3 dicembre 2007

Il Cavaliere incerto di Mannheimer

A Renato Mannheimer va tutta la nostra riconoscenza per il contributo che offre all’esemplificazione del concetto di “interessata disinformazione” di cui (eufemisticamente parlando) ha fatto cenno Silvio Berlusconi durante la conferenza stampa di venerdì scorso. Chi più e meglio di un “tecnico” del calibro di questo editorialista del Corriere della Sera può possedere la chiave d’accesso ai segreti meccanismi mediatici fondamentali per orientare e condizionare le opinioni del pubblico? E se costui possiede anche uno strumento potente come una società di rilevazione delle suddette opinioni nonché, nel ruolo di committente, il maggior quotidiano nazionale pronto a diffonderle, perché negargli la libertà di dare al cliente le risposte rassicuranti che si aspetta e, allo stesso tempo, raffreddare l’entusiasmo di milioni di Italiani, scossi dall’inaspettata novità politica del momento?

Essere a capo di una società di sondaggi ha fornito quindi a Mannheimer il vantaggio di entrare da partigiano nell’agone politico militante, travestito da scienziato della comunicazione e quindi non sospettabile di faziosità, in quanto la scienza è, come tutti sanno, asetticamente super partes (?!). Pertanto eccolo lanciato nell’ultima rilevazione dell’orientamento di voto degli Italiani, effettuata partendo da un dato falso confezionato in casa prodiana e così illustrato: “La nuova scesa in campo di Berlusconi aveva letteralmente sparigliato lo scenario, provocando sul momento un forte incremento di consensi virtuali...Successivamente tuttavia la parziale contraddittorietà dei messaggi provenienti dal Cavaliere e la contemporanea esplosione di conflittualità tra le forze del centrodestra hanno rimesso in trambusto gli elettori della coalizione.”

Un mezzo sicuro per fare bingo, questo di Mannheimer e del Corriere che, continuando a offrire ai lettori l’immagine di un confuso capo dell’opposizione, raccolgono il doppio esito di alimentare sia il disorientamento degli elettori sia la conflittualità tra gli alleati, col matematico risultato finale di un abbattimento del gradimento da parte degli elettori di campo avversario. Ma, tutto sommato, a noi non piace giudicare come persona in malafede l’ex rivoluzionario sessantottino (oggi collaboratore fisso di Bruno Vespa, per il quale è sempre pronto a misurare il polso dei poveri sciagurati utenti telefonici a cui, da anni, va rivolgendo i più improbabili quesiti), preferiamo piuttosto ritenere il dott. Mannheimer simile a noi, vittime indifese e frastornate dalla disinformazione prevalente tra i media e, ad ogni buon conto, lo invitiamo a riascoltare qui le dichiarazioni del Cav. o, per risparmiare tempo, leggersi la sintesi in cinque punti elaborata da KrilliX.

  • Chiudiamo con questo piccolo indovinello: chi ha detto e perché : “Credo che sia una cosa buona che la Chiesa, così come ha rinunciato al potere temporale, abbia rinunciato ad avere un proprio partito nell’ambito della politica italiana. Credo che sia una cosa positiva per la Chiesa.”?

Tags: Silvio Berlusconi, Popolo della libertà, Renato Mannheimer, Disinformazione, Sondaggi

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