27 dicembre 2005

Marcia di Natale: pochi, tra ipocrisia e leggerezza.

Da Il Riformista martedì 27 dicembre 2005 Una Camera vuota per lasciare le carceri piene
«Alla marcia di Natale per l'amnistia, a sfilare in una Roma piovosa e sonnolenta, non si contavano più di mille manifestanti. Pochi, rispetto alle speranze degli organizzatori. Molti al cospetto di quello che potrebbe essere il numero dei deputati presenti oggi alla Camera per discutere di indulto e amnistia. Tra gli stessi 207 firmatari dell'appello per aprire Montecitorio al dibattito durante le feste si è diffusa la convinzione che l'aver ottenuto la convocazione della seduta straordinaria sull'emergenza carceri rischia ora di trasformarsi in un clamoroso autogol. Questione di numeri: assenti annunciati la quasi totalità dei membri del governo, dei leader di partito e dei capigruppo, assenti "giustificati" i deputati contrari a provvedimenti di clemenza, per i quali la diserzione dell'aula vale una dichiarazione d'intenti, non si possono considerare sicuri presenti nemmeno tutti i 207 deputati mobilitati dall'appello. L'aula si annuncia insomma semideserta, anche perché non è oggi che eventualmente si arriverà a un voto su questi temi e la convocazione straordinaria serve solo a «fissare tempi e modi per un pronunciamento del Parlamento» (secondo la versione dei promotori) ovvero a «fare quattro chiacchiere» (secondo la versione del ministro per i rapporti col Parlamento Carlo Giovanardi). In compenso, lo scenario dei banchi semivuoti potrebbe compromettere definitivamente le già flebili speranze che il voto su amnistia e indulto sia calendarizzato prima dello scioglimento delle Camere, fissato dal premier al 29 gennaio. Senza contare che, seppure accorressero in blocco, i 207 firmatari sono una base di partenza modesta: con An e Lega che ribadiscono la loro assoluta contrarietà sia all'amnistia che all'indulto, e con sacche di resistenza all'interno di molti partiti (compresi Ds e Forza Italia), la maggioranza qualificata dei due terzi sembra comunque fuori portata.»

Io seguivo nel blog di Jimmomo le adesioni e l'entusiasmo con cui procedeva l'organizzazione della marcia sull'amnistia! Ma, ancora una volta, il copione pannelliano é stato rispettato e le cose sono andate come previsto: Pannella ha avuto i suoi giorni di esposizione mediatica, gli strappi istituzionali si sono ripetuti e il risultato finale naturalmente non giova a nessuno. Inoltre non stupisce rilevare che le forze che più si sono strumentalmente spese in questa iniziativa siano le stesse di quel centrosinistra che si oppone a ogni riforma profonda della magistratura, causa prima della condizione disastrosa in cui versano le nostre carceri e i nostri tribunali. Hanno aderito alla marcia il genio del paradosso Francesco Cossiga e Giuliano Vassalli ai quali si devono carcerazione preventiva fino a 10 anni senza processo e l'inosservanza della volontà degli elettori che chiedevano che i magistrati pagassero di tasca loro i propri errori e abusi giudiziari. E intanto, con qualche leggera restrizione voluta da questo governo, i giudici continuano a rimandare i processi per dedicarsi ad incarichi extragiudiziari spesso molto più redditizi di quelli relativi all´adempimento del loro primo ufficio. Non rimane altro che esprimere solidarietà e compassione per quei detenuti che da anni sono in attesa di giudizio e che ancora una volta sono stati illusi e traditi.

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