col contenuto del post.

 

Tags: Bernard Kouchner, Massimo D'Alema, Iran, Aiea, Socialisti

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