27 luglio 2006

Roma capoccia... de coccio

Il ministro israeliano della giustizia Haim Ramon ha benissimo interpretato il risultato del vertice internazionale più inutile di questo inizio millennio. Persino più inutile delle migliaia di conferenze che, con dispendio immane di risorse, ogni anno l’ONU indìce su tematiche di varia umanità. La Roma bene e perbene di sinistra ha voluto pertanto fantasticare su un Palazzo Chigi come il Palazzo di vetro newyorkese. Il “grande facilitatore” ha millantato credito nazionale internazionale prefigurando un cessate-il-fuoco nella sua maggioranza e nel Libano, grazie alle sue miracolose intercessioni. Anche ieri, da premier molto sexy, ha parlato ai suoi ribelli con parole ultimative, promettendo aiuti umanitari ai piccoli partiti radicali. Eppure, nonostante ci abbia messo del bello e del buono per ottenere una tregua, le ostilità sono ancora aperte e per ogni piccola ricucitura si aprono nuovi strappi. Al G8 di San Pietroburgo era andato con le idee chiare, coinvolgere più capi di stato possibili nel piano di lancio mediatico della sua leadershep a livello internazionale. Ha lavorato indefessamente e, siccome gli amici non gli mancano, è riuscito nel suo intento. Qualcuno, come Chirac ad esempio, ha accettato l’invito al Prodi party, anche per aiutare l’amico a crearsi un’immagine da grande leader di governo perfettamente legittimo che l’odiato Berlusconi aveva in qualche modo appannato in seguito alle accuse dopo i risultati elettorali. Anche l’amministrazione Bush è stata al gioco, in fondo, avrà pensato Condy, non mi costa nulla. Naturalmmente Rice si è guardata bene dal passare prima da Roma. Quando è arrivata al vertice le decisioni serie le aveva già prese parlando direttamente con le parti in conflitto. Il giorno dopo si è seduta sul sofà tra Romano e Massimo spiluccando e centellinando le piccole delizie romane, prestandosi al gioco dei due tanto bisognosi di averla vicina nelle inquadrature di repertorio. Poi, come si suol dire, finita la festa, gabbato lu santo e quello che non poteva che essere un flop diplomatico (inutilmente dispendioso per i contribuenti italiani, ma almeno politicamente innocuo), ha finito con l’essere interpretata dal governo israeliano come una conferenza solidale con la sua azione militare contro il terrorismo nel Libano. Questo blog è con Israele e col suo diritto a difendersi per cui condivide il punto di vista del suo ministro Haim Ramon. Ora però ci si chiede: il sedicente “facilitatore” si starà rendendo conto che, a causa dei suoi meschini calcoli, ha finito con lo schierare l’Italia dalla parte più invisa alla sua coalizione? Anche il ritorno di immagine sui media internazionali è assolutamente negativo. Naturalmente per quanto riguarda i giornalisti e i maestri del pensiero nostrani le parole d’ordine sono: “poteva andare meglio, ma si è fatto un passo avanti nella giusta direzione”!? Si tratta di parole stanche che si leggono negli articoli di cronaca e nei commenti, attente ad essere in totale sintonia con quelle di Prodi, Napolitano, D’Alema, ecc. Insomma un coro che, per quanto canti tanto forte, non riesce a coprire neppure la propria amara delusione.
Ecco un Phastidio che non ci dovremmo mai togliere...dalle nostre letture.

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25 luglio 2006

Doppietta col voto di fiducia

Decreto Bersani e missione in Afghanistan.

La diretta dal Senato e le cronache parlamentari di questa mattina hanno raccontato un’altra pagina estremamente sexy per i gusti molto particolari di Romano Prodi.

Infatti il suo ministro Chiti si è dovuto produrre in una doppietta di imposizione del voto di fiducia veramente da brivido!

Si è trattato di un vero salto mortale dove il governo avrebbe potuto rompersi il collo già nelle prime fasi, se non fosse intervenuto il presidente Marini a convalidare il numero legale.

Un risultato raggiunto grazie al voto tarocco del sen. dell’Udeur Cusumano.

Franco Marini sembra si sia davvero specializzato nel ruolo di ciambella di salvataggio illegale di questa inesistente maggioranza e senza nessun pudore istituzionale giustifica questi gravissimi fatti accusando l’aula di indurli con i suoi schiamazzi che finiscono col mandare in confusione i poveri segretari notai...

Ormai i furti con destrezza e i toni suadenti all’indirizzo dell’opposizione sono le uniche opportunità alle quali questo sensuale governo si vede ridotto.

Pertanto devo ammettere che Chiti è stato davvero incantevole col suo modo di porre il voto di fiducia. Lo ha fatto usando parole di miele all’indirizzo di un’opposizione alla quale, ha detto, non si può rimproverare proprio nulla!

Una cara opposizione che ha presentato dei giusti emendamenti prontamente accolti dal governo.

E in questa generale ostentazione di amorosi sensi il sen. della Lega Castelli, nonostante questa mattina avesse reiteratamente definito imbroglioni i colleghi dell’Unione, si è sentito definire uomo pacato dal margheritino Boccia.

Naturalmente per il ministro Chiti è tutto in regola, tant’è che spiega al mondo che il ricorso a questa modalità di voto si è imposta non per la carenza numerica al Senato o per la litigiosità della coalizione ma esclusivamente per la limitatezza dei tempi del decreto Bersani.

Intanto, ancora nella fase dei preliminari, la maggioranza ha ottenuto 159 voti grazie a due “pianisti”, sotto lo sguardo complice della presidenza.

Ma ciò che trovo decisamente paradossale avverrà domani a Roma, quando un volto presentabile di questo governo andrà in mondovisione grazie alla mediaticissima conferenza sul Medio Oriente, mentre un altro volto, molto meno edificante, si esibirà a pochissima distanza dai riflettori internazionali.

Domani infatti si voterà il rifinanziamento della missione in Afghanistan.

n.b.: La cronaca della seduta del Senato è naturalmente negli stenografici anche online.

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24 luglio 2006

Con Alfonso e Kyoto i dinosauri non si sarebbero estinti!

Il ministro Alfonso Pecoraro Scanio, come tutti gli ambientalisti, vigila su di noi umani allo stesso modo con cui in un’armoniosa visione idilliaca del mondo, veglia su tutte le cose terrestri, marine ed eteree.

Qualcuno, anche tra i suoi alleati, dice che non è molto affidabile, ma lui non se ne fa un cruccio, sale sui palcoscenici e fa divertire il pubblico con la sua prorompente verve.

Fra tutti i prodotti del libro dei sogni unionisti (infrantosi ormai su scogli durissimi e già trascinato altrove dai primi furiosi marosi) Pecoraro Scanio è di certo il più rappresentativo.

"Sto facendo predisporre un disegno di legge che prevede che l'Italia si doti di una normativa organica, come ha fatto la Germania, per promuovere le fonti “rinnovabili'', ha detto il ministro.

Il programma del governo di centrosinistra prevede che entro il 2011 il 25% dell'energia che noi produciamo sia da fonti “rinnovabili”!!

Sono veramente parole sue!

Ma il guaio non sta tanto nel fatto che un ministro come Alfonso le abbia dette (il sognatore non è mai cosciente di ciò che dice) no, il grave sta nel fatto che nessuno, dopo averlo sentito, lo abbia raggiunto per tentare almeno di scuoterlo dallo stato ipnotico nel quale si era immerso e riportarlo alla dura realtà del Paese di cui è ministro mica per la prima volta!.

Tanto per chiarire ricordiamo che Alfonso ha fatto parte di quel governo dell’Ulivo che è riuscito a renderci i maggiori gas-dipendenti d’Europa!

Qui un articolo illuminante di Francesco Forte.

Ma oggi il ministro di terra, di cielo e di mare promette e promette e promette un mondo nuovo, o meglio, antico, pulito e rinnovabile.

Un paradiso dove riuscirà a far coesistere il diavolo delle immani esigenze di sviluppo della nazione, priva di fonti energetiche che piacciono a lui (il carbone si sa è contro Kyoto) con l’acqua santa del piccolo è bello!

In un’Italia sempre semiparalizzata dai lunghissimi tempi istituzionali e da ogni sorta di ostacolo burocratico, dove un qualsiasi aspirante imprenditore impiega anni per realizzare un qualsiasi progetto, per quanto piccolo, il nostro “Alfonso nel paese delle meraviglie” ci regalerà il 25% di energie rinnovabili in cinque anni!

Ma il nostro ministro ha trovato anche una scorciatoia, sapete?

Ha detto che penserà a tutto lui da Roma e le regioni che se ne stiano calmine ad aspettare i suoi ordini!

Ma già qualche presidente di regione tanto calmino non riesce a stare...

Prepariamoci quindi a ogni sorta di pressione psicologica, colpevolizzazione e imposizione di sacrifici tanto onerosi quanto inutili, che i fondamentalisti dell’ambientalismo catto-comunista al governo infliggeranno a tutti i cittadini in nome dello sviluppo equosolidale e protocollare di Kyoto. (sul trattato ascoltate qui Stagnaro intervistato da Della Vedova)

E infatti Kyoto entrerà nelle case di tutti gli Italiani col suo carico di criminalizzazione dell’uomo occidentale (naturalmente capitalista e pure americano), responsabile di aver causato immani “danni” ambientali che modificherebbero il clima di questo pianeta.

Un altro carrozzone dell’ONU, quello della convenzione di Kyoto che da tempo, rende agli ambientalisti in termini di potere e di arricchimento personale.

In tutto questo mi chiedo se verrà mai un giorno nel quale anche un solo geo-astrofisico, facendo appello alla logica e alla conoscenza dell’evoluzione dell’universo (patrimonio acquisito ormai da quasi tutti i popoli), riuscirà a spiegare al mondo la semplice verità.

Cioè quanto sia infantile fingere di non sapere che i cambiamenti climatici si sono succeduti di era in era molto prima della presenza dell’uomo e delle emanazioni di CO2 delle Suv o delle centrali a carbone.

Viviamo sulla superficie sottile di una sfera all’interno della quale si muovono infinite e incommensurabili correnti di fuoco e di gas, tanto potenti da spostare interi continenti.

Qualcuno gli dica che la Terra è una cosa viva e dalla sua nascita ad oggi non ha mai smesso di modificare la sua forma e la sua consistenza; che i dinosauri (mi permetta Lo Pseudo Sauro) si sono estinti in modo naturale, con altri miliardi di micro e macro specie viventi, senza intervento di qualche petroliere texano o qualche multinazionale alimentare ne avesse deturpato l’habitat.

E’ patetico e fanciullesco credere di poter fermare la vita del nostro intero sistema solare, dal quale dipendiamo, o di rallentarne la sua misteriosa e spesso terribile corsa verso un’altra era geoclimatica dove se ci saremo non lo dovremmo nè a Kyoto nè ai pannelli solari al silicio del nostro ministro per l’ambiente.

Intanto proceda pure con le sue bio-masse e le onde del mare, quando saremo allo stremo ci attaccheremo al nucleare francese...

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19 luglio 2006

Al funerale della logica e al trionfo della demagogia

Quando Padoa-Schioppa parlò dal convegno della Cgil usando questo linguaggio: “Chi vive in condizione di disagio non deve più fare sacrifici. Bisogna comunque partire dall'alto, da chi si è arricchito e chi ha evaso le imposte" e in un afflato di amorosi sensi ottenne una vigorosa stretta di mano dal vero premier italiano, Guglielmo Epifani, ammetto che mi sentii "leggermente" disorientata. Ma quando il segretario della Cgil si espresse in questi termini: "... (la futura manovra risponda) alla parte del Paese che si è impoverita e trovi le risorse dalla parte del Paese arricchita dalle politiche del governo di Centrodestra.. Bisogna che il governo capisca che è vero che l'eredità del governo Berlusconi è pesantissima... Si renda conto che la scelta di politica economica deve essere attenta a parlare a questa parte del Paese che ha visto crescere le diseguaglianze ..." mi vidi addirittura proiettata in pieno 1789 a contare le teste dei ricchi che cadevano dai ceppi. Ancora non mi ero ripresa dallo sgomento quando dal Corsera ecco apparire un editoriale a firma di uno dei miei miti liberali: Angelo Panebianco! Egli scriveva: “A leggere un sorprendente titolo dell'Unità di domenica («Colpiremo gli arricchiti e gli evasori») sembrava che il ministro Tommaso Padoa- Schioppa, durante un incontro con i sindacati, avesse fatto un'improvvisa dichiarazione di guerra al capitalismo e all'economia di mercato. In realtà Padoa-Schioppa, come risultava dallo stesso articolo dell'Unità, aveva inteso dire che verranno colpiti coloro che si sono arricchiti evadendo le tasse..” Mi stropicciai gli occhi e le orecchie e cercai di capire che cosa aveva detto chi!? Conclusi che la difesa del Padoa-Schioppa pensiero, da parte del Pane, non reggeva alla logica, in quanto era chiaro ciò che il ministro aveva affermato davanti ai sindacalisti più potenti al mondo, e che non solo la minaccia era rivolta al capitalismo italiano ma più precisamente a quello arricchitosi grazie a Berlusconi (!?!?) E non è una mia forzatura perchè con la sua stretta di mano Epifani ordinava proprio questo al ministro e al governo Prodi. Nella stessa logica con la quale si propongono liberalizzazioni che non tocchino gli interessi dei grandi monopolisti amici e partner politici, al contempo si dichiara guerra agli evasori nemici (pochi in realtà) di classe.... anzi di alta classe visti i poteri in gioco. Il tutto da un pulpito il cui oratore è il capo del maggiore centro di evasione fiscale legalizzata, la Cgil, il cui reale e miliardario patrimonio immobiliare e finanziario non conosceremo mai! Patrimonio che si assomma e si fonde con quelle della Lega delle coop rosse, le quali per volontà divina possono altresì incassare senza pagare il giusto tributo all’erario. Il povero Panebianco, cercando di difendere l’indifendibile Padoa-Schioppa, si autoconvince, nell’intento di fuorviare il lettore, che questo governo voglia perseguire chi si è arricchito evadendo il fisco! Ma dov’è la logica in questo? Chi sarebbero quegli arricchiti che, solo a causa della loro evasione fiscale, avrebbero impoverito le italiche finanze? Forse che non sarebbero dovuti essere costoro già molto ricchi per avere un imponibile tanto gigantesco da poter risanare il nostro bilancio quando venisse giustamente tassato? “Arricchito” poi assume immediatamente un disvalore che non lascia scampo al capitalista non allineato, esponendolo ancora di più a quell’odio sociale tanto ben cavalcato da questa sinistra opulenta. Ancora una volta i veri Produttori, unica risorsa economica del Paese, dovranno soccombere sotto i colpi dei parassiti fattisi forza di governo. Così gli intoccabili demagoghi, i veri arricchiti ed evasori, puntano dritti alla pancia del cittadino, convinti di fargli dimenticare quanto stupido e falso sia tutto questo, alla luce impietosa degli aumenti e delle introduzioni di nuovi balzelli che lo colpiranno. La reintroduzione del ticket sanitario, che questa stessa sinistra aveva abolito alla fine del governo Amato solo per squallidi calcoli elettoralistici, è uno di questi regali. Divertente questo editoriale del Riformista del 4 aprile. Qui é spiegata l’avversione ai ticket espressa dalla RNP pochi mesi fa, in sintonia con tutta la coalizione unionista. Ma, come scrivono a quattro mani Prodi e Padoa-Schioppa, gli italiani capiranno e accetteranno per il bene del Paese! E allora un commosso de profundis alla dura logica, uccisa dalla fragile ma più seducente demagogia.

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17 luglio 2006

Rai, di tutto, di più e di peggio

Se la Rai ulivista del quinquennio ‘96/01" vi era apparsa un perfetto modello di disinformazione sovietico, evidentemente vi durerà fatica trovare un termine peggiore di paragone per l’attuale servizio pubblico. Insieme però ce la possiamo fare e, anche alla luce di come vengono trattate l’opposizione e la crisi mediorientale, suggerirei, come modello al quale si sta ispirando il governo Prodi-Petruccioli, la tv iraniana Sahar o quella Hezbollah Al manar!. Ieri sera è stato interessante seguire il tg1 e il tg2 e poter apprezzare il lungo servizio sulla rappresaglia di Israele contro gli Hezbollah. Naturalmente in primissimo piano la sofferenza della popolazione civile libanese con aggiunta di testimonianze a iosa degli Italiani rientrati scampando al pericolo della violenza sionista grazie al pacato ministro D’Alema! Casualmente il suddetto ministro si trovava all’aeroporto e, (perchè no?) ha rilasciato una lunga dichiarazione sul buon lavoro svolto dalla Farnesina e il solito blà blà sinistrese sul conflitto mediorientale. E’ seguito il servizio sul G8 e come non essere “orgoglioni” di come il nostro presidente Prodi si trova al centro della scena mondiale? Un “Facilitatore” internazionale che risolverà la gravissima crisi chiamando come intermediatore del massimo mandante di tanta criminalità che si chiama Iran! Come terza notizia i due tg ci riservano Bertinotti (terza carica dello Stato) impegnato in un convegno di partito in Portogallo. Poi veniamo informati dell’intervista di Napolitano ad un quotidiano tedesco e le sue dichiarazioni di dirigente diessino vengono trattate come fossero acqua fresca quirinalizia. "E l’opposizione?", chiederete voi. Bè, all’opposizione il tg1 ha riservato quattro micro dichiarazioni (due delle quali di apprezzamento a Napolitano) eseguite immediatamente da altre della sinistra. Per il tg2 l’opposizione non esiste proprio. Oggi le cose non sono andate affatto diversamente, salvo due brevi dichiarazioni in voce di rappresentanti della Cdl, della quale una di apprezzamento alle parole di Enrico Letta. E Berlusconi? Cassato! Tutto quanto sopra, devo ammetterlo, mi fa rimpiangere persino la Rai di Zaccaria e il suo panino. Intanto la Commissione di vigilanza Rai, l’unica o quasi di presidenza dell’opposizione, ancora non è stata varata, vittima della litigiosità del centrodestra che non trova un accordo al suo interno. Che tristezza... Sabato questo blog ha pubblicato un post che potrebbe inaugurare un dossier sull’arroganza unionista al potere e ha già un grande redattore nella persona di Phastidio il quale, non da oggi, denuncia questi episodi di regime dal suo straordinario blog. Numero arretrato NB: il satellite porta in Scandinavia l’Italia radiotelevisiva non a pagamento, tutta al completo; questo, unitamente alla banda larga, dà a questo blog gli strumenti e le informazioni per interagire con l’Italia al pari (a volte meglio) di chiunque viva nel Bel Paese.

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15 luglio 2006

La maleducazione al potere.

Prima venne lo sprezzante Prodi che si rifiutò di accettare le regole della par condicio stabilite dal Parlamento. Poi ci inflissero la notte degli oscar senza oscar in piazza Santi Apostoli quando, spudoratamente, annunciarono al mondo la vittoria elettorale che non c’era. Il 25 aprile e il 1 maggio si appropriarono delle piazze e, con arrogante autoreferenzialità, riproponendo i vecchi e stantii slogan della retorica resistenzialista e operaista, scatenarono i violenti epigoni delle brigate partigiane post liberazione, con le conseguenze che conosciamo. Seguì l’esproprio delle più alte cariche istituzionali con la prepotenza dei piccolissimi numeri. Voracemente ora si sono spartiti tutti i posti di potere disponibili, senza mai fare conto dell’altra metà degli elettori che aveva premiato la Cdl con un voto di parità e forse persino di maggioranza. Da quella notte del 10 aprile sono trascorse pochissime settimane ma già i neo eletti alle più alte e delicatissime funzioni dello Stato hanno ripetutamente abusato di queste per favorire la propria coalizione, quando non addirittura il proprio partitino. Qui una delle esternazioni del presidente di tutti i Deputati (così si auto definì) Fausto Bertinotti che Phastidio ha registrato con brillante sagacia. Alla sfilata del 2 giugno la terza carica dello Stato si presentò nella tribuna delle autorità ostentando con un simbolo arcobaleno! In quell’occasione dichiarò alla stampa che sarebbe stato meglio vedere i soldati sfilare senza armi. (?!?!) Durante la seduta parlamentare del 13 luglio alcuni Deputati del centro-destra hanno protestato per l’assoluta mancanza di rispetto verso la Camera che il rifondarolo loro presidente dimostra con le sue continue assenze da Montecitorio. I parlamentari accusano Bertinotti di usare i mezzi che la carica gli offre per promuovere il suo partito sulla scena internazionale. E il Presidente della Repubblica? Eccolo in piena campagna referendaria sulla riforma costituzionale schierarsi col no. E qui rallegrarsi per la sconfitta degli elettori che avevano votato sì! In questi ultimi giorni ha raggiunto il massimo della maleducazione e della faziosità lanciando moniti alla sua coalizione divisa sul voto per la missione in Afghanistan. Le sue sono state le parole di un dirigente di partito che esorta la propria parte politica violando l’autonomia decisionale dei parlamentari. Tutti dentro l’Unione si sentono intoccabili e inattaccabili padroni della Cosa Pubblica. Tanta arroganza gode della complicità dei media ma anche, ammettiamolo, dell’assenza di voci indignate dell’opposizione. Dentro i Palazzi neppure le interpellanze urgenti della minoranza vengono rispettate, se è vero com’è vero che il ministro dell’economia Padoa-Schioppa non si è neppure presentato in Aula mandando al suo posto il ministro della giustizia Mastella. Come ha spiegato alla vicepresidente di turno alla Camera l’on. Buontempo, mai un ministro indisposto era stato sostituito da altri che non fosse quello dei Rapporti col Parlamento! Ma evidentemente Chiti non conosce il regolamento della Camera e il presidente Bertinotti era in tutt’altre faccende affaccendato per poter redarguire il Governo. Ma non basta! Dopo aver sarcasticamente denigrato il governo Berlusconi per aver introdotto due nuovi ministeri, il governo Prodi conia un eufemismo come "spacchettamento" e aumenta a dismisura incarichi di governo e costi economici a carico della collettività. E che dire della farsa sull'incompatibilità tra carica elettiva e carica di governo messa in scena a palazzo Madama? Forse o senza forse l'unico fulgido esempio di rispetto delle Istituzioni ci viene offerto dall'azzurro Fitto! Si potrebbe riempire un dossier con gli episodi simili a questi che stanno portando alla degenerazione delle nostre istituzioni, per l’arroganza di questa sinistra paladina di una Costituzione della quale non rispetta neppure l’abc. Ora dobbiamo farcene una ragione! Questa sinistra-centro appartiene senza dubbio a una razza antropologicamente superiore, non si spiega in altro modo la sua capacità di trasformarsi da minoranza nel Paese in maggioranza assoluta con un potere assolutista.

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12 luglio 2006

Grazie Cav, lo dico io al posto dei Norvegesi

Questo simpatico signore si chiama Steinar Larsen ed è il titolare del Museo dello stoccafisso di Å (si chiama così), un piccolissimo centro nell’altrettanto piccola isola di flakstad, nell’arcipelago delle Lofoten. E’ un ex esportatore di merluzzo secco, attività che ha lasciato in mano al figlio per dedicarsi esclusivamente al suo museo e ai numerosi turisti che ogni anno visitano il Norland. Steinar parla bene molte lingue e, un pò in italiano e un pò in norvegese, da qualche anno conversavo con lui per telefono parlando anche di... stoccafisso. Inevitabilmente, durante i nostri non frequentissimi dialoghi, purtroppo dovevo ascoltare le sue amarissime riflessioni su quanto i suoi colleghi esportatori del prezioso prodotto, dovevano subire in Italia. Mi raccontava di tir che cadevano nelle mani armate da pistole di una banda di rapinatori implacabilmente in agguato sull’autostrada nei dintorni di Napoli. Non si dava pace al pensiero che questo clima di terrore perdurasse ormai da una ventina d’anni e la polizia italiana non fosse mai riuscita a sgominare la banda dei rapinatori. Assommando il valore di ogni carico che veniva sequestrato dai banditi, i danni subiti dall’industria principale delle Lofoten appaiono incalcolabili, al punto che nessuna assicurazione era più disposta a coprire i viaggi dei camionisti per il tratto stradale del centro-sud italiano. Dopo un servizio molto duro del tg norvegese sull’argomento, decisi di scrivere questo post e mi piace pensare che portò fortuna sia alla polizia italiana che ai nostri fornitori di pesce, visto che due mesi dopo, la banda dei rapinatori, sotto indagine già dal 2003 (senza evidenti risultati) venne definitivamente catturata! La notizia passò quasi inosservata nei tg italiani, liquidata alla stregua di un qualsiasi fatto di cronaca, mentre si trattava di qualcosa di molto più importante. Era infatti la soluzione di un problema che stava causando pesanti ripercussioni diplomatiche tra il governo norvegese e il governo Berlusconi. Qui e qui la notizia come riportata da due giornali campani. Durante la mia vacanza alle Lofoten sono andata a trovare Steinar nel suo museo dello stoccafisso e gli ho posto la domanda d’obbligo: “Hai visto che la polizia italiana ha arrestato la banda dei tir?” “Oh sì” mi ha risposto “Questo è molto buono per noi! Ora va tutto molto meglio! Quest’anno stiamo vendendo molto più pesce! Sono tanti milioni di corone di più. Ja, molto buono questo, per noi”. Mentre parlava entrando nei dettagli della vicenda, io ripensavo a “Citizen Berlusconi ” (quell’indecente video prodotto in Italia e trasmesso più volte dalla tv di stato norvegese) e all’immagine da dittatore mafioso del capo del governo italiano, arrivata di certo anche in casa del mio amico. Sarebbe stata impresa impossibile, oltrechè inutile,raccontare a Steinar i risultati che quell’orribile uomo descrittogli da Marco Travaglio, Enzo Biagi, Furio Colombo e altri guitti di quella compagnia di giro, ha ottenuto contro la criminalità organizzata. A Steinar e ai suoi connazionali interessa solamente che la lunghissima scia di terrore fatta di infiniti “assalti alle carovane Degli inermi vichinghi” sia stata finalmente interrotta. Se questo sia uno dei meriti di Berlusconi, insieme alla fine di trent’anni di terrorismo brigatista rosso e dei quaranta di latitanza di Provenzano, per esempio,poco o punto gliene cale.

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8 luglio 2006

...Vengo a seppellire Watergate, non a lodarlo

Non sono Antonio e Watergate non è Cesare. Persino le parole che ho messo nel titolo sono state superate dalle nuove traduzioni del Giulio Cesare shakespeariano... Ma, nonostante tutto questo, al pari di Antonio piango l’amico che ho sempre considerato il mio Cesare dei blogger! Lo piango non perchè ha lasciato la città, non sono le distanze fisiche che mi spaventano, no, lo piango perchè si è voluto allontanare politicamente da me. Mi aveva fatto ridere spesso e anch’io, lo so, qualche volta l’ho fatto sorridere. Condividevo ogni parola di ogni suo post. Ammiravo rapita la vulcanità del suo stile e il lavoro certosino che stava dietro ogni sua pubblicazione... Ma non sono qui per lodarlo. Voglio “seppellirlo”, o, almeno, vorrei seppellire quella parte di lui che lo ha fatto sbagliare. Perchè per me Watergate ha sbagliato e non posso capacitarmene! Egli è un grande e questo è vero quanto è vero che in Tocqueville non vivono nè Bruto, nè Cassio e pertanto nessuno ordisce congiure. Semmai, Wat se lo può figurare, quei cittadini contro i quali ha puntato il dito accusatore e che chiamiamo aggregatori possono, come tutti gli operatori volontari, sbagliare o per troppa buonafede o per distrazione o perchè si sentono gli occhi addosso di qualche centinaio di persone. Faccia un passo in avanti chi non ha imprecato almeno una volta contro di loro! Anch’io l’ho fatto e non ne sono pentita. Non conosco la maggioranza degli aggregatori e non la voglio conoscere, per cui non mi sono neppure letta la lista dei loro nomi pubblicata nei giorni scorsi. Ma di una cosa sono convinta, cioè che ogni giorno che passa diventi più difficile trovare lo spazio giusto per tutti e aspetto fiduciosa che il senatore...scusate, il sindaco realizzi quanto si è proposto. Ammettendo che sia vero che in Campidoglio si aggira un Bruto (più un Brutino o un Brutarello, direi) che scrive con le spine delle rose, si tratterebbe pur sempre di spine e non di pugnali! Eppure Watergate, che non crede che Bruto sia uomo d’onore, si è sentito pugnalato e forse proprio alle idi di marzo, o, peggio ancora, insultato dalle parole inacidite che da quelle spine escono, più o meno a intervalli regolari. Quello che non perdono a Cesare-Watergate quindi è di aver scambiato le parole di un blogger, di una blogger o di più blogger lontani da lui e dalle sue idee, per armi improprie capaci di minare la città dalle fondamenta. Watergate ha scritto un grande post prima di andarsene, l’ho letto e riletto. Un post intenso che voleva essere, credo, propositivo e non distruttivo. Salvo poi vedere l’autore chiudere con un addio incoerente, inaccettabile e...sciocco! Eh sì, perchè non si costruisce un’identità politico-culturale abbandonando l’unico luogo dove questo progetto é condiviso dal 90 % della "popolazione" Essere liberali è innanzitutto una forma mentis che non si può scindere in due parti separate, pena la schizofrenia ideologica, immaginando incoerentemente di negare allo stato il controllo del nostro portafoglio, ma affidandogli addirittura il controllo della nostra vita intima. Lo stesso errore che, a valori rovesciati, commette la sinistra statalista in economia e liberale (solo a parole, ma molto urlate) sui cosidetti diritti civili.. Liberali lo si è o non lo si è. Se lo si è si leggono, oppure non, (perchè solo di questo si tratta), coloro che, affatto liberalmente, ci definiscono talebani o insultano i rappresentanti della nostra fede. Ma non si liquida, illiberalmente, come assassina di bambini colei che, in scienza e coscienza, cerca con argomentazioni asettiche, ma con passione, di portare la bioetica fuori dalle trincee delle guerre di religione. Prima delle idi (le elezioni di aprile) Bruto era già un cittadino di Tocqueville e un altro grande e stimatissimo blogger, alleato di Watergate, postava, con molto orgoglio, un’intervista fatta da lui stesso a un certo Capezzone! Sempre Harry ha come co-blogger un rappresentante di quella stucchevole sinistra, alleata di quel Bruto, che vedrei meglio collocato altrove ma del quale non mi sognerei mai di chiederne l’allontanamento da TV. Molto più comodamente evito di leggerlo. Punto. Perchè, e questo il mio Cesare lo sa bene, ciò che fa la fortuna di un blog è il numero dei lettori. La sola circostanza di una presenza costante nel tbo di TV non decreta il successo qualitativo di un blog, mentre di certo vi contribuisce molto mettere un blogger nel mirino di attacchi personali, tanto inutili e dannosi per chi li scrive e molto preziosi per chi li riceve. Watergate se ne è andato temendo la soverchiante potenza grafomane di un blogger, lo ha fatto usando espressioni tipiche di un cittadino insofferente alla vicinanza dell’inquilino molesto del piano di sopra invadente e maleducato, uso a infrangere le regole condominiali. Ma se pure Bruto non fosse uomo d’onore, Cesare lo è e dovrebbe riconoscere di aver provato intolleranza fisica verso qualcuno fisicamente invisibile. Il web è immenso, silenzioso e inodore e perciò ci isola dalla puzza e dagli schiamazzi dei nostri “avversari” politici, permettendoci un distacco riflessivo e sereno regolato da un semplice click del mouse. A questo modo il potere di ciascun internauta è totale quanto facile da esercitare. Watergate mi ha “abbandonata” per via di una con-fusione identitaria vigente in questa città, come se non dipendesse anche dalla sua stessa intelligenza realizzare questa tanto da lui auspicata identità condivisa. Tocqueville è uno strumento di comunicazione giovane, anzi giovanissimo, e la sua maturazione per compiersi ha bisogno di tempo e di contributi di ogni genere; mi appare quindi un controsenso “sabotarlo” quasi sul nascere. A meno che non creda davvero che a “palazzo” siedano i congiurati libertari-liberticidi, Watergate dovrebbe riflettere meglio sul concetto di libertà di espressione e di circolazione delle idee in un mercato aperto a tutti, dove solo la domanda e l’offerta regolano gli scambi e determinano il successo dei loro produttori. Per fondere qualcosa occorre energia e più questa è forte più i corpi estranei, se sono veramente tali, devono sciogliersi o si autoespungono dal processo (cosa che non auspicherei). Il tutto per un naturale fenomeno stabilito dalle leggi della fisica, ma Watergate 200.000 e oltre non era un corpo estraneo in questa “comunità”. Bensì una delle sue maggiori fonti di energia intellettuale. Egli, come Cesare, prima di andarsene ha redatto un testamento, dove non lascia sesterzi, ma idee riformatrici del governo cittadino e poi, incoerentemente, sbattendo rumorosamente il portale, se ne va... Il nostro reciproco concetto di valori morali da preservare diverge sia nella sua tipologia ma soprattutto nel concepirli a disposizione di uno Stato etico che imponesse per legge il suo meglio per tutti? Può darsi. Da tempo detesto le piazze e non sono una missionaria nè laica, nè tantomeno laicista; non mi sognerei mai di attaccare la Chiesa e insultare i suoi fedeli. Sono invece convinta, forse ingenuamente, che solo di destatalizzazione in destatalizzazione, di delegiferazione in delegiferazione, si potrà raggiungere un livello sempre più crescente di responsabilizzazione individuale, componente primaria di una buona convivenza civile. Sarebbe più facile accettarsi, tra adulti, senza infantili fondamentalismi di segni diversi e di fazioni contrapposte. Questa è la mia personale visione culturale e politica di Tocqueville e temo non sia condivisa dal mio indimenticabile Cesare! Eppure qualcosa mi dice che non rientro tra quei concittadini a lui invisi, non solo per la mia insignificanza di blogger, e allora immagino che il problema sia solo lessicale e non sostanziale... NB.: Il post è disseminato di sorrisi e strizzatine d'occhi. Invisibili ma ci sono. Aggiornamento con le scuse a Watergate per non averlo fatto prima a) Dove ho parlato di congiure? Questa teoria da stravaccamento sul divano ha ormai preso piede, l'hanno ripetuta in modo superficiale Mancia e il Megafono, mentre non c'è alcun mio intervento, pubblico o privato, che parla di queste cose. Il postu è lungo e parla proprio di altre cose. Non di congiure, ma di cose apertamente scoperte, se mi è perso di usare un avverbio che rafforzi il concetto. B) Non ho puntato il dito contro gli aggregatori. Il 98% del post è dedicato alla dicotomia lib-con, con la costante avvertenza che se la mia visione di TV è sbagliata il discorso non tiene. Fatto sta che i commenti di Mancia e di altri dicono che è la mia visione di TV ad essere giusta, basta leggere. Ergo, per deduzione si capisce che il discorso tiene. Insomma, non si può continuare a scambiare l'effetto con la causa. C) Il discorso sugli aggregatori sembra quello sugli arbitri. Hai ragione: sono uomini e donne normali. Fatto sta che da tre mesi a questa parte il malessere in TV è iniziato a serpeggiare più che prima e non per GLI ERRORI, LE SVISTE-- Ancora una volta si fa finta che io abbia scritto una cosa. No, il problema è il solito, la linea generale, la dicotomia lib-con non aderente con la realtà e con il progetto originario di TV, che è FUSIONISTA. Ciò significa che prendi due idee distanti e le fai convivere, non metti in apertura di HOME PAGE tesi apertamente libertarie e molto spesso offensive per il 60% (vado per difetto) dell'aggregatore. Se non si coglie questo punto, continuerete a farvi delle domande sbagliate, ragionando su cose che io non ho mai scritto, nonostante mi sia stata data l'opportunità di scrivere in modo chiaro e inequivocabile. Si tenga presente che, testimonianze alla mano, un comportamento scorretto di un aggregatore c'è stato nei miei confronti. Ma io non ho scritto niente nel post. Nelle ultime settimane si era arrivati al fatto di dover "salvaguardare" i miei post, avendo cura di trovarli almeno in apertura, perchè nei blocchi era impossibile trovarli. Fatto nemmeno accennato nel post, a significare che non è una questione personale. Ho le mail a riprova di questo, se qualcheduno volesse ribattere. D) Se deduci che il problema al limite è di spazio per tutti, deduci male, il problema è identitario, c'entra poco e nulla con l'impostazione grafica. MA SEPPURE LO FOSSE BASTAVA METTERE IN PRATICA IL LIMITE ALL'AGGREGAZIONE, CHE NON HO PROPOSTO IERI, MA BEN 8 MESI FA. Il commento che Harry riporta di JimMomo lasciato da Malvino è l'unica dichiarazione ufficiale di un redattore a proposito di quella proposta. E c'è scritto che sono "cazzate" e che se fossero approvate "se ne andrebbe da TV". Ogni mio commento mi pare superfluo. E) Stai trasformando il MIO POST in una questione personale. Altrove ho scritto che non posso lamentarmi del trattamento "generale" ricevuto da TV, avendo avuto probabilmente il record di aperture, nonostante i comportamenti scorretti. Ma devo lamentarmi della linea generale, e siamo al solito discorso di prima. Non sono così permaloso da sentirmi offese per le battutine infelici di qualche aggregatore. Dai commenti lasciati nel mio post e nelle proposte doveva essere Tocqueville a vergognarsi per avere determinati aggregatori! C'è forse scritto nel post che sono offeso da tizio e caio? No, c'è scritto che non sono soddisfatto della visione paritaria della dicotomia lib-con e dell'evoluzione di TV. Nessuna questione personale. Non capisco sinceramente come tu possa averla dedotta, mentre in altri commento (per esempio da Friedrich) io dica esattamente il contrario. F) Non ho posto la questione in termini "essere liberali o non esserlo". Per me essere libertari non è essere liberali, e questo basta. Ma il resto del post insiste sulla dicotomia lib-con, non avendo io la pretesa di definirmi liberale, dato che lo spreco di questa parola sorpassa quello di gamberetti all'Oyster Bar sulla 42esima. G) Ancora insisti sul rapporto tra me e JimMomo. Per me è uno che fa bene il suo mestiere. Ara il campo come si conviene e raccoglie i frutti. Ma lo ritengo poco brillante e tedioso. Non credo che questo basti a definirlo uno stronzo, come si vorrebbe far credere. Magari dal vivo è persino simpatico, e parlo sempre del blogger, di ciò che scrive e di come si comporta on line, che vuol dire poco e nulla. Tuttavia il 97-98% del post non parla di JimMomo. Mi auguro di non doverlo precisare più. H) Si lascia testamento quando si lascia qualcosa, è lapalissiano. Io l'ho fatto per non sentirmi dire che accusavo e basta. Dubito che ci sarà un discreto coraggio nell'applicare delle poche regole di trasparenza del processo redazionale, che i bloggers chiedono da tempo. Purtroppo si risponde ancora con: tu non sei aggregatore, non puoi capire e non puoi criticare. Oppure: fai l'aggregatore e aiutaci a risolvere i problemi. E' come se un tuo amico si drogasse, tu gli dicessi: non drogarti che ti fa male. E lui ti rispondesse: tu che ne sai se non l'hai provata? Dai, drogati con me così stiamo bene entrambi. Per capire che è una scusa puerile ci vuole poco, vedere che è una scusa generalizzata e pedissequamente usata mi preoccupa. H) senza offesa e strizzandoti il mio occhietto, hai travisato lo spirito del post e mi hai messo in bocca concetti mai espressi o addirittura in contraddizione con le mie affermazioni. Sono basito dal fatto che non si comprenda il punto, che è stato abbondantemente chiarito da Harry ed è esplicitato nei commenti al post (uno in neretto, mio, sintetizza al massimo). Baci.

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6 luglio 2006

Le liberalizzazioni all’italiana e quelle alla scandinava

Se io fossi Phastidio saprei come fare informazione e divulgazione su una materia tanto ostica come è quella dell’economia. Purtroppo sono soltanto una modesta osservatrice delle cose e, grazie a una certa esperienza e a volte buonsenso (?!), proverò a raccontare cosa avviene in un Paese socialdemocratico, dove esiste la libertà di impresa, sconosciuta al socialismo reale che vige in Italia. Condivido appieno quanto Phastidio ha spiegato nei giorni scorsi sul pacchetto Bersani e, come altri prima di me, anch’io giudico le iniziative del ministro del “sotto-sviluppo” economico insufficienti in quanto non intaccano i veri monopoli che strangolano la libertà di iniziativa del cittadino e persino quella più vitale di espressione. Anche la Norvegia aveva un gestore pubblico e monopolista della telefonia, la Telenor, ma, da quando il settore è stato liberalizzato, questo ha dovuto assoggettarsi alla concorrenza, mantenendo pochissimo della sua posizione dominante. In questi anni sono nati o giunti nuovi gestori privati, come Tele2, Telia, Net.com e molti altri che si sono divisi fette, grandi e non, del piccolo ma denso mercato delle telecomunicazioni norvegesi. Questo è uno dei Paesi più informatizzati del mondo e la “rete” è estesa in modo capillare a copertura di tutte le esigenze di device, sia del pubblico che del privato. Con l’avvento della banda larga i “grandi” centri abitati ricevettero subito il servizio Adsl ma i minuscoli villaggi sperduti tra i fiordi (vedi anche il mio) sembrava dovessero accontentarsi dell’Isdn, in quanto nessun gestore importante voleva accollarsi un investimento a perdere, vista l’esiguità del bacino di utenza. Finchè nel febbraio 2002 nacque la Loqal (un consorzio di tre società erogatrici di energia elettrica) che utilizzò i propri impianti per il passaggio delle fibre ottiche. Dopo relativamente poco tempo la Loqal offrì la connessione a banda larga ai 400 abitanti di questo sperduto paesino purchè l’avessimo richiesto almeno in 30. Oggi questo consorzio raggiunge anche i 25.000 mega byts di velocità e offre una gamma di servizi ad alta tecnologia che farebbe impallidire la Telecom. I suoi sei dipendenti lavorano con entusiasmo e pochi giorni fa ci hanno annunciato l’assunzione di un settimo collaboratore. Tutti i rapporti con l’azienda vengono trattati per corrispondenza, installazione e contratto compresi. L’ultimo aggiornamento della mia utenza parla di 16 megabyts di velocità, senza limitazioni di servizi Adsl. Il costo mensile è di 75 euro e comprende anche l’abbonamento per la telefonia a banda larga. Questo è quanto accade in Scandinavia dove, senza troppi scrupoli, nel 2002 sono stati chiusi tutti gli uffici postali periferici e licenziati i dipendenti che vi lavoravano. Molto pragmaticamente lo Stato aveva preso atto che con l’informatizzazione questo servizio era divenuto obsoleto. Noi cittadini ne abbiamo tratto vantaggio in quanto possiamo usufruire del residuo vecchio servizio postale presso lo stesso piccolo supermercato dove andiamo a far spesa. Per concludere credo che i miei connazionali oggi al governo griderebbero allo scandalo e al liberismo selvaggio se conoscessero bene di cosa parlano quando si fingono socialdemocratici alla vichinga.

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