14 novembre 2007

Totò e la liberazione

Dall’inesauribile aneddotica che ha come protagonista Antonio de Curtis, in arte Totò, ci sovviene il racconto di uno straordinario momento della sua vita di capocomico teatrale che riteniamo sia in tema con questa giornata di trepidante attesa della liberazione.

Erano, si racconta, gli ultimi giorni dell’occupazione tedesca, Radio Londra diffondeva notizie che aprivano il cuore degli Italiani alla speranza di un imminente arrivo dei liberatori anglo-americani.

A Roma Totò, come tutti gli artisti, era sotto rigidissima sorveglianza da parte della censura nazista che ogni sera ad ogni sua esibizione, dalla platea, in divisa e con l’ausilio di traduttori italiani, vagliava con implacabile attenzione ciò che Totò e la sua compagnia facevano.

Non certo unica nella capitale, quella compagnia viveva un momento di grande eccitazione nell’attesa di quello sbarco promesso; nessuno però si sarebbe mai “suicidato” portando sulla scena la rappresentazione di tanta fremente impazienza.

Almeno non in modo esplicito.

Che fece quindi il fantastico fantasista fantasioso?

Racconta uno dei suoi cari amici che una sera, mentre il varietà imperversava , il pubblico scorse Totò raggiungere un lato del  proscenio con una sedia in mano.

Incuriosito e interdetto, lo vide sedersi nella penombra di quell’angolo e, con cadenza lenta, iniziare a battere un piede mentre, senza aprire bocca, con un’espressione spazientita, di tanto in tanto guardava l’orologio.

I censori in divisa erano troppo occupati a cercare nelle battute dei comici, nei versi delle canzoni, nei motteggi delle soubrette illuminate dai riflettori per riuscire a scorgere in quell’angolo avvolto dalla penombra qualcosa di cui preoccuparsi.

Questa piccola ma geniale trovata venne replicata più volte e Totò poté così salutare il giorno dell’agoniata liberazione da un palcoscenico e non da dentro un carcere.

Come metafora del momento che stanno vivendo, secondo i sondaggi, oltre la metà dei cittadini, questo forse solo leggendario episodio della vita di un grande italiano la consegniamo alla memoria della cronaca di oggi.

E, anche se la pensiamo come Snake, con simpatia lo dedichiamo al Cavaliere che, come Radio Londra, è riuscito a creare questo momento di assoluta suspense nazionalpopolare, annunciando ogni giorno l’imminente caduta di questo regime aggrappato al potere, a dispetto della maggioranza assoluta dei cittadini.

 

  • Aggiornamento:

Il senatore Franco Turigliatto ha appena abbandonato l'aula.

Il "dissidente" di sinistra salva pertanto il Governo abbassando il quorum dei votanti.

 

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