30 novembre 2006

Adotta il banner perchè un altro mo(n)do è possibile

La campagna anti captcha ottici è sempre in corso.

Diciamocelo, Libertarian è un grande!

In pochissimo tempo ha creato il bannerino della campagna civile più non violenta che sia mai stata lanciata dai tempi di Ghandi!

Assomiglia a un giochino per chi possedesse -1 di IQ, ma rappresenta invece una delle migliori soluzioni per bloccare gli spambot senza bloccare gli umani.

Entrando qui potrete facilmente copiaincollare il loghetto.

Sarà il mezzo più simpatico di aderire all’iniziativa per l’abbattimento delle barriere d’accesso alla fruibilità di Internet, che stanno quasi inesorabilmente dilagando nel web.

Grazie e non perdiamoci di vista!

Tags: Internet, Tocque-Ville, Captcha ottici, Accessibilità negata, banner intelligenti, Abili, Disabili

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28 novembre 2006

Compagni, uccidete la democrazia e Silvio Berlusconi!

Questo è il sito all'ultimo grido spuntato come un fungo nel fertilissimo ed efficientissimo bosco della propaganda social-comunista, sempre più attiva dentro l'ultimo baluardo dei soviet d'occidente.

Una propaganda che si fa sempre più spietata e feroce quanto più i suoi mandanti si presentano all'opinione pubblica screditati e in difficoltà, come sta avvenendo dai giorni in cui si sono appropriati di tutte le nostre istituzioni.

Nessuno di noi si stupisce più della perfidia e della scientificità con
le quali gli allievi e i nipoti degli allievi di Mosca e delle Frattocchie fanno uso delle armi massmediatiche per distruggere l'autenticamente  pericoloso criminale politico, nonchè minaccia planetaria per la democrazia, Silvio Berlusconi!

L'ultima, per il momento (altre sono in programma)  aggressione, come al solito ben congegnata e perfettamente orchestrata, parte da un altro straordinario diabolico teorema che proverebbe come il leader dell'opposizione si sarebbe macchiato di brogli elettorali!

Prima si è preparato il terreno con un libro di autori mantenutisi anonimi (capiamoli, con quello che succede a Mosca agli oppositori di Putin e, similmente, a quelli del Cav...!), perchè terrorizzati dal destino riservato a tutti gli oppositori del vorace caimano!

Il libro è circolato, senza dubbio, nelle segrete catacombe dove la sinistra si rifugia da anni per sfuggire alla repressione del malefico Silvio.

Ora questo libro è allegato al dvd del mese "Uccidete la democrazia!" che gode di un lancio e di un supporto pubblicitari di fenomenale potenza.

La campagna di delazione e criminalizzazione contro l'opposizione, si è subito rivelata rapida, incisiva e capillare.

La Rai è stata pronta, come sempre, nel fare la sua parte militante a favore del potere politico che la governa, come pure ha fatto la magistratura con lo strabismo che la contraddistingue, dai tempi di "mani pulite".

Insomma altro clamore che farà il giro del mondo e che colpirà, per l'ennesima volta, soprattutto la già tanto provata forza di volontà e la vitalità di Silvio Berlusconi.

Da dodici anni in qua non è passato giorno senza che, dall'Italia verso il resto del mondo e viceversa, non partissero accuse, minacce, insulti, sberleffi, condanne senza appello, aggressioni morali e fisiche dirette alla sua persona, prima che alla sua carica.

Sulla pelle dell'uomo Berlusconi hanno fondato le proprie fortune centinaia di guitti del giornalismo e della politica-spettacolo, italiani ed esteri.

E' quanto si sta riproponendo in questi giorni, durante i quali però la pelle del Cavaliere si sta rivelando meno dura che in passato; il malore sopravvenuto a Montecatini ne è stata una drammatica conferma.

Quand'è che il livello di sopportazione umana all'odio, alle aggressioni continue, implacabili, reiterate all'inverosimile, può essere superato?

Certo varia da soggetto a soggetto.

Molti hanno ceduto per molto meno ma non avevano la tempra del Presidente dei Presidenti.

Ciononostante, mentre gli auguriamo lunga vita, crediamo che sia tempo che le Nazioni Unite indìcano una giornata mondiale per la "moratoria dell'odio contro Silvio Berlusconi"!

Si chieda per un giorno:

-Niente film contro Berlusconi.

-Niente documentari contro Berlusconi

-Niente satira contro Berlusconi

-Niente canzoni contro Berlusconi

-Niente processi contro Berlusconi

-Niente siti contro Berlusconi

-Niente articoli contro Berlusconi

-Niente leggi contro Berlusconi

-Niente post e commenti contro Berlusconi ...

Aggiornamento: Enrico Deaglio indagato dalla Procura di Roma per diffusione di notizie false, esagerate e tendenziose atte a turbare l'ordine pubblico. Bizzarra la reazione del lottatore continuo: "è un'accusa da anni Sessanta". Sapevate che la calunnia è demodé? 

 

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23 novembre 2006

Campagna contro i captcha ottici

Questo non è il primo blog che si oppone all'uso sconsiderato degli antispam ottici che rispondono all'acronimo captcha, ma di certo è il primo che lo fa su Tocqueville, dove la titolare
è un'"abitante" libera della Città dei Liberi.

I captcha ottici sono questa piccola  o grande (dipende da chi ci si imbatte) maledizione ed equivalgono ad una barriera architettonica messa tra un utente e l'accessibilità a un servizio, sia esso indispensabile, voluttuario e dilettevole, secondo le esigenze dell'user.

La titolare di questo blog si vanta spesso con gli amici di avere raggiunto un livello di interazione con il mondo di internet piuttosto elevato grazie a un software che più di uno screen reader e che si chiama Jaws, un'interazione limitata solo dalla pigrizia che la tiene lontana dai corsi di informatica.

Questo gioiello tecnologico americano le permette di fare qualsiasi operazione online trasformando in testo tutto ciò che in un testo convertibile, ma siccome non è dotato di facoltà miracolose, non può rendere leggibili quei segni grafici tutti distorti finalizzati a fermare gli spam in agguato nei commenti ai
post e nelle registrazioni a un  numero sempre crescente di siti.

Questo implica delle limitazioni (non solo alle talpe come Perla visti i molti utenti abilissimi che faticano ad interpretare quei caratteri), nel compiere alcune banalissime operazioni nel web.
Nel mondo il problema molto sentito, al punto che persino Google ha dovuto intervenire dopo le proteste dei sempre attenti e implacabili ciechi americani, sostituendo i segni grafici con una guida vocale.

Questa mia piattaforma mette a disposizione i captcha visivi , ma dà anche la libertà di escluderli (cosa che il mio primo grande webmaster fece per me e per altri utenti di Blogger) considerando la loro non indispensabilità nonchè l'ostacolo insormontabile che rappresentano per certe persone.
E allora che si fa? Veramente non lo so! Lo sguardo del mio Jaws
in difficoltà come lo quello di alcuni umani, ma questo non mi dà il diritto di imporre a nessuno scelte che non ritiene indispensabili per la sua vita da blogger.

Quello che posso fare però, in questa mia piccola campagna di
sensibilizzazione contro le word verification, segnalare utilissimi siti come questo che trattano l'argomento e offrono soluzioni alternative all'antipatico antispam ottico. Altri link sono nel corpo di questo post.

Grazie ai blogger che conosco e hanno già provveduto a inibire gli spam robot con altri mezzi non ottici e a coloro che ci stanno pensando su! Grazie anche a tutti coloro che vorranno diffondere questo post facendolo giungere soprattutto a chi, in assoluta buonafede, non è ancora consapevole di avere issato una barriera contro qualcuno nella dimensione più libera del mondo,
chiamata internet.

Grazie a chi ha rilanciato ed aderito a questo appello: Phastidio, Libertarian, Sgembo, Melancolia

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21 novembre 2006

Fascisti rossi e comunisti neri!

Senza voler fare la buffa figura dei primi della classe e tantomeno voler insegnare nulla a nessuno, si può serenamente andare a leggere questo emblematico post del Discolo che commenta la disgustosa manifestazione comunista tenutasi a Roma sabato scorso.

In questo post è apparso un neologismo che invita, suo malgrado, a un'amara riflessione, eccolo: fascionismo. Ed ecco la definizione che se ne dà: «Cosa includa questa parola-composta è presto detto : FASCISMO, per quel che concerne i metodi, e COMUNISMO per quanto riguarda gli obiettivi.»

Ora, non prima di aver letto anche qui, con tutta la simpatia e il rispetto per l'autore di questa tesi, si può affermare, senza ombra di dubbio, che il genocidio culturale operato dal partito comunista e dalla sua rete vischiosa, pervasiva, insinuante e camuffata in un alone salvifico e di bontà egalitaria ha mietuto vittime tra le menti di tutte le generazioni nate e cresciute in questi ultimi quarant'anni in Italia.

Bisognerà però leggere questo post di Phastidio dedicato a Indro Montanelli per meglio capire quanto troverete qui di seguito.

Secondo l'amico tocqueviller Discolo (purtroppo anche secondo milioni di giovani e meno giovani formatisi culturalmente e politicamente sotto l'imperante egemonia di sinistra), il comunismo è esecrabile solo per i suoi obiettivi e non per i metodi usati per perseguirli. Una dittatura totalitaria come quella socialcomunista, sotto la quale soffre e muore ancora ai nostri giorni oltre un miliardo di cittadini e che ha avuto il suo tragico inizio quasi un secolo fa, viene assolta nonostante l'orrore dei suoi metodi. Ma cos'è allora che rende i crimini del comunismo meno odiosi di quelli (inferiori per quantità e durata) dell'odiato nazi-fascismo processato, condannato e ricordato ogni giorno nei suoi più atroci dettagli, per e da oltre sessant'anni dalla sua caduta.

Una risposta semplice ci potrebbe essere e la si troverebbe nel pieno di voci e di immagini su ciò che avvenne tra gli anni venti e quaranta vicino a noi e il vuoto assoluto di voci e di immagini che testimonino le deportazioni, le morti per fame e per stenti, le fucilazioni, i trattamenti negli ospedali psichiatrici, i casi di cannibalismo durante le carestie indotte, i corpi schiacciati dai carri armati della «gloriosa» Armata Rossa, la vita quotidiana sotto un regime terrorizzante, le lunghe code degli affamati per un pugno di miglio da dover dividere con la famiglia e via e via elencando.

E' vero, molti di noi hanno letto alcuni libri che hanno raccolto notizie sui settant'anni di crimini contro l'umanità perpetrati sotto il regime sovietico, ma non basta questo a colmare il gap che esiste tra i km di pellicole che mostrano immagini sconvolgenti riprese in Germania, che agghiacciano ancora oggi per crudezza e inspiegabile ferocia e alle quali spesso seguono quelle dei liberatori dei campi di concentramento.

E siccome la storia moderna la fanno più le immagini testimoniali che i testi scritti, come dimenticare la faccia buona dei Sovietici che entravano a liberare i pochi Ebrei superstiti, vivi solo nel corpo martoriato, di Auschwitz? A chi potrebbe venire di condannare quell'esercito liberatore in quanto era la mano armata e rossa di un sistema oppressivo che, lontano dalle cineprese, compiva, in quegli stessi momenti, delitti anche peggiori dentro e fuori i suoi confini?

D'altronde nessun esercito liberatore è entrato mai nei campi di concentramento comunisti con al seguito i cineoperatori che mostrassero le condizioni di non vita degli internati. Nessun testimone ci ha trasmesso la morte dei contadini Kulaki, che caddero a milioni, congelati tra la neve e il ghiaccio dei lunghi inverni ucraini. Ancora oggi molti Russi, nonostante la caduta del muro di Berlino e la fine del Governo del Partito unico, vivono nel terrore della delazione, riconosciuta per legge, durante gli spaventosi anni del comunismo e dificilmente raccontano la propria dolorosa esistenza di prigionieri tra le pareti domestiche.

A quella meritoria opera che è «Il libro nero del comunismo», passata come una meteora tra lo scherno e gli sberleffi di tutta la sinistra antropologicamente superiore e ancora accecata dall'ideologia, si sarebbero dovuti allegare una ventina di video come quelli divenuti ormai a noi familiari e che illuminano le atrocità del nazismo. Ma come espugnare gli archivi ancora segreti protetti o forse distrutti a Mosca come a Roma?

Tags: Politica, Cultura di sinistra, Crimini invisibili del comunismo, I Diavoli neri, Nazifascismo

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17 novembre 2006

Negli USA se non hai la card crepi sulla strada

E' da sempre il ritornello terroristico più gettonato dai comunisti di ogni sfumatura di rosso, ogni volta che il nemico imperialliberista americano ha bisogno di una bella sistemata anticapitalista e antiamericana.

La carta di credito come sterco del demonio! Arma plastificata nelle mani della discriminazione di classe. Rettangolino luccicante assurto a simbolo della società violenta dell'odiato Yankee.

Questo ed altro evocano le parole riportate nel titolo di questo post. L'immagine del povero emarginato, vittima dell'opulento e cinico sistema capitalista, che agonizzante sul selciato non trova nessun buon sammaritano perchè non cartadicreditodotato, ha condizionato e formato molte coscienze italiane all'odio antiamericano e a quello di classe.

Eppure in queste ore siamo di fronte all'ennesimo "contrordine compagni!".

Un contrordine lanciato con l'art. 5 della legge finanziaria 2007 che impone la carta di credito a tutti gli Italiani o, in subordine, un bel libretto di assegni, il tutto previo un' indispensabile apertura di conto corrente.

Il nuovo dovere civico nasce in nome della "tracciabilità fiscale" contro l'evasione.

Si tratta di un vero e proprio abominio!

Non solo perchè in italia oltre dieci milioni di contribuenti non hanno un conto corrente per i motivi più svariati: età avanzata, inesistenza di banche o simili nel loro territorio, condizioni di emarginazione o di invalidità, protesti dalle stesse banche, immigrati senza permesso di soggiorno, o, verrebbe da dire, perchè semplicemente sono cavoli suoi!

Tra pochi giorni un'altra libertà personale o una costrizione sociale verranno considerate sospette di complicità con l'elettricista, l'idraulico, il medico e tutti gli altri professionisti obbligati a rifiutare il denaro contante per non incorrere nella giustizia.

Gli amici banchieri ringraziano questo Governo, sfregandosi le mani. Questa cuccagna di nuove aperture di conti presso i loro sportelli è davvero un grasso, grosso regalo!

Con questo dispositivo di legge, uno dei tanti illiberali previsti da questa finanziaria, chiunque volesse o dovesse sottrarsi all'obbligo (ma ci pensate? Obbligo) di munirsi della "fu satanica" tesserina, sarà sottoposto a verifiche e controlli...con grande dispendio di risorse pubbliche in totale contrasto con il risparmio tanto decantato e gridato da questi demagoghi al potere.

I costi di questa "riforma" dirigista sono altissimi, sia quelli economici che quelli sociali.

E' una follia da dittatura dello Stato libero di Bananas, solo che non fa ridere.

Tags: Politica, Fisco, Sistema sanitario, Tracciabilità illiberale, Professionisti

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15 novembre 2006

Il paradosso Levi Montalcini

Ieri Prodi ce l’ha fatta ancora e ha ottenuto la maggioranza al Senato. Il decreto fiscale è stato approvato grazie all’interpretazione molto restrittiva del regolamento, attuata per impedire all’opposizione la possibilità di discutere il decreto per parti separate. Questo modo di interpretare le regole o quello di violarle pur di battere l’opposizione ha contradistinto questo Governo fin dal primo giorno dell’elezione del Presidente Franco (o Francesco?) Marini. Ma è Rita Levi Montalcini che, per la prima volta (almeno da quanto ne sappiamo), ci svela la strada del voto di scambio e del ricatto (a fin di bene, sia chiaro) che potrebbe portare verso chine pericolose. Ce lo conferma indirettamente il senatore eletto Pallaro, protagonista di un episodio analogo a quello della senatrice a vita e che, giocoforza, ci fa immaginare un nuovo scenario istituzionale. Mettiamo pertanto che questo Governo sia conscio di trovarsi in bilico sull’orlo del baratro (con Mr. Magoo-Prodi non è dato per certo). Mettiamo che sia retto solo dalla forza di volontà di qualche ultra ottuagenario senatore solo di nomina. Mettiamo che molti dei senatori eletti siano fortemente consci del proprio stra-potere di veto. Mettiamo che non tutti costoro siano degli extra-terrestri come Rita Levi Montalcini, geniale come scienziata ma infantile come politica. Mettiamo che tanti senatori assomiglino più al miliardario Pallaro, scafato e smaliziato uomo di mondo. Mettiamo che a qualcuno non siano bastati vantaggi già acquisiti in cambio della fedeltà assoluta al voto di coalizione. Mettiamo che, parziali amministrative incombendo, un senatore decida di fregiarsi di un bel risultato personale da offrire all’elettore del suo collegio. Mettiamo che tutto quanto sopra sia plausibile e ciascun membro o gruppo del Senato voglia beneficiare del suo voto di scambio, cosa avverrebbe della Costituzione? Vivremmo il paradosso delle leggi varate sotto il ricatto del senatore più scaltro, bramoso di visibilità e personale successo? Metà del Senato diverrebbe sede del potere legislativo e di quello esecutivo sostanzialmente sovrapposti? Perchè non potrebbe succedere? Paradossalmente parlando potrebbe succedere, a meno che a Prodi non riesca ogni volta il giochetto delle tre carte che abbiamo visto vincente con Levi Montalcini e Pallaro. O, paradosso nel paradosso, a meno che non succeda che l’UDC non faccia il salto sul carrozzone del centrosinistra, guidandolo lontano dal precipizio. Tags: , , , , ,

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13 novembre 2006

Aho', Presidente, lo famo strano?

iama Giorgia Meloni. E' stata eletta deputata nelle liste di AN. Questa giovane onorevole e' uno dei vicepresidenti della Camera. Qui non si vuole eccepire nulla sulla correttezza del suo comportamento istituzionale ma, tra il serio e il faceto, vorremmo solamente consigliare a Giorgia Meloni un breve corso di dizione. Ebbene si', la Presidente, quando e' di turno, porta con se' una ventata di romanesco da commedia all'italiana di ultima generazione, da far invidia alle attrici verdoniane. Bastera' ascoltarla qui (clickando poi su "Diretta dalla Camera dei Deputati")per qualche minuto mentre siede sullo scranno piu' alto di Montecitorio per non sorprendersi affatto di sentire risuonare nell'aula la famosa battuta di Claudia Gerini nel film "Viaggi di nozze". Mi permetto di scherzare su questa deputata e, dopo averla sentita dire (a microfono non completamente spento) "nun se po' fa'", un bel "lo famo strano?" descriverebbe alla perfezione la stranezza delle posizioni acrobatiche che i Parlamentari di maggioranza stanno sperimentando pur di rimanere al Governo, tra un'arrampicata sugli specchi e l'altra. Tags: , , , ,

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12 novembre 2006

Il re libertario è nudo!!

Caro Daw, io non ti esprimo la mia solidarietà, l’ovvio mi causa delle orribili bolle sulla pelle e in questo caso nulla sarebbe più ovvio e scontato per me di un post nel quale mi dichiarassi vicina a te e al tuo iniziale stupore per quanto ti è successo.

Anch’io, come tutti, ho letto molti post su questa vicenda e sono stata tentata dall’impulso di pubblicarne uno a mia volta, ma poi ho preferito aspettare che si calmassero le acque, almeno un pò.

Ora credo di poter dire la mia senza cadere nella superficialità e nel luogocomunismo sui radicali e quello che ne è rimasto.

Provo ad andare con ordine:

a) come tutti sanno Radio Radicale e Radio Radicale.it sono soggetti politici e di partito (Lista Pannella) e in quanto tali godono di finanziamento pubblico, oltre a uno straordinario contributo per le dirette parlamentari in convenzione. In pratica siamo un pò tutti proprietari dell’emittente.

b) anche la licenza pluricitata riconosce il diritto di utilizzo di tutti i file del sito senza obbligo di contropartita.

c) RR non è quindi una radio commerciale che potrebbe subire danni dovuti a quella inottemperanza evidenziata con imperio dal responsabile del sito e che riguarda il mancato link alla fonte.

d) questo soggetto politico si proclama a gran voce “liberale e libertario” e pertanto stride come acciaio sul vetro il suo appellarsi a codicilli burocratici che ne sviliscono ancora di più l’immagine, altro che tutelarla.

E’ evidente che qualcosa è saltato nel “sistema nervoso” dei colonnelli a guardia della salma radicale! L’intento non è stato tanto di zittire (i buoi dalla stalla erano già scappati quando Galli ha pensato di chiudere il portone) il bambino Daw che a gran voce indicava il re nudo, ma quello di esercitare una censura preventiva su future iniziative lesive dell’immagine del caro leader.

Contrariamente a chi ha scritto, con modi e ingenuità diverse, che il potere avrebbe dato alla testa i radicali, credo invece che questa vicenda denunci una debolezza da immoralità politica finalmente affiorata anche al grande pubblico in questo ultimo anno, e la conseguente reazione tipica dei deboli che si appellano alla norma per tentare di salvare ciò che hanno già perduto.

Caro Daw, prima di chiudere, permettimi di aggiungere questa piccola riflessione: secondo me libertario è un termine inscindibile e insito in quello più grande di liberale, pertanto un’orgogliosa liberale come me diffida di tutti coloro che si autodefiniscono libertari (vedi i sinistri comunisti) ma che di liberale non hanno nulla.

Pertanto non riconosco neppure ai pannelliani (troppo psicodipendenti da un leader accentratore e assolutista di tal fatta) un oncia di liberismo autentico. Le scelte politiche suicide di questi mesi lo testimoniano ampiamente.

Un consiglio? Rimetti online “Casa Pannella” integrale e continua a farci ridere grazie al bimb o biricchino che c’è in te.

Tags: Daw, Censura libertaria, Casa Pannella, Radio Radicale

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10 novembre 2006

Il nemico numero uno è stato battuto?

La sconfitta di Bush J. è stata salutata dalla stragrande maggioranza dei politici europei come giusta conseguenza della guerra in Iraq. Va bene, proviamo ad ammetterlo e proviamo pure a congratularci con la politica anti Bush dell’arrogante Chirac. Possiamo spingerci oltre e dire che hanno vinto i milioni di pacifinti in trasferta permanente a lunga gittata, armati di nonviolenza e muniti di caschi, passamontagna, spranghe di ferro e bottiglie Molotov. Ha vinto Bin Laden, ha vinto Ahmadinejad, ha vinto l’Unione, ha vinto Prodi Presidente della Commissione Europea. Hanno vinto Lilli Gruber e Michael Moore! Hanno vinto tutti quelli della guerra sbagliata perchè non c’erano le armi di distruzione di massa. Hanno vinto gli ispettori guidati da Blix. Hanno vinto gli amici europei di Saddam Hussein, anzi, anche se con un piede nella fossa, ha vinto proprio Saddam Hussein! Di certo hanno vinto i terroristi che in queste ultime settimane di campagna elettorale di mid term hanno intensificato le stragi e le uccisioni di soldati americani!

Hanno vinto gli interessi affaristici della Francia colonizzatrice di Africa e Medio Oriente.

Hanno vinto tutti tranne Bush?

Macchè! Secondo gli osservatori della politica americana (ecco cosa ne pensano Christian Rocca e Maurizio Molinari), questa della Casa Bianca non la si può definire vera sconfitta. Come non essere d’accordo almeno riguardo l’Iraq? I Democratici su questo hanno appoggiato il loro Presidente, che da isolazionista si è trovato costretto a passare all’interventismo, caro ai suoi predecessori democratici come Roosevelt o Truman.

Per di più la più grande democrazia del mondo non teme questi spostamenti di equilibri di potere e, condividendo quanto scrive il lucidissimo Phastidio anche su Epistemes, questa maggioranza dei Democratici al Congresso rappresenta un fisiologico invito dall’elettorato americano a “bilanciare gli eccessi” (sempre possibili e spesso presenti), ogni quando esecutivo e legislativo sono in mano allo stesso partito.

A questo punto voltiamo lo sguardo verso Baghdad e, contando i morti del dopoguerra iracheno, ci troviamo costretti a dichiarare che i veri sconfitti sono proprio loro, gli Iracheni!

Sono stati sconfitti e uccisi dall’ignavia e dai meschini interessi di questa Europa. Sono stati sconfitti e uccisi, come lo furono i milioni di ebrei (solo perchè ebrei), come lo furono e ancora lo sono a milioni donne, e uomini, dalla politica del quieto vivere di coloro che non vollero vedere cosa avveniva per mano del nazismo e dell’altra feroce dittatura che fu ed è ancora il comunismo.

Sono morti a migliaia come morirono a centinaia di migliaia i cittadini afghani sotto i cingoli dei carri armati dell’Armata Rossa, mentre, per un intero decennio, l’Europa rimirava il suo ombelico.

Ma di quanti morti dovrà ancora sporcarsi la coscienza degli “impotenti” europei? Per quanto ancora la Grandeur (più correttamente petiteur) francese guiderà il soft power di questa Europa affetta da autolesionismo omicida?

Dovremmo forse, soprattutto noi Italiani, convincerci che le guerre le potranno fare solo i Governi di sinistra, sempre al fianco dei Generali a destra e dei no war a manca.

E per essere pragmatici fino in fondo, stando alla vulgata corrente, dovremmo essere lieti dell’avanzata dei Democratici nelle due Camere americane, perchè se lo scopo dei terroristi di tutto il mondo era di portarli alla vittoria su Bush, ottenuto questo risultato, dovrebbero, conseguentemente, risparmiare la vita di tutti i civili innocenti già entrati nel loro mirino.

Andrea's Version

Tags: Stati Uniti, Elezioni di mid term, George W. Bush, Iraq, Europa

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8 novembre 2006

La porti un terrorista a Firenze, basta che sia rosso

Ieri mattina Inyqua ci ha regalato questo post, scritto per darci contezza, ancora una volta, delle favolose cronache fiorentine di cui è osservatrice privilegiata. Nel suo tipico stile leggero e accattivante ci ha informati di un evento affatto leggero e affatto accattivante, previsto per oggi nella sua città.

Ecco: oggi Renato Curcio l’uomo che ha terrorizzato l’Italia degli anni ’70, il simbolo della lotta armata clandestina, il mandante di tanti crimini commessi dalle Brigate Rosse e da altre bande di fanatici comunisti da lui ispirati, sarà ospitato con tutti gli onori presso uno dei tanti centri sociali sorti a Firenze.

Quando si parla di cattivi maestri forse la mente corre proprio a personaggi come Curcio e il suo atteso incontro coi giovani toscani non può non destare inquietudine e anche un pò di sdegno.

Lo sdegno non è dovuto alla circostanza che costui parli liberamente, ma al fatto quasi certo che questo avvenimento “cultural-politico” è stato finanziato col denaro pubblico.

Infatti è noto, è così da sempre, tutti i centri sociali vengono direttamente o indirettamente finanziati dai comuni o dalle provincie rosse, persino con appalti di alcuni servizi.

L’altro motivo di sdegno nasce dal ricordo che risale al 30 marzo 2005, quando l’intera città si ribellò alla notizia che i due ex terroristi dei NAR, Francesca Mambro e Giusva Fioravanti sarebbero stati presenti ad una manifestazione politica organizzata da Maurizio Scelli. Tanto fu poderosa la canea che si scatenò contro la presenza dei due rei confessi (da anni ormai impegnati in campagne libertarie e perfino contro la pena di morte) che l’invito fu annullato e Silvio Berlusconi, invitato anche lui, si esibì in un poco edificante atto di resa alle pressioni di quella parte di opinione pubblica, che comprendeva anche le famiglie delle vittime della strage di Bologna, alla quale ancora oggi Mambro e Fioravanti si proclamano estranei.

Non si può essere simpatizzanti di nessuno di coloro che si sono macchiati le mani del sangue di centinaia di innocenti nè degli ideologhi che li hanno ispirati, ma crea ogni volta stupore assistere alla simpatia assolutoria e ai sostegni economici e logistici di cui godono gli assassini targati comunista.

I compagni che hanno sbagliato e sbagliano ancora sono presenti nell’editoria, negli enti pubblici, nella cinematografia, nelle istituzioni, protetti e coccolati, specie se condannati da un tribunale americano, come Silvia Baraldini.

Tags: Politica, Firenze comunista, Terroristi, Renato Curcio, Mambro e Fioravanti

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6 novembre 2006

Un Congresso non è un reality

Chi per oltre quindici anni abbia partecipato ai congressi, alle direzioni generali, ai comitati nazionali, alle assemblee costituenti, ai coordinamenti di vario tipo sotto il simbolo radicale, pensate che possa rimanere indifferente quando segue un congresso che sconfessa tutto ciò che l’aveva formato politicamente abituandolo al rispetto delle regole democratiche fondamentali per la vita di un partito, ma non solo?

Il V congresso dei Radicali italiani ha sancito la fine, nella forma e nella sostanza, di ogni parvenza di diritto liberale e di rispetto delle regole democratiche interne ed esterne a un partito.

Per la prima volta le cariche sono state decise in modo assolutista e dirigista. Un solo candidato indicato dai leader, una sola mozione generale (neppure sottoscritta dal segretario designato) un solo tesoriere e un solo presidente sottoposti al voto inutile dell’asfittica assemblea umiliata al ruolo di comparsa che vota a comando.

Un congresso virtuale partito prima del 2 novembre, grazie ad Adalberto Signore e al suo scoop sullo psicodramma pannelliano tratto dal web.

Un congresso preceduto da una nomination contro il segretario del partito in stile reality show con designazione per acclamazione mediatica del suo successore.

Che Pannella sia sempre stato, davanti e dietro le quinte, l’artefice del destino di ogni adunanza radicale è noto a tutti, ma questa è la prima volta che questo suo potere lo ha esercitato senza farsi velo neppure più di un regolamento congressuale, agendo secondo i metodi antidemocratici di una sinistra un tempo da lui stesso additata al pubblico disprezzo ma che oggi, divenuta alleata di governo, viene presa a modello nella sua peggiore espressione partitocratica.

E’ stato un congresso stanco, falso, politicamente mediocre, povero di presenze, di idee, di entusiasmo, di confronto, di vitalità, di tutto, tranne che dei media di regime.

Non mi ha appassionata neppure per un momento la diatriba Capezzone Vs Pannella per la sua scontatezza e per il finale che qui avevo già dato per acquisito, come non avrei ritenuto utile ritornare su questo piccolo mondo pannelliano se non fosse per il fatto che la sua stoltezza, in testa Capezzone e Bonino responsabili, ci hanno consegnato il governo più comunista e soffocante della storia europea d’occidente.

Non posso non essere indulgente nei confronti di tanti ragazzini che in Tocqueville scrivono di cose che non capiscono perchè non ne conoscono il valore e la portata politica, ma spesso mi chiedo dove sono coloro che hanno trascorso giorni e notti a dilaniarsi su candidature contrapposte tra personaggi come G. Negri, Aglietta, Rutelli, Bonino, Faccio, Cicciomessere, Teodori, Mellini, Taradash e tantissimi altri, scrivendo mozioni contro mozioni che raccoglievano le firme di centinaia di congressisti presenti e “quasi” sovranamente attivi ed emotivamente partecipi.

Questa è stata un'inutile convention che non sposterà di un millimetro l’assetto politico di questa legislatura ma che è servito, per l’ennesima volta, a liberare Pannella della presenza ingombrante di un rivale più telegenico di lui.

Ricorrenze in Phastidio.net

Tags: Politica, Radicali, V Congresso pannelliano, Capezzone, Pannella

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3 novembre 2006

Desovietizzazione impossibile

Poche, ahinoi, sono state le circostanze che hanno causato dei mal di pancia seri ai sindacati, feroci difensori degli enormi privilegi di cui godono all’interno dell’ultimo felice baluardo occidentale delle Repubbliche socialiste sovietiche, l’Italia.

Giusto nel 2000 soffrirono un piccolo mal di pancia, allorquando un referendum minacciò i loro incassi miliardari derivanti dalle iscrizioni praticamente a vita, sottratte per automazione ai lavoratori e ai pensionati.

Ma tutto si risolse in un nulla di fatto, la triplice sindacale trasse un sospiro di sollievo, ringraziò l’allora maggioranza ulivista al Governo (un pò anche i radicali autolesionisti) e continuò a lucrare sulle quote associative, sui patronati come i CAF, sull’Unipol, sugli immobili siti anche negli eleganti centri storici delle città, sulle aziende turistiche come l’ETLI, sulla lega delle coop rosse, sui fondi pensioni del tfr, ecc.ecc.

Una greppia sterminata garantita da una legislazione e da una prassi intoccabili, pena le rivolte di piazza, le scomuniche , le denunce per attività antisindacale, attentato alla democrazia e alle sacre conquiste della classe lavoratrice.

Il Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro e lo Statuto dei Lavoratori sono l’antico e nuovo testamento, il paravento col quale legittimare ogni abuso e ogni disparità di trattamento di fronte al fisco e ai tartassati contribuenti.

Per quanto sono ramificati ed estesi gli interessi economico-finanziari che convogliano giorno dopo giorno denaro nelle casse, ci sarebbe da chiedersi se la stessa “trimurti sindacale” abbia totale contezza dell’ammontare dei suoi introiti.

Alla luce di questo e di altro noi elettori e simpatizzanti della Cdl fummo ben impressionati dal nuovo corso avviato dal governo Berlusconi nei rapporti con le parti sociali. Ma fu vera gloria? Mica tanto! L’unico mal di pancia serio che la scorsa maggioranza causò alle grosse organizzazioni sindacali fu un progetto di legge sull’obbligo di pubblicizzazione dei loro “inviolabili” bilanci. L’iter fu molto lento e accidentato, ma stava quasi giungendo al termine (nonostante la dura opposizione delle sinistre) quando la fine della legislatura ne fermò il processo.

Vinte le elezioni di aprile la Cdl avrebbe di certo approvato definitivamente le misure tanto temute dal sindacato, che ebbe, anche in questo, un ottimo motivo per scendere in campo a fianco dell’Unione.

Molto presto ci siamo resi conto che su tutti ha stravinto la CGIL! E pertanto assistiamo alla restaurazione di quel poco, ma costato molto, riformato da Berlusconi. Col governo Epifani avremo quindi:

- l’addio alla riforma Biagi

- il ritorno alla rigidità del mercato del lavoro con le assunzioni a tempo indeterminato come religione di stato,

- l’ingresso delle rappresentanze sindacali anche nelle piccole o medio-piccole realtà aziendali dalle quali oggi sono largamente escluse.

- il potenziamento degli Ispettorati del lavoro che languivano nella loro burocratica inutilità, da sempre sede di commissari del popolo provenienti dalle sezioni più oltranziste del sindacato;

- la conferma della intangibilità del CCNL e dello Statuto dei lavoratori con tutto il loro contenuto ideologico marxista;

- l’affermazione del modello sindacalese e il suo rafforzamento anche nei settori dello Stato non inerenti al lavoro e alla previdenza.

Già con questa finanziaria l’ingerenza di CGIL CISL e UIL su temi come il fisco, per esempio, è confermata in tutta la sua illegalità e anticostituzionalità.

Chi ricorda il causticissimo post di Daw sul condono previsto da questa finanziaria, legga qui i successivi sviluppi, illustrati, con somma soddisfazione, dalla UIL.

Ma sindacato è anche l’ANM, che riscuote dalle mani del ministro Mastella la giusta ricompensa per la sua campagna elettorale a favore dell’Unione, ottenendo la cancellazione della riforma della Giustizia voluta dall’odiatissimo Castelli. Qui le durissime accuse di Francesco Cossiga rivolte alla Magistratura.

Questo è solo l’inizio! Altro che liberalizzazioni! Aspettiamoci piuttosto l’avvento della dittatura del proletariato, và là!

Tags: Politica, Trimurti sindacale, Governo Prodi/Epifani, Bilanci confederali, Finanziaria, Co-gestione Fisco/OO.SS

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1 novembre 2006

Coming out

Si avvicina la data del congresso dei pannelliani e la macchina organizzativa di via di Torre Argentina da giorni si è rimessa in moto senza però grande entusiasmo, apparendoci piuttosto stanca e demotivata.

A parte Pannella, nella sede di Radicali italiani tutti appaiono consapevoli che non sono più i tempi della militanza attiva nei tanti comuni d’Italia, pronta a sacrificare tempo e denaro all’affannosa ricerca di contributi, iscrizioni e partecipanti ai congressi. Ormai rimangono più generali che truppe a tenere ancora in vita il partito, per cui riesce più agevole e meno oneroso organizzare le manifestazioni dagli uffici e dalle sedi degli eletti e dei loro alleati.

Da giorni Radio Radicale lancia i canonici appelli alla prenotazione dell’albergo che ospiterà i congressisti, ma l’aria che si respira è quella del disarmo della nave.

Il numero degli iscritti e dei militanti è ridotto al lumicino e una gran parte di essi ha abbandonato tutto, dopo il matrimonio di interesse e molto poco d’amore coi Socialisti dal quale è nata già morta quella creatura battezzata comunque Rosa Nel Pugno.

L’imminente assemblea si prevede affollata di personaggi da apparato di partito che arriveranno da ogni pezzo dell’Unione, ma disertata dai semplici iscritti che furono la spina dorsale del partito radicale e l’anima, ma non credeteci troppo, dei congressi del passato.

Insomma, hanno pensato i dirigenti del residuo Radicali italiani, bisognerà fare qualcosa per attrarre pubblico e poter esibire un consenso e una partecipazione che impressionino gli alleati di Governo.

Capezzone ha fatto la sua parte diligentemente a cominciare dal coming out sessuale offerto a Novella3000 rimbalzato in ogni dove, che ha avuto il pregio di non incuriosire solo i pruriginosi, ma anche di guadagnarsi l’approvazione di una gran parte delle persone gay già simpatizzanti del giovane segretario grande promotore dei PACS.

Inoltre, intervistato ogni giorno da un numero impressionante di media, ha avuto tutti gli spazi per raccontare del successo della sua proposta di legge sulle professioni (ancora in itinere, però) e ha iniziato a giocare con Caporale di Repubblica il gioco del figlio divorato dal padre, insieme a quello della segreteria sfilatagli dalle mani per darla alla compagna di sempre.

Per carità, non c’è nulla di non concordato sull’avvicendamento di Rita Bernardini alla segreteria, ma bisognava conquistarsi altra pubblicità gratuita e dire e non dire, attizzando una polemica inesistente.

Con l’articolo di Signore apparso sulla prima pagina de Il Giornale di ieri mattina che racconta un altro coming out radicale (questa volta a tre), Pannella, Bonino e Capezzone hanno raggiunto il massimo di copertura mediatica sulla riunione in programma a Padova nei prossimi giorni.

Il Corriere che, guarda caso, proprio ieri mattina pubblicava un’intervista alla candidata segretaria Bernardini, ha riportato la notizia delle male parole con le quali si sono insultati i tre dirigenti del partito, mettendo online il link con RR per chi avesse voluto assistere al “litigio in famiglia Pannella”.

E’ interessante osservare come il Corriere di oggi prosegua la sua mission a favore della compagine pannelliana intervistando Capezzone, ma non disperiamo certo di leggerne una prossima concessa da Marco, prima che inizi il meeting.

Naturalmente persino i tg di prima serata hanno trasmesso la notizia del congresso e dei battibecchi.

Ieri mattina, dopo la rassegna stampa di Bordin, (si intitola ancora “Stampa e regime” (!?!?)), Il vecchio leader ha sarcasticamente ringraziato Belpietro per il servizio pubblicitario resogli con questo articolo insperabilmente piazzato in prima pagina.

Ora ci siamo letti anche questo post di Jimmomo e, seppur ammirati per la straordinaria prosa, rimaniamo molto interdetti leggendo il titolo e il contenuto dell’articolo. Ma davvero, ci chiediamo, c’è qualcuno che ha certe preoccupazioni sull’andamento dell’assemblea nazionale dei Radicali italiani? Per fortuna il tutto è talmente surreale da farci sentire sereni nel rassicurare l’autore del post e chiunque si trovi nel suo stesso stato d’animo, che tutto andrà come sempre, secondo copione firmato Marco Pannella.

Spiritosaggine finale: quando qui, qualche giorno fa, mi rivolsi indegnamente a Daniele Capezzone affinchè coerentemente uscisse da questo governo, devo essere stata fraintesa visto che il presidente della commissione attività produttive ha tradotto “uscire” in “coming out” con le conseguenze che sappiamo.

Tags: Politica, Il Giornale, Radio Radicale, Marco Pannella, Daniele Capezzone, Emma Bonino, Baruffe chioggiotte

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