1 agosto 2006

Siamo ciò che scriviamo non dove lo scriviamo

Le vie del web sono infinite ed infinite sono le occasioni che vi favoriscono incontri e confronti. Da anni mi ci diverto e dico proprio mi ci diverto, regalandomi il piacere di interagire con una minuscola porzione di umanità a geometrie variabili che si muove in un’altrettanto minuscola galassia dentro l’immenso universo di internet. Per mia fortuna ho capito presto che essere online significa mettere in gioco solo le proprie idee e non la propria esistenza. Idee, peraltro, che si sono scontrate e incontrate con altre idee più o meno felici delle mie, le quali (come spesso succede in questa stupefacente dimensione) mi hanno regalato momenti di sincera, seppur talvolta effimera, amicizia con altri internauti. Quando scoprii Tocque-Ville ne fui subito entusiasta, finalmente era nato un aggregatore non di sinistra! Uno spazio, potenzialmente illimitato, dove il diritto di parola era stato conquistato da destra ma non solo per la destra. Ovviamente, quindi, una sedicente liberale come me cominciò a leggere e a commentare i post di controinformazione e controopinione della straripante e soverchiante potenza mediatica della sinistra online. Finchè un giorno Lo Pseudo Sauro mi regalò questo blog e da quel momento entrai anch’io a far parte, coi miei balbettii, della blogosfera. Da allora TQV è cresciuta in modo esponenziale, subendo le inevitabili crisi di crescita fisiologiche tipiche di queste rivoluzioni. Altre aggregazioni si sono formate al suo interno ed io, se non fossi tanto pigra come sono, avrei aderito a tutti. Invece l’ho fatto poche volte; per esempio quando con piacere mi iscrissi a NeoLib per sostenere l’iniziativa di Jinzo, una persona che stimo e della quale apprezzo l’attivismo speso là dove più mi riconosco. Frattanto è stato illuminante muoversi nella città dei Liberi e notare che, come nell’Italia reale, vi hanno sacrosanta cittadinanza le opinioni, le idee e le ideologie più opposte e contrastanti. E, se pur entro certi limiti, anche qui qualcosa avviene come nella realtà politica e sociale del nostro Paese, dove la conflittualità all’interno anche delle rispettive alleanze riesce a toccare punte di litigiosità a volte insanabili o a volte solo strumentali. Per quanto mi riguarda, tuttavia, avere il privilegio di scrivere in un blog ed essere letta (almeno vorrei) lo interpreto come l’espressione più completa e preziosa di libertà. Senza pretese di apostolo della verità, ciò che vado scrivendo da anni è qui nel libero mercato delle idee dove vige la regola non scritta della domanda e dell’offerta, sottoposto al giudizio di chi legge e alle sue libere interpretazioni. Solo gli hacker potrebbero fermarmi, di certo non le opinioni diametralmente opposte alle mie. Queste viaggiano su un altro piccolo binario che non impedisce alle mie parole di essere lette da chiunque lo volesse. E’ con questo semplice concetto guida che ho accettato anche l’invito degli amici de Il Castello a far parte di questo aggregatore. Non so se questo si può definire spirito fusionista, il risultato è comunque quello di una rappresentazione, in una stessa colonna di post, di idee come le mie e di altre antitetiche alle mie. Ad esempio su argomenti come la pena di morte o l’omosessualità(molto esplicitati nel Castello), io continuerò a esprimere il punto di vista di chi, come me, non concepisce la pervasività dello stato in economia quindi a maggior ragione e con maggiore risolutezza non gli mette a disposizione la sua vita. Chiunque, da TQV a NeoLib o al Castello, mi darà l’opportunità di esprimere quel che penso avrà la mia gratitudine, perchè io sono ciò che scrivo e non dove scrivo. Concludo questo post estivo avvertendo che questo blog non chiude per ferie, in quanto la titolare le sue vacanze se l’è già consumate negli scorsi mesi.

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