16 agosto 2007

Ci associamo

Phastidio.net ci fa una domanda e ci dà una risposta...esatta!!

Aggiornamento:

Ancora da Phastidio.net: come non associarci al suo chissenefrega

 

Tags: Bossi, Governo, Fisco

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14 agosto 2007

Romano Ahmadinejad

A quando un po’ di sano negazionismo sulla Shoah?

Romano Prodi e la sua maggioranza non finiscono mai di colpirci con i loro ammicamenti rivolti ai terroristi di ogni latitudine, per quanto feroci, sanguinari e accecati dall’odio contro Israele e l’Occidente intero.

Questa sinistra prodiana guarda con orrore le mani di George W. Bush ma è sempre pronta a stringere affettuosamente quelle immacolate dei “partigiani resistenti” Talebani, degli Hezbollah, di Al Qaida, di Hamas, del PKK, dell’Olp, delle Br ecc.

Bisognerà rassegnarsi a questa maggioranza (si fa per dire) che governa l’Italia e che è sempre disposta a dare riparo, ascolto e aiuto alle vittime dell’aguzzino americano e degli infedeli di tutto il mondo?

E’ la vigilia del Ferragosto e preferiamo non dilungarci oltre in queste miserie chiudendo, quindi, con un pensiero a due famosi intellettuali musulmani naturalizzati italiani: il deputato margheritino Khaled Fuad Allam e il liberale intransigente Magdi Allam.

Il primo ha “indirizzato” una impossibile “Lettera a un kamikaze”, che comprova solo quanto il sociologo del centrosinistra abbia una visione molto alienata e superficiale della realtà nella quale agisce il fanatismo suicida di un numero sempre più crescente di stragisti che si barricano, a ragione o a torto, dietro il Corano.

Il secondo, invece, quando qualcuno gli chiese cosa avrebbe voluto dire a un kamikaze, rispose che coi kamikaze è impossibile parlare. Già, come potrebbe essere possibile? Quando si trasformano in “robot della morte” non hanno più nulla di umano che li tenga in contatto col mondo.

 

Su Mariosechi.net l'evoluzione di Hamas

Il Blog dell'Anarca e Hamas un anno fa  

 

Tags: Prodi, Governo, Terrorismo, Israele

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9 agosto 2007

Casta contro casta

Abbiamo letto attentamente l’inchiesta che L’Espresso ha “coraggiosamente” condotto sui privilegi e le rendite finanziarie e di potere del sindacato; non ci siamo lasciati sfuggire neppure l’incredibile fondo domenicale dell’Eugenio; abbiamo prestato orecchio agli umori dei lettori-commentatori di questa sorprendente verità rivelata con, ribadiamo, “estremo coraggio” dai giornalisti di Carlo De Benedetti e la sensazione che ne abbiamo tratta è quella di chi pensa che scoprire l’acqua calda, e neppure tutta, possa considerarsi una vera presa per il...bavero degli Italiani.

Dopo il libro di Rizzo e Stella, tutto il mondo politico ci era apparso una turpe casta di mignatte verso la quale la nostra indignazione, di cifra in cifra, non poteva che aumentare, fino a farcene scrivere a nostra volta.

Ma?

Ma, ci chiedevamo, a quando il disvelamento delle altre caste? A quando, per esempio, le rivelazioni pubbliche sull’immenso impero d’occidente della Trimurti sindacale?

Ed ecco, con Scalfari prima e L’espresso poi, finalmente messi nero su bianco molti dettagli di ciò che, nel complesso, quasi tutti già sapevamo.

Ancora una volta, stranezze di questo regime di sinistra, solo i giornalisti di sinistra possono denunciare da sinistra ciò che al centrodestra è assolutamente impedito.

In questo blog per pochi intimi alcune cose sull’argomento erano già state scritte qui, qui e qui; prova che, se il malaffare sindacale era noto da anni persino a una blogger-nessuno come Perla, lo era di certo molto meglio noto a quanti sono istituzionalmente dotati di mezzi di indagine, di strutture e di autorevolezza, oltreché, quando eletti, investiti del dovere di intervento.

Infatti è così e qui e qui si leggono alcuni esempi di come, dal versante opposto al centrosinistra, si era tentato di portare a galla e di arginare alcuni dei privilegi delle organizzazioni sindacali attraverso, per cominciare, l’obbligo della pubblicazione dei loro bilanci.

Ma come per i protagonisti di Telekom Serbia o per quelli dell’affarismo cooperativistico rosso, pure per questo scandalo dell’oceano di denaro sul quale veleggiano i sindacati, i potenti giornali e i loro referenti politici hanno fatto quadrato per nascondere o confondere agli occhi dell’opinione pubblica le verità scomode e pericolose.

Ed è per questo che non ce la siamo sentita di esultare, nel leggere i dati e il taglio dell’inchiesta apparsa sul settimanale di cui sopra.

Non è chiaro perchè in passato Scalfari & co. abbiano ignorato quanto appariva su alcuni piccoli giornali e quanto avveniva in Parlamento, dove, per anni, Lega e FI (lo riconoscono solo oggi sul L’Espresso) hanno tentato di spuntare gli artigli delle OO.SS.

Non è chiaro perchè l’inchiesta non si sia occupata anche delle azioni UNIPOL di cui sono possessori per buona quota i rappresentanti sindacali.

Non è chiaro perchè si eludano le commistioni tra sindacato, coop e partiti di sinistra.

Non è chiaro perchè i cronisti affermino che i partiti temono i sindacati quando, in realtà, partiti e sindacati amministrano le stesse aziende e i loro rappresentanti si candidano nelle stesse liste elettorali.

Non è chiaro perchè si indichi Rifondazione Comunista come l’unico componente dell’attuale maggioranza a sostegno del sindacato che si opporrebbe alle riforme.

Troppi sono i dubbi che ci assalgono.

Ai politicanti e politologi, più o meno di regime, che favoleggiano di un Veltroni alla guida del PD il quale, novello Tony Blair prima maniera, avrebbe in animo di ridimensionare il sindacato, (leggere Phastidio.net) ricorderemmo, potendolo, che sussistendo comuni provenienze culturali, sussistendo altresì troppi e indistricabili grovigli che avviluppano gli ex partiti comunisti e le. Segreterie Sindacali nella gestione del potere e del denaro pubblico, è inimmaginabile che una parte rilevante di quel mondo voglia e possa strapparsi di dosso qualche lembo della propria pelle.

Ultima annotazione: la criminalizzazione dell’avversario (vero o strumentale) rimane per questa sinistra il metodo prediletto per batterlo. La scuola dei soviet ha lasciato un’impronta indelebile!

D’altronde mantenersi al governo a tutti i costi val pure il sacrificio, almeno per qualche giorno, dei migliori alleati, ma senza esagerare, s’intende.

E infine, a quando una spietata inchiesta sui privilegi e le regalìe, a scapito dei cittadini contribuenti, di cui gode un’altra casta sindacalizzata allo spasimo e che impera sulla disinformazione, grazie all’arroganza di USIGRAI e FNSI, grazie all’ordine professionale più corporativo e autoreferenziale esistente in Italia (forse secondo solo alla corporazione-casta dei magistrati)?

Parliamo, insomma dei giornalisti, quelli, specifichiamo, antropologicamente superiori.

Il punto di vista di Harry

Off topic con Ismael

 

Anche su Il Legno Storto

Tags: Politica, Sindacati, Informazione

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2 agosto 2007

Ossessionati primari

Fino a ieri era Capezzone l’ultima ossessione di Pannella!

Quel compagno Capezzone che non gli vuole restituire la poltrona da presidente!

Ormai l’abbiamo capito tutti: quella poltrona deve tornare nelle disponibilità di Pannella per essere donata a un più meritevole e fedele suo deputato.

Quel posto prestigioso a capo della commissione attività produttive fu un regalo al volenteroso (poi decisionista) ex pannelliano che questi ricevette quando le cose tra lui e l’amoroso leader andavano ancora benino.

Pur se la loro relazione non apparisse già più quella degli inizi, quando Marco lo cercava, lo lodava, lo eleggeva, lo sosteneva contro il rivale Benedetto, (ormai uscito dalle sue grazie per via di certo modo di fare ribelle), “ dopo vinte le elezioni”, col giovane discepolo fu generoso, anche perché si trattava del segretario del partito.

Ora però nel cuore di Marco l’odio ha preso inesorabilmente il posto dell’amore e le recriminazioni e i rancori sono esplosi irrefrenabili contro il malcapitato ex, reo di avergli rubato la scena, diventato addirittura una stella del varietà.

Il telegenico Capezzone se l’è spassata davanti alle telecamere e sui “corrieroni, preferito all’ingombrante, logorroico e televisivamente, inadeguato Pannella.

E pertanto, fino a due giorni fa, non se ne poteva più di accendere RadioRadicale e sentirlo aprire le trasmissioni inveendo contro quel narcisista di Daniele (il bue che dà del cornuto all’asino) e contro quelli che lo difendevano, contro quelli che non lo offendevano, contro quelli che non solidarizzavano, contro quelli che non lo reggevano, contro quelli che non lo capivano.

Tutti i giorni, più volte al giorno, tra una pesante reprimenda e l’altra, il messaggio era: dimettiti e lascia il posto a chi so io!

Ma Capezzone continua ancora a fare orecchie da mercante e oggi può tirare il fiato, un’altra ossessione sta divorando il vecchio Marco: si chiama primarie del Pd!

Nelle sue compulsioni diuturne sono entrate le primarie più improbabili che mente di politico avesse mai potuto escogitare.

Ma tanta è la voglia di ribalta che devasta il vecchio leader che non esistono più nè regole democratiche, né statuti, né rispetto per l’orientamento politico dei quattro gatti iscritti, né coerenza liberale, né buonsenso o almeno senso logico che lo possano chetare.

Pannella, dovesse dichiarare anche un altro sciopero della fame, deve candidarsi ad ogni costo a queste inutili, stupide e antidemocratiche primarie!

Il peggio è che, come quando nel ’94 era convinto di vincere contro Fini nel collegio di Fini, con lo stesso delirio di onnipotenza è ora convinto di battere il segretario in pectore Veltroni!!

Radio Radicale è in fiamme e i redattori, senza dignità e orgoglio, vanno in onda trattando ogni minuto il caso Pannella-primarie, sfidando il senso del ridicolo per quanto invasati e infervorati appaiono. A sentire le sempre più penose rassegne stampa di RR, il mondo sembrerebbe fermo in attesa del verdetto dei probiviri di un partito fantasma che c’è ma non c’è.

Ma c’è un altro personaggio politico che in questa surreale fiction ha dato prova della sua disonestà intellettuale, pensata ai danni di quel popolo di sinistra di cui si sente il migliore interprete: si tratta di Furio Colombo. Prima aveva scritto un manifesto imponente, presentandosi motivatissimo, pronto a seguire l’esempio degli attivissimi candidati delle primarie americane, disposto a dare tutto se stesso per la causa senza risparmiarsi, appellandosi a tutti i compagni di buona volontà affinchè lo sostenessero nella sua candidatura a segretario del Pd.

L’annuncio urbi et orbi lo aveva fatto dal balcone del suo giornale, cercando e riuscendo a nascondere ai suoi estimatori il piccolo dettaglio consistente nella sua totale indisponibilità al compito assunto,ma, siccome a qualcuno toccava fare questa patetica parte dello sfidante di Veltroni, il senatore aveva risposto garibaldinamente: obbedisco!

Per fortuna, come per le primarie di Prodi, dopo le iniziali resistenze da parte dei politici che contano, dopo le manfrine per andare sui giornali e telegiornali, dopo torrenti di parole in libertà, retorica della democrazia diretta, demagogie da baci perugina, offerte al dibattito dei soliti pennivendoli, anche per le veltroniadi si sono candidati altri kamikaze del centrosinistra, permettendo a Colombo di rinunciare, col beneplacito dei tecnici della “giunta” del Pd, alla sua corsa per la segreteria!

Fantastiche le motivazioni che il senatore-giornalista ossessivamente antiberlusconiano ha addotto per spiegare il fallimento della sua raccolta di sottoscrizzioni: “La ragione è che non sono in condizioni, come è noto, di allontanarmi dal senato.”.

Erano tutti colpevolmente consapevoli quindi che il nostrano omologo di Barak Obama stesse vergognosamente barando.

Quanto e, forse, più del gggiovane Mario Adinolfi!

Tags: Marco Pannella, Daniele Capezzone, Furio Colombo, Mario Adinolfi

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