4 dicembre 2007

Un fascicolo, se rosso, vale più di un gip

Cesare Previti sta per subire un altro processo. Il venti dicembre dovrà presentarsi presso il tribunale di Brescia dove è stato chiamato a rispondere di calunnia (perché no di lesa maestà?) a danno di due mostri sacri della Procura di Milano: Ilda Boccassini e Gherardo Colombo!

E’ evidente che il number one degli imputati d’Italia merita ampiamente queste attenzioni giudiziarie, poiché si è macchiato di un gravissimo delitto, il più perseguibile dalla giustizia, quello perpetrato contro la corporazione dei magistrati...democratici e dé sinistra.

Nel 2003 Previti ebbe l’ardire di denunciare per abuso e irregolarità l’infallibile coppia di pm, in relazione all’ostinata segretazione del famigerato fascicolo 9520/95.

E questo in Italia non si deve fare, se non si è pronti a pagarne le inevitabili conseguenze penali.

L’anziano plurinquisito pagherà per la sua impudenza e, mentre siederà sul banco degli imputati, il fascicolo 9520/95 non verrà neppure sfiorato da occhi indiscreti.

Occhi avidi di conoscere il contenuto di quelle carte che da dodici anni (i topi dell’archivio del palazzo di giustizia le avranno già divorate?) hanno resistito a ogni ordine, per quanto proveniente dall’alto venisse, di entrare nella disponibilità della difesa nel processo SME.

Quel fascicolo rimarrà segretato e non ci sarà mai nessuno al mondo che ne potrà prendere visione.

In Italia cadono rumorosamente persino i segreti di stato che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza della nazione intera ma un segreto istruttorio che, una volta sollevato, potesse definitivamente squalificare Boccassini e Colombo, quello non si infrange, no!

A suo tempo il CSM ebbe pochi dubbi nel rispondere picche al governo, agli ispettori, agli avvocati e agli imputati che chiedevano chiarezza, soltanto chiarezza e fece quadrato intorno ai due pm e alla loro preziosissima pratica segreta.

Ribadiamo che tra pochi giorni un cittadino verrà processato per aver chiesto tenacemente di poter valutare nei dettagli gli atti di un procedimento d’accusa che lo riguarda ma che, come il protagonista de “Il Processo” di Kafka, morirà, ucciso dalla giustizia, prima di conoscerli.

Previti sa di essere sempre stato dalla parte politica sbagliata e osserva, crediamo, Prodi, D’Alema, Fassino e Mastella con rassegnato senso d’ingiustizia e d’impotenza. Loro sì che sono sempre dalla parte giusta, quella cioè che, come ai tempi di “mani pulite”, non li vedrà mai processati da una magistratura, oggi più di prima, alleata e riconoscente alla sinistra.

Clementina Forleo e Luigi De Magistris verranno quindi rimossi dal loro incarico di inquisitori di lorsignori e, da cattivi magistrati quali sono, finiranno la loro carriera dimenticati in qualche anonimo palazzotto di giustizia, ricordando che la legge è uguale per tutti ma che per alcuni, come si suol dire, è più uguale che per altri.

E il fascicolo 9520/95? Lui dorme profondamente ma nessuno se ne cura perché la giustizia, quella con la G maiuscola, da tempo giace in coma.

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